Visualizzazione post con etichetta casa. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta casa. Mostra tutti i post

mercoledì 14 dicembre 2011

A metà

E' proprio buffo essere a casa.

Voglio dire a casa sul Lago perché una casa ce l'abbiamo anche a Runda, è solo in affitto, ma ha dentro tutta la nostra roba. 

Nella casa sul Lago invece non c'è niente (ieri Patasgnaffa, l'amichetta di Sveva mi ha chiesto una serie di cose e tutte le volte ho dovuto rispondere Mi dispiace, ma l'abbiamo portato in Kenya. All'ultima richiesta non mi ha neanche lasciato rispondere e mi ha preceduta dicendo Sì, lo so, l'avete portato in Kenya!) e faccio un po' fatica a cucinare qualcosa di diverso da insalata e mozzarella.

Sono passati solo cinque mesi da quando ce ne siamo andati all'alba, chiudendo tutto e volando verso l'avventura e sembra passata una vita.

Sono sorpresa in effetti dalla rapidità con la quale ci siamo ambientati ed abbiamo trovato i nostri punti di riferimento a Nairobi (grazie anche ad amici e alla facilità della condizione di espatriato...) e pensavo che tornare a casa sul Lago mi avrebbe confermato che in Africa tutto è bello e sul Lago tutto era bruttino, a cominciare dal tempo.

Il tempo in effetti non si è smentito, ma sono sempre più convinta sia l'effetto sciamanico della nostra famiglia, ma per tutto il resto devo ammettere che mi sono ritrovata a guardare il Lago e tutto quello che lo circonda con occhi diversi e adesso sono qui con un planning della settimana dove sto cercando di stipare tutte le cose da fare e tutte le persone da vedere e non è per niente facile.

Abbiamo molti più amici di quello che pensassi e soprattutto amici che hanno voglia di vederci, che incastrano i loro impegni pur di trovare il tempo di incontrarci e la cosa mi commuove.

La casa è bella, il giardino con il suo aspetto invernospettrale ha il suo fascino, la fattoria accanto ci ha regalato latte, formaggi e carne buonissimi (Filippo appena vede una bottiglia del latte comincia a cantare ia-ia-o perché la macchina distributrice del latte suona la canzoncina del la vecchia fattoria...), il gruppo d'acquisto ci ha provvisto di cavoli e arance a volontà (dopo un po' avere a disposizione tutte le verdure possibili a Nairobi stanca; avevamo bisogno di una dieta esclusivamente a base di brassicacee...) e alla fine ritroviamo tutti i nostri punti di riferimento qui e la cosa ci fa sentire a casa.

Insomma, abbiamo due vite parallele, due case, due gruppi di amici, due sistemi di riferimento, due di tutto ed è come sentirsi divisi a metà.

Ora come ora non saprei per quale vita propendere, davvero!

Oddio, un elemento unico in effetti c'è: la tata è solo in Kenya.

Menomale che abbiamo già il biglietto di ritorno....

venerdì 9 settembre 2011

AccadueO

Tutto scorre tranquillo al castello.

Anche l'acqua.

Troppo tranquilla .... direi che adesso sta proprio esagerando!

L'idraulico Wilson (non riesco a non associarlo all'amico pallone Wilson di Tom Hanks in Cast away....) ormai è di casa e ogni volta che viene ripara qualcosa e ne rompe un'altra. Poi se ne va sorridente dicendo E' tutto a posto adesso, se Dio vuole e io rispondo Grazie, incrociamo le dita, Inshalla.

Non funziona mai la cosa di incrociare le dita, infatti Wilson torna regolarmente il giorno dopo.

Adesso i rumori sospetti nel sottottetto non ci sono più e abbiamo una nuova pompa dell'acqua che è troppo forte per le vecchie guarnizioni, quindi tutte le volte che facciamo la doccia si allagano i tre bagni ed il guardaroba. 
Sto meditando di usare stivali di gomma la posto dell pantofole e fregarmene, hakuna matata.

Nel frattempo non riusciamo a fare il contratto con l'azienda dell'acqua (Runda Waters, mi piace il nome!) perchè .... non so perché, soliti problemi africoafricani, ma se ci chiudono l'acqua perchè non abbiamo il contratto in fondo il lato positivo è che non si allagherà più la casa.

Francamente me ne infischio, come diceva Gable in Via col Vento, perché tra qualche ora prendo un aereo e me ne vado; acqua, tubi, idraulici, contratti e tutto il resto andate a farvi benedire!

Vado a fare la testimone di nozze a mio fratello che finalmente si accasa e poi ritorno in Kenya in tempo per la cena di domenica. Con mamma a seguito.

Due notti di seguito in aereo; in economy si può anche dormire in fondo, ma se gli orari sono messi male e a metà notte c'è uno scalo (ad Addis Ababa) non so quanto ci riuscirò....

Vabbé, in fondo quando torno devo solo fare l'inserimento di Filippo all'asilo; lui giocherà con tutti i super giochi tedeschi in legno non trattato e con colori assolutamente atossici e io dormirò sullo zerbino di gomma africana fatto con copertoni di camion reciclati che sta fuori dalla sua classe.


Non credo ci farò troppo caso...



venerdì 2 settembre 2011

Keep the Faith

Un pochino di tempo fa, quando ero più o meno adolescente e mi piacevano i gruppi capelloni, ero matta per i Bon Jovi.
Quando lui si tagliò i capelli, pare per esserseli bruciati troppo vicino al barbeque, rimasi abbastanza sconvolta, ma poi lo perdonai quando uscì l'album Keep the Faith perché era molto bello e lui in fondo era meglio con i capelli tagliati.
Keep the Faith è proprio quello che ci vuole qui, mantenere la fede in tutto, hakuna matata, prima o poi le cose succedono.

La settimana è stata busy, pienissima davvero, ma posso dire adesso di aver Kept the Faith in senso un po' traslato: siamo nel castello....che si trova in Faith avenue.
Non poteva chiamarsi altrimenti, credo!

Ma il trasloco non è stata l'unica esperienza saliente della settimana.

Sveva ha iniziato la scuola tedesca, ovviamente lo stesso giorno del trasloco altrimenti sarebbe stato troppo facile! La scuola è molto carina e le insegnanti anche. La differenza con l'asilo italiano è abbastanza lampante, non solo per la qualità dei giochi (fatti arrivare direttamente dalla casa madre, ovvio), ma anche per l'attenzione che viene data ai bambini. A parte il sostegno speciale per chi non parla tedesco come Sveva, roba da far impallidire qualunque sistema scolastico, ci sono un sacco di attività extrascolastiche possibili. Pensare che il l'ora settimanale d'inglese all'asilo italiano era considerata all'avanguardia! Sveva ogni settimana, oltre alle normali aattività, farà un'ora di cucina, una di arte, una di natura, cosa non chiara ma pare si tratti di andare in giro a cercare foglioline e animaletti e familiarizzare con l'ambiente circostante, ed infine una di attività sportiva variabile.
Abbiamo evitato musica, balletto, calcio e nuoto per una serie di personalissimi e opinabilissimi motivi.
Sveva è stata inserita nel gruppo degli Elefanti; meglio sicuramente del Gruppo 4, ancora senza nome, ma istintivamente direi peggio delle Giraffe e dei Delfini.
Comunque, pare che l'inserimento vada bene, nonostante gli ovvi problemi di comunicazione, sembra che le piaccia o almeno per ora è tutto nuovo, quindi ogni giorno è una scoperta.
All'asilo c'è la mensa, come in tutti gli asili immagino, ma non so per quale motivo Sveva non l'ha associata ad una mensa e mi racconta tutta contenta che ha mangiato al ristorante.
Il miglior commento comunque rimane quello del primo giorno: Lo sai mamma, alla German school le maestre giocano con noi, non si fanno le loro cose mentre noi giochiamo.....e questo ci ha lasciato molto perplessi su cosa facesse nostra figlia all'asilo l'anno scorso!

Filippo, mi hanno detto oggi, dovrebbe iniziare tra una settimana e credo che anche lui non veda l’ora; anche se sono arrivati i giochi del container, non ne può più di giocare tutto il giorno solo con la tata.


A proposito di container, è arrivato!
Doveva in effetti arrivare lo stesso giorno del trasloco e del primo giorno di scuola di Sveva, ma per puro caso c’è stato un ritardo. A volte gli inconvenienti africani possono avere il loro lato positivo.

E’ arrivato quindi il nostro bel container, dopo la lunga crociera, il giorno dopo il trasloco, quindi abbiamo aspettato davvero poco e devo dire che la cosa più professionale che ho visto fin’ora è stato il trasloco, dall’inizio alla fine. (quindi chi ha bisogno di un trasloco intercontinentale mi faccia sapere che posso dare tutti i riferimenti…).
Niente di rotto, tutto a posto, e ci siamo riempiti di nuovo la casa di giocattoli….
Abbiamo finalmente ritrovato il caricatore della macchina fotografica, quindi presto ci saranno altre foto, sia del castello che di tutti noi….devo solo trovare il tempo materiale di farle.

In effetti l’entrata in casa non è andata così liscia come pensavo.
La prima notte non siamo riusciti a dormire perché il sistema di tubi dell’acqua che passa nel sottottetto rimbombava ogni volta che qualcuno apriva un rubinetto o tirava uno sciacquone o qualunque altra cosa avesse a che fare con l’acqua. Sono già venuti tre volte a cercare di riparare questa cosa e sono in questo momento impegnati a fare del loro meglio. Dopo tre volte non parlano più di eliminare il rumore, ma di ridurlo e non credo che sia bene avere questo obiettivo perché finiranno per lasciare le cose come stanno e dire che in fondo poteva andarci peggio, hakuna matata.

Ma lasciamoli lavorare e incrociamo le dita!

L’acqua comunque ci perseguita. L’altro giorno una guarnizione del boiler nuovo di zecca (così come la guarnizione mi pareva di aver capito) ha dato forfait e ci siamo ritrovati il guardaroba allagato (perché in questo castello abbiamo il guardaroba!). Per fortuna Felix se n’è accorto in tempo e l’acqua non è passata in altre stanze. Però siamo stati due giorni senza acqua calda nel bagno padronale e direi che ormai mi sono talmente abituata che ho immediatamente pensato fosse proprio una scocciatura dover fare la doccia nel bagno due metri più lontano…

Tra gli optional sicurezza del castello ci sono l’allarme e le radio. Entrambi new entry di ieri ed entrambi complicatissimi da usare visti i disastrosi risultati.

Per l’allarme ho dovuto dare la caccia al tecnico per qualche giorno e poi è finalmente passato ieri esattamente quando Filippo stava facendo il riposino, quindi per non svegliare il cucciolo ho pensato bene di non provare il sistema approfittando della presenza del tecnico, ma scrivermi tutti i passaggi e provare più tardi.

Errore.

Quello che ho scritto sul mio squadernino non corrisponde alla realtà e ieri sera siamo riusciti a fare scattarle la sirena e fare arrivare la squadra di salvataggio di ben quattro guardie (non so se armate o meno).
Il display del sistema adesso dice una cosa che non capisco, non sono più sicura che facendo quello che avevo capito l’allarme sia attivo e tremo al pensiero di dare nuovamente la caccia al tecnico per farmi rispiegare tutto.

Credo staremo senza allarme inserito, tanto da fuori si vede che la casa ha un allarme di tutto rispetto e credo che tutti i malintenzionati del luogo pensino che i wazungu si barrichino in casa ogni notte allucchettati ed allarmati, quindi li lascio con questa convinzione e spero che nessuno di loro legga il blog.

I funzionamento delle radio invece era stato spiegato a Felix dall’addetto alla sicurezza (uno dei circa venti addetti alla sicurezza). Non riuscendo a farle funzionare, ieri sera abbiamo anche coinvolto la guardia, ma abbiamo tristemente scoperto che lui usa una procedura diversa dalla nostra (e meno complicata devo dire). 
Probabilmente tutto il personale della commissione ha sentito ieri sera una serie di Pronto, pronto, mi senti? Pronto, pronto, non ti sento!

Alla fine abbiamo desistito e ci porteremo dietro le radio tenendole bene in vista in modo che tutti pensino che le sappiamo usare alla perfezione e probabilmente brandirò la mia nel momento del pericolo come se fosse una spada a mo’ di minaccia Guarda che se non mi lasci in pace chiamo la sicurezza, eh?!

Ad ogni modo, la situazione al castello è abbastanza sotto controllo; ancora qualche scatolone qua e là, ma direi che siamo pronti a ricevere il nostro primo ospite….dopodopodomani (non è un errore, voglio dire tra tre giorni).
Non male eh?

Nel frattempo abbiamo fatto anche vita sociale e conosciuto un bel po’ di persone. Giusto oggi mi stavo chiedendo come fare a mantenere i contatti con tutti perché conosco già più persone qui di quante non ne conoscessi sul lago quando siamo partiti.

Ed ho pure avuto una mezza offerta di lavoro! 
Una cosa a contratto, niente di fantasmagorico e purtroppo a partire da…ieri, quindi non ho potuto accettare, ma questo mi fa sperare di poter trovare abbastanza facilmente quando sarà il momento.
Poi, quando ci metterò sei mesi a trovare un contratto di consulenza di quindici giorni per svuotare i cestini da qualche parte, mi ricorderò di questo post!

Visto che non c’erano abbastanza cosa da fare in questo periodo e che il traffico in effetti non prende così tanto tempo, ho anche ricominciato pilates al Nairobi Pilates Centre e devo dire che mi trovo bene, a parte il fatto che sono nel solito gruppo di pensionate, tutte mooolto più elastiche di me, che capisco la metà delle istruzioni e sono perennemente con la testa girata a guardare l’istruttrice dallo specchio. 
Però sono contenta!

Adesso ricomincerò a fare foto e cercherò di scrivere in maniera più regolare, o almeno non lasciar passare più di una settimana...sempre se gli eventi me lo permettono e il futuro sotto questo aspetto si profila fosco con il primo ospite appunto dopodopodomani, un fine settimana intercontinentale per il matrimonio di Enrico, la seconda ospite per tre settimane, l'inserimento di Filippo all'asilo, la selezione della signora delle pulizie, del giardiniere....Ahh, che vita dura quella dell'espatriato!!

giovedì 11 agosto 2011

It's raining avocados

Nel giardino della casa di Lakeview abbiamo un gigantesco albero di avocado. 
Talmente gigantesco che non l'avevo neanche riconosciuto. 
Di notte ogni tanto venivamo svegliati da rumori secchi di qualcosa che cade dall'alto e non capivamo bene, ma ci riaddormentavamo tranquilli sapendo che la guardia all'entrata avrebbe fatto il proprio dovere, aiutata anche dal cane che le viene affiancato tutte le notti e che comunque siamo sbarrati in casa, con tanto di bottoni rossi per l'allarme, in un compound supersicuro e che anche se alla fine entrano in casa, hanno ben poco da rubare.
A proposito, i bottoni rossi sono già stati testati due volte; una per figlio. 
Oggi è toccato a Sveva che l'ha schiacciato nonostante le avessi detto di stare attenta e quando le ho chiesto se lo avesse fatto mi ha risposto no con la faccia tosta che sta sviluppando a rapidità soprendente qui in Kenya. 
Con la stessa faccia tosta ha risposto nou, come dice lei in inglese, al tipo della sicurezza accorso con la jeep a manetta e bardato di tutto punto, quando lui si è presentato alla porta chiedendo se avessimo suonato l'allarme. Era stato ovviamnete istruito in due secondi da me, prima che Sveva arrivasse alla porta, in modo che le mettesse un po' paura, ma non mi aspettavo che arrivasse addirittura ad agitare il manganello minacciandola di picchiarla la prossima volta. Ho pensato che ci andasse giù pesante, ma Sveva sembra non essersi lasciata impressionare, forse perchè il tipo brandiva il manganello e ridacchiava sotto i baffi...
Ad ogni modo, tornando ai rumori notturni, non avevamo collegato immediatamente che i tonfi che sentivamo erano in realtà avocados che venivano giù a tutta velocità. Solo quando la tata ha cominciato a raccoglierli e portarceli, abbiamo capito.
Adesso ho la cucina piena di avocados e non so che farci a parte metterne un po' nell'insalata e farne guacamole.
Comunque sono molto buoni e addirittura Sveva ha cominciato a mangiarli, mentre Filippo urla quando li mangiamo che sembra siano l'unico alimento rimasto sulla terra e poi li sputa e non è un bel vedere.
Filippo sta diventando davvero un selvaggio. Sarà forse che mangiando sempre con accanto una tata che mangia l'ugali che si mangia con le mani non ha proprio l'esempio migliore, sarà che possiede una naturale inclinazione a fare schifezze, comunque ormai mangia così male che sto per gettare la spugna. Tra un po' gli metto la ciotola accanto a quella del cane da guardia e vediamo cosa succede...probabilmente gli ruberà la pappa. Filippo al cane, intendo.
Però usa il cucchiaio. In maniera un po' personale, ma lo usa, mentre ha completamente smesso di usare la forchetta tanté che anche la tata a forza di sentirlo, ha imparato a dire mangia con la forchetta in italiano.
La tata è impressionante, davvero, tra poco parla italiano!
Filippo invece entra nelle stanze e con un sorriso dice hi e poi guarda la mamma un attimo, si gira verso la tata e corre verso di lei a braccia aperte, sicuro che lei lo prenderà in braccio.
E tutta la fatica che abbiamo fatto per non fargli prendere l'abitudine al passeggino e tutto l'orgoglio per il fatto che camminasse senza fare le storie che fanno un sacco di bambini che non vogliono camminare, sono andati a farsi benedire in un attimo.
So di essere un po' severa, ma vi giuro che il confronto con la tata mi sta facendo sembrare la matrigna di Biancaneve.
E' vero che la presenza della tata mi permette di fare tante cose per me, ma credo che l'educazione dei miei figli ne risentirà pesantemente.
Oggi sono passata dal castello, giusto per sapere a che punto stavano i lavori e devo dire che mi aspettavo qualcosina di più. Quando avevano detto che tale e tale intervento sarebbero stati fatti entro la tale data, intendevano non entro ma proprio quel giorno. Io quando dico entro intendo che cerco di farlo prima e se proprio le cose vanno male, quella è la data ultima da non oltrepassare. Loro invece iniziano a fare il lavoro il giorno che indicano come finale. La fine del lavoro invece è scritta nel libro del destino, hakuna matata.
Comuque, per poter entrare nel castello il giorno che dobbiamo uscire dalla casa di Lakeview, è necessario seguire una tabella di marcia serrata che se anche solo una cosa sgarra, salta tutto. E questo ovvimente non fa bene al mio stresseuropeismo.
Con molta gentilezza (giuro!) ho chiesto al compare di Mama Africa (lei non mi rivolge più la parola) se posso chiamarlo anche tutti i giorni e andare a verificare che i lavori vengano fatti e lui, gentilissimo, mi ha risposto che posso chiamare e andare dove voglio. 
Io posso chiamare, ma immagino che lui sia anche libero di non rispondere.
Ma non voglio essere la solita malfidata; vediamo se questa è la volta buona!

Ultima nota: ho trovato il mercato ortofrutticolo. 
Una baraccolpoli di banchetti ammonticchiati uno accanto all'altro, stracolmi di frutta e verdura di tutti i generi, che ti fanno assaggiare appena ti ci cade lo sguardo anche inconsapevole, con bucce di tutto buttate per terra e macachi che rubacchiano da un banchetto all'altro. I prezzi delle cose non hanno nessun confronto con i supermercati o Zucchini, ma soprattutto il loro sapore è impagabile. E poi dà proprio l'impressione di comprare direttamente dal produttore, o almeno dal primo intermediario...
E' facilissimo da raggiungere, subito dopo l'Aga Khan, quindi ormai ci vado ad occhi chiusi.
Penso che ci andrò circa una volta a settimana (da Runda sarà un po' più lontano).
Insomma, non sarà come un gruppo d'acquisto, ma penso che sia la cosa che ci va più vicino.
E a questo punto credo che, non avendo ancora trovato un posto fidato dove rifornirsi da proteine animali, abbiamo tantissime chances di diventare vegetariani....intanto inziamo con gli avocados, và!

martedì 26 luglio 2011

Ghe pensi mi

Everything in Nairobi is about knowing the right people.

Questo me l'ha scritto mezz'ora fa la persona che stamattina alle 7.56 mi ha mandato un email con i riferimenti di una casa temporanea disponibile.
L'annuncio diceva Lakeview come zona. 
Io ho messo Lake view su Google e mi sono ritrovata il segnalino su un'area che proprio ieri sera Felix mi aveva indicato come pericolosa dopo l'incontro che ha avuto con l'incaricato della sicurezza.

Ieri ho passato buona parte della serata a guardare siti di sitemazioni temporanee che andavano dall'hotel Sankara con la sua suite base a 45mila dollari per un mese (inizialmente avevo letto meno zeri e mi sembrava abbordabile tutto sommato...) al Mannonite Guest House, dall'aspetto molto più africancoloniale ma con il grosso handicap che le colazioni vengono servite a partire dalle 7.30, cioé più o meno un'ora troppo tardi per tenere buono il leoncino feroce che essendo nato vicino alla Svizzera evidentemente ne ha risentito e sugli orari non transige, nemmeno si fosse ingoiato un orologio a cucù.
Il risultato è stato che sono andata a letto decisamente demoralizzata e con una gran voglia di scambiare due paroline con Mama Africa. Prima di crollare a dormire però, quando la tipa da cui abbiamo comprato la mercedes mi ha scritto che non riusciva  a risolvere i problemi con il ministero dei trasporti e che non era sicuro che riuscisse a lasciare il paese il primo agosto e lasciarci contemporaneamente la macchina (già pagata per intero, ripeto per chi se lo fosse perso), le ho risposto che non era proprio la giornata per sentire di altri problemi e che non volevo nemmeno sapere se ce n'erano perché avevo già fatto il pieno quotidiano.

I più attenti di voi sapranno che la persona in questione, già citata in altri post , lavora per UNKLESA che tra le altre utilissime cose si occupa di relocation, cioé di sistemare i nuovi arrivati a Nairobi (casa, macchina, documenti, personale a casa, amenità varie). 
La persona in questione è anche una di quelle superefficienti e sveglie che connettono le cose prima ancora che voi glielo chiediate.

La persona in questione stamattina mi ha mandato il messaggio delle 7.56 con l'indicazione della casa temporanea disponibilie a Lakeview e che io ho cassato alle 8.49 fidandomi del fatto che Lakeview e Lake view fossero la stessa cosa.
Ovviamente non lo erano e menomale che Felix mi ha messo il dubbio. Sapete quel modo simpatico quando una crede di sapere tutto e il marito dice lentamente Sei sicura? e lei risponde stizzita Certo! Cosa credi, che non sappia fare una ricerca su Google? Mica sono deficiente! (questo non l'ho detto, perché non volevo dargli il diritto di replica...).
La seconda ricerca su Google ha evidenziato chiaramente che non sapevo fare ricerche su Google e che Lakeview non era la stessa cosa di Lake view.
Capito quindi che la cosa era di nuovo in ballo, ho richiamato la persona del messaggio delle 7.56 e le ho detto di essere interessata alla casa e lei mi ha prontamente messo in contatto con la sua collega (visto che lei in quel momento si stava occupando del problema della mia macchina...) che ho chiamato subito e mi ha detto che mi avrebbe messa in contatto a sua volta con una vicina di casa della proprietaria che mi avrebbe fatto visitare la casa. 
Ho spiegato che nella situazione in cui ero, la casa, la villa, il tugurio, qualunque cosa fosse l'avrei presa, ma lei ha gentilmente insistito perché mi mettessi in contatto con la vicina di casa.

Verso l'ora di pranzo, non avendo sentito ancora niente e non volendo passare per la solita stressata, ho mandato un timido SMS ricordando che mancavano tre giorni e poi eravamo in balìa degli eventi e dovevamo solo ripeterci come un mantra hakuna matata e forse le cose sarebbero andate a posto da sole.
Nessuna risposta dopo un'ora, che giustamente era l'ora di pranzo, quindi le ho lasciato il tempo di digerire. 
A lei sì, ma a Felix no e per la prima volta mi ha stupito non reagento con la solita calma (tranquilla, dai che si sistema tutto! La versione felixiana di hakuna matata insomma...), ma invitandomi caldamente a richiamare la tipa per avere il numero della vicina.
Menomale (ma perché due volte in un giorno ha avuto ragione lui?!) perché la tipa mi aveva mandato un SMS che non avevo ricevuto (PS: non so perché sul numero locale a volte ricevo, a volte non ricevo, a volte riesco a chiamare l'estero, a volte non riesco a chiamare l'estero...hakuna matata comincia dalla simcard!).

Bene, a quel punto, annotato il numero della vicina e saputo tra parentesi che anche qualcuno della Banca Mondiale era interessato alla casa, ho ringraziato velocemente e chiamato immediatamente la vicina. 
Ho cercato di non apparire disperata, ma quando mi ha detto può passare quando vuole, ho risposto ORA prima che finisse la frase.
Quindi, Sveva al seguito, cartina aperta sulle ginocchia, mi sono messa in cammino per Lakeview, non Lake view, e ho trovato la casa alla prima (sto diventando una bussola...per anni mi sono persa per andare a Gavirate e tra un po' faccio la tassista a Nairobi. Ok, tra un po'...).

La vicina è stata molto carina, mi ha fatto vedere tutta la casa anche se dal cancello continuavo a ripetere la prendo
Mi ha dato anche un sacco di dritte su un sacco di cose che spaziavano dal dove comprare formaggi francesi (è francese sia lei che la proprietaria della casa) a quale provider è migliore per la connessione internet.

Domani Felix passa a farsi spiegare dal marito della vicina cose che le donne sono assolutamente incapaci di capire, tipo come funziona il generatore (quelle cose che anche se le capiamo e per caso una volta non funzionano, i mariti ti fanno sentire come se fossimo delle complete deficienti) e venerdì trasloco.

La chicca della giornata è stata quando il capo di Mama Africa al quale avevo inoltrato prontamente alle 9.01 il messaggio delle 7.56, snobbato alle 8.49, al quale lui ha risposto hakunamatatamente alle 10.28, mi ha dato il suo benestare per la casa dal punto di vista della sicurezza e mi ha chiesto en passant se non avevo per caso un'altra casa a disposizione per una collega di Felix che si trova nella stessa situazione nostra. 
Gli ho dato tutti i contatti possibili ovviamente perché come dice la persona in questione che ci ha venduto macchina (pagata e non ancora ricevuta), la lavatrice (idem) e trovato la seconda sistemazione temporanea, everything in Nairobi is about knowing the right people.

lunedì 25 luglio 2011

Hakuna matata

Lo scorso lunedì, una settimama fa, una signora dell'ufficio, che tra le altre cose si deve occupare della nostra sitemazione, mi ha accolta con un abbraccio, dicendomi che lei era come una nuova mamma per me e che non mi dovevo preoccupare di niente, Hakuna matata, perchè tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Il suo collega, un signore molto gentile e all'apparenza competente, mi ha assicurato, sempre lo scorso lunedì, che per terminare i lavori necessari nel castello a noi assegnatoci alla periferia di Addis Abeba, aveva bisogno di una settimana circa e che quindi il trasferimento nel castello, previsto per questo venerdì (tra quattro giorni, ndr) non presentava problemi.

Nel frattempo, visto che non ci era stato possibile dire no alla proposta del castello, ci siamo organizzati per la scuola dei bambini, abbiamo trovato la tata e promessole che da venerdì avrebbe avuto un tetto sulla testa, contattato i traslocatori che hanno prontamente inviato il container che sarà a Mombasa il 16 agosto e, passati controlli di routine che dovrebbero prendere una settimana/dieci giorni, arriverà prima della fine di agosto e comprato lenzuola, coperte, piatti, bicchieri, tazze, pentole, tutto doppio perché non potevamo abitare in una casa vuota per un mese.
Ieri stavamo per comprare il letto per la tata, ma non abbiamo avuto tempo (il letto per la tata non rientra nella dotazione del castello).

La signora Mama Africa, salutandomi, mi ha ripetuto Hakuna matata, rilassati, sei in Africa, non fare l'europea stressata. E io mi sono sentita la solita viso pallido stupida che non ha capito niente della vita.

Oggi, ci dicono dalla regia, che stanno cercando di trovarci (CERCANDO DI TROVARCI) una sistemazione in un albergo, magari due camere che si sta più larghi e che putroppo tutti i residence ammobiliati ormai sono occupati. Dovremmo stare in questa sistemazione provvisoria (sempre che la trovino, visto che a quattro giorni stanno CERCANDO) per un mesetto. DovreMmo, non dovremo.

Ora, io ho fatto la figura dell'europea stressata con Mama Africa perché le ho detto due o tre volte (tre probabilmente...) che preferivo fissare subito una sistemazione piuttosto che scoprire all'ultimo che la casa non sarebbe stata pronta.
E mi sono sentita pure stupida!

Il mio piano B in questo caso era farmi sistemare al Tribe, hotel di lusso nei pressi di Village Market, la zona che LORO hanno selezionato per noi.

Hakuna matata, ora chiamo io e CERCO DI PRENOTARLO.

sabato 23 luglio 2011

La notte porta consiglio

Ho letto un po' di tempo fa, non ricordo più dove, che quando uno si sveglia nel cuore della notte e non riesce a riaddormentarsi dopo più di mezz'ora, quaranta minuti, si deve alzare, farsi una camomilla, leggere o fare qualcos'altro di rilassante, ma è assoloutamente inutile e controproducente starsene a letto a rigirasi da una parte all'altra.
Bene, non l'ho mai fatto perché mi faceva troppa fatica alzarmi e farmi una camomilla e soprattutto perchè pensavo che il giorno dopo l'avrei scontata con gli interessi, perché è noto che quando la mamma ha sonno ed è cotta è quello il giorno in cui i figli faranno più casino di tutti.

Verso le 3.30 stanotte Filippo ha lanciato un urlo e io da brava mamma premurosa sono scattata su come una molla e sono andata a controllare: aveva perso il ciuccio, il cucciolo!
Ciuccio è una delle tre parole fondamentali che a quasi due anni sa dire, insieme a pappa (che porebbe essere confuso a volte con papà, ma vi assicuro che lui intende cibo) e ancora, generalmente detto quando il piatto è vuoto.
Filippo ha capito la vita; mangia come un bufalo e dorme e quando c'è qualcosa che non va basta un urlo e la mamma scatta.
Tipico maschio italiano insomma.

Ho provato per quasi un'ora a riaddormentarmi e poi ho deciso di tentare e mettere in pratica il suggerimento.
A metà e male, ne sono sicura, perché non mi sono fatta la camomilla (dovrei scendere al piano di sotto, ma più che altro fare rumore per aprire il safe heven, il cancello che isola il piano più alto dove stanno le camere da letto e che ci mette al sicuro da eventuali incursioni notturne...in un compound dove c'è un livello di sicurezza esagerato e ci sono più guardie a giro che residenti; tanto per dire, l'altra sera avevo lasciato le luci della macchina accese e una guardia ha suonato per avvertirci). 
Non mi sono nemmeno messa a leggere per non accendere la luce e svegliare anche Felix.
Mi sono messa a fare la cosa che dicevano di non fare: stare davanti al computer che effettivamente sveglia ancora di più.
Però sto ascoltando Nick Drake che è molto rilassante, ma non credo basti.

Il fatto è che non sono più stanca.

L'effetto altitudine e cambio di clima è passato (cambio di clima per ridere; qui dovrebbe fare freddo in inverno e pare che sul Lago piova a dirotto e sia l'estate peggiore!), il superlavoro di stare dietro alle piccole pesti tutto il tempo lo fa qualcun'altra (dalle 9 alle 5 che non è tutto il tempo, ma vi assicuro che fa una differenza incredibile!), quindi io non ho altro da fare se non riposarmi!
Un attimo, qualcosa faccio anche io, ma sono attività rilassanti se comparate al superlavoro sopracitato e dimostra che il mio stato prostrato di depressione strisciante e malumore costante, sottolineato da un totale abbandono del mio aspetto fisico, era dovuto, oltre che al tempo umidiccio del Lago, anche al superlavoro. 
Non sono fatta per fare la supermamma 24 ore al giorno e questa è una conferma!

Tra le attività di questa settimana:

Supervisione dei lavori in casa nuova. Come se fosse casa nostra e soprattutto in ristrutturazione! La supervisione è consistita in: a) arrivare alla casa da sola, sbagliando strada ovvimente e finendo in periferia (come se Runda non fosse già da quelle parti o come dice Felix più vicina ad Addis Abeba che a Nairobi...), b) incontrare le persone della commissione che sulla carta dovrebbero seguire l'avanzamento della cosa e che vedevano lunedì la casa per la prima volta, prendendo appunti sulle cose da fare...a due settimane dalla data in cui dovremmo trasferirci lì, c) spiegare per la quarta volta al padrone di casa che non voglio che mi lasci le tende in affitto a 75 euro al mese perché non le uso (non so se sono io strana a non usare le tende o qui c'è un businness incomprensibile con le tende per cui pare quasi il pezzo più importante dell'arrendamento delle case...) e d) comprare finalmente le cose che ci serviranno nel primo momento in casa, in attesa del container, dopo aver comparato i prezzi di tutta Nairobi più o meno.
Adesso abbiamo tutto, persino una friggitrice (che come è noto è un bene di prima necessità) dataci in regalo dalla vicina di casa austriaca che ieri ha fatto il trasloco e voleva palesemente liberarsene, insieme ad una bottiglia di Aperol che non so perché l'ha fatta pensare a me (associazione di nazionalità? Quelle robe tipo pizza, mafia e mandolino?) ed un set per giocare a pelote per i bambini (Ma forse sono un po' piccoli no? Cresceranno e poi ce l'hanno nel sangue, siete italiani o no? Veramente io sapevo che il pelote è spagnolo! Vabbé, italiani, spagnoli, fa lo stesso...).

Sviluppo del senso del commercio. Test pratico presso due mercati masaai. Numero degli oggetti acquistati: ridicolo (cinque più un gentile omaggio), ma adesso ho un quaderno pieno di numeri di telefono e indicazioni su tutto quello che i masaai cercano di vendere ai turisti a Nairobi. In più mi sono fatta un sacco di amici; alla fine della prima mattina, al mercato del Westgate Mall, i venditori mi fermavano dicendo Adesso scrivi anche il mio numero e quello che vendo, voglio esserci anch'io sul tuo quaderno! Credo mi abbiano scambiato per una commercinate anche se ho spiegato un sacco di volte che non lo sono e che starò qui per qualche anno, quindi non sono disposta a pagare prezzi turistici sennò vado in fallimento subito e che insomma, mi considerino un viso pallido certo, ma almeno residente (e fa differenza, vi assicuro!).

Nuove amicizie. Il pacchetto di benvenuto di Raf includeva, oltre alla casa, la macchina, la tata e l'autista, anche le amiche. Il risultato è che Filippo ha già incontrato due volte la sua nuova amichetta Vivi che ha la stessa età e probabilmente andrà allo stesso asilo da gennaio (e che anche lei è per metà teutonica), Sveva domani è invitata alla festa di compleanno di Luca (già a sentire il nome le si sono illuminati gli occhi, visto che il suo grande amore dell'asilo sul Lago è Luca appunto. Quando ha incontrato il Luca di Nairobi che non ha quell'aria così mediterranea e non è più alto di lei, c'è rimasta un po' perplessa, ma poi mi ha confessato Sai mamma, in fondo è bravo anche questo Luca qui!) e io ho fatto conoscenza con le relative mamme e adesso ho un sacco di dritte che spaziano dagli ospedali/pediatri ai parrucchieri. In più ieri ho pranzato con Boyana, la tipa che ci vende la macchina (nel senso che noi gliel'abbiamo pagata per intero e lei ancora non ce l'ha data perché i documenti non sono pronti...ma noi ci vogliamo fidare!) e che lavora per l'UNKLESA, già citato in qualche post precedente, dove non ho assolutamente possibilità di entrare perché è solo per consorti di chi lavora per le UN, ma mi ha spiegato che esiste un altro network di volontarie che è invece aperto a tutte le altre consorti e che organizza moltissime cose (io che avevo snobbato il Club delle Donne d'Europa sul Lago....).

Cooking. Ahhh, finalmente ho così tanto tempo che ho ricominciato a cucinare. Non per la sopravvivenza, proprio a cucinare dico! Lo scopo che mi sono prefissa è adattare piatti classici alla disponibilità di cibo locale (per esempio, cucinandola ho capito che la sukuma è una parente nemmeno troppo lontana delle cime di rapa...magari adesso trovo delle orecchiette di tef e metto su un ristorante interculturale, tipo il Toscocina di Firenze). Come al solito ho esagerato, quindi adesso abbiamo in frigo roba per aprire appunto il ristorante, ma conoscendo i componenti della famiglia so che non mi devo preoccupare troppo.

Ciuccio, pappa e ancora appunto....magari riesco a fargli imparare per favore come quarta parola, almeno sarebbe un bufalotto con una sua educazione!

Intanto sta spuntando l'alba e il coro di uccellini africani sta prendendo vita.  Tra poco la luce vincerà la barriera delle tende e sveglierà Filippo che tirerà tutti giù dal letto (me no questa volta, olé!).....Penso di sapere a cosa servono le tende adesso! Dov'è che ho messo il numero del padrone di casa??


martedì 5 luglio 2011

Jungle food

Ci si abitua immediatamente alle tate (tuu nannis is megli che uan!). Ieri abbiamo fatto la prova con Leni ed era fantastico averne una a bimbo...riuscite ad immaginarlo?? Questa settimana Leni tornerà altre due volte e giuro che questa volta la smetto di preoccuparmi e mi metto davvero a farmi i fatti miei. Devo essere sembrata la solita mamma pallida apprensiva; le ho chiesto almeno cinque volte se sapeva cosa fare in caso di emergenza (e io cosa faccio in caso di emergenza? Chiamo il pediatra o la Giuliana). Alla fine mi ha sorriso, con quel sorriso calmo e sereno degli africani, e mi ha risposto Ho una figlia anch'io.
Ecco, zitta e buona mamma pallida!

Comunque, nonostante l'apprensione sono uscita da sola (cioé con Steven, l'autista) per cercare cibo per le nannies (farina di mais per fare l'ugali, una specie di polenta ma molto più bianca della nostra, e skuma, le verdurine che l'accompagnano). Testona come sono volevo fare come gli africani che vanno al primo chioschetto lungo la strada e comprano le cose lì. Quando gliel'ho detto, Steven mi ha guardata con un misto di pietà e rassegnazione, poi mi ha docilmente accompagnato dove indicavo (cioè più o meno un gira qua, gira là a casaccio), lasciandomi chiedere informazioni, come se potessi davvero capire le indicazioni stradali degli omini dei chioschetti, per poi intervenire in mio soccorso e farsi spiegare le cose in Swahili (e a quel punto potevano anche raccontarsi le barzellette senza ridere che per me sarebbe stata la stessa cosa...). Risultato del giro: niente di niente dai chioschetti e siamo finiti ad un supermercatino favoloso su Peponi road che niente ha da invidiare ai grossi supermercati delle malls, dove ho trovato pane fresco e non tagliato e insacchettato, manghi meravigliosi, un avocado che non avrei mai detto tale (diciamo grande almeno il doppio di quelli che si vedono da noi), ma niente skuma.

La sera Felix mi ha fatto vedere quali mobili la Commissione sta acquistando per noi e devo dire che ho sentito il rumore dei pezzettini del mio bel sogno di arredare la casa in stile mooolto africano che cadevano sul pavimento. Non è che sia molta scelta comunque dai fornitori ufficiali e nemmeno posso chiedere di andare in giro a cercare le cose che piacciono a me, anche perché sono mobili che rimarranno nella casa e per fortuna il castello è abbastanza grande per farli sparire....

A cena finalmente Filippo ha ricominciato a mangiare. Nel senso che ha ricominciato a mangiare le solite quantità di cibo, figuriamoci se smetteva di mangiare veramente! La cosa che l'ha finalmente convinto che la pappa qui è buona quanto a casa è stata.....il porridge! Si vede che è stato svezzato parzialmente in Inghilterra...probabilmente ne rimarrà segnato a vita e si alzerà di notte per spalmarsi una bella fetta di pane e marmite.

Stamattina invece abbiamo abbandonato il mangione con Jane e io e Sveva siamo andate a fare shopping al Westgate Mall. Oddio proprio una seduta di shopping compulsivo non è stata; era più una ricognizione per capire dove trovare e quanto potevano costare le cose doppie che dovremo comprare quando andremo a stare nel castello (fine luglio) ed il container non sarà ancora arrivato (al più presto arriva a Mombasa il 12 agosto e poi ci vogliono altre due settimane di sdoganamento, poi ci sarà la pioggia, poi lo sciopero dei trasportatori, poi l'invasione delle locuste ed infine il traffico nell'ora di punta). E' così stupido sapere di aver spedito mezza casa e dover ricomprarne altra mezza! Ma tanto il castello è grande e la roba sparirà in qualche anfratto.
Ad ogni modo un po' di shopping l'abbiamo fatto davvero...scarpe nuove per la Sveva: finalmente le crocs (ma vi pare che devo andare in Kenya per comprare a mia figlia il suo primo paio di crocs??).
Oltre alla crocs abbiamo comprato anche un sacco di schifezze da mangiare, quelle cose che si mangiano in vacanza, tipo patatine, noccioline, anacardi (sto diventando un anacardio), piselli arrosto con chili, matoke (banane) fritte e salate che la Sveva divora (lei invece diveterà un matoke), succhi di frutta (mica quelli normali che compravo al conad, tipo pesca, pera...no, qui compriamo mango a gogò, lichi, frutto della passione, papaya e solo occasionalmente ananas). Insomma ci stiamo nutrendo di qualcosa a metà tra junk e jungle food, ma prima o poi tornerò a propinare alla mia famiglia solo cose sane e salutari, anzi, ho tutta l'intenzione di fare (fare) l'orto nel giardino del castello.
Nota finale sul junk food, stasera con Felix ci siamo fatti fuori una gelatina di lime, senza aromi aggiunti però...

Ah, Sveva ha fatto amicizia, ma non ha ancora chiaro se il suo nuovo amico si chiami Ryan o Christian....comunque l'importante è che faccia amicizia ed è davvero divertente sentirli giocare, una che parla come una radio in italiano (ma non capisciiii??) e l'altro che sorride rassegnato e risponde in inglese. Il risultato è che i bimbi sono sempre fuori al parco giochi e non è davvero male questo (a parte per i pantaloni che tuti i giorni tornano rossi di terra africana a casa...).

Bene, adesso Felix sta riempiendo tutti i moduli per aprirci un conto presso la Commercial Bank of Africa...suona importante no? Poi vi scrivo il numero di IBAN o quello che usano in Africa e potete fare donazioni se volete....

Ultimissima cosa per oggi: potrò dormire tranquilla stanotte e non rigirarmi nel letto pensando a che faccia ha lo skuma.
Oggi al supermercato del Westgate ho adocchiato della roba verde che aveva tutta l'aria di chiamarsi skuma, l'ho presa sicura e mi sono avvicinata soddisfatta al tipo che pesa le verdure chiedendo è questo lo skuma?, lui mi ha guardata con la solita aria compassionevole per la tipa pallida che da i numeri rispondendomi no, sono spinaci!
Allora ho capito che lo skuma era l'altra roba verde accanto, quella che sembravano erbette. Poi a casa Jane se l'è cucinato per sé e me ne ha dato un po' e mi si è aperto un mondo: mi piace un sacco!!
Quindi stanotte potrò dormire sonni tranquilli sapendo che faccia e che sapore ha lo skuma.
Buonanotte......


domenica 3 luglio 2011

Il Fioristrada

Diciamolo, se non avessimo la casa, dentro questa macchina potremmo dormirci!
Noi facciamo campeggio in un furgoncino VW, figuratevi cosa possiamo fare con questo coso qui.
Bene, stamattina ci siamo avventurati senza l'autista per Nairobi (Raf, la macchina è ancora tutta intera!) fino a, nientepopodimenoche, la residenza dell'ambasciatrice olandese che vende appunto questa macchinina.
D'altra parte, casa grande, macchina grande, giusto?
In fondo siamo noi che non siamo abituati, ma qui è piuttosto comune girare con il carroarmato (o il fioristrada come dice la Sveva), quindi ci abitueremo.
Dobbiamo ancora richiamare l'ambasciatrice e confermare, ma sembra un buon affare, quindi mi sa che confermeremo, così come abbiamo confermato il castello, dopo una serie di consultazioni telefoniche ed una notte di ragionamenti.
E se non andrà bene il castello, cambieremo....insomma, mica ci incatenano lì, no?

Oggi è sabato e siamo senza babysitter....mi sono già abituata e infatti facciamo un po' fatica a tenere a bada le bestioline, anche perchè qui Filippo dorme davvero molto meno nel pomeriggio e non so più cosa fargli fare; vuole continuamente uscire.....
Lunedì comunque proviamo la ragazza che Simon ci propone, Leni, quindi la prossima settimana grazie a questa prova, ne avremo due, una per figlio e direi che non è male!!
E se va bene, mi sa che la fissiamo anche per il prossimo finesettimana, così noi ci rilassiamo.
Forse sentiamo ancora un po' tutti la stanchezza (l'altitudine fa questo effetto??) perchè siamo un po' nervosetti e addormentati, ma non riusciamo davvero a riposare. Speriamo migliori.

Ultima nota; dopo la visita dall'ambasciatrice abbiamo fatto un salto al Village Market per farci la tonnellata di foto richiesta per i documenti (12 foto per ogni adulto e 6 per ogni bambino....e poi ci lamentiamo della burocrazia in Italia!) ed abbiamo approfittato per andare all'Art café dove i bambini hanno diviso amorevolmente un succo di mango per circa due minuti e poi cominciato a litigare e fare una tale baccano che abbiamo pagato e siamo usciti in tutta fretta......chissà tra quanto potremo rimetterci piede senza essere riconosciuti!

venerdì 1 luglio 2011

Home sweet home.....?

Questa potrebbe essere casa nostra.
Oggi alle 3 andiamo a vederla. Vi risparmio le foto degli interni, tanto è tutto vuoto.
La prima volta che ho visto le foto ho pensato quale parte di questa bifamiliare è per noi?, poi ho capito che una parte è la guest wing, l'ala per gli ospiti, l'altra è il resto per noi.
Da quando ci hanno spedito le foto abbiamo chiesto un po' di pareri ad amici e conoscenti perchè se la casa pare davvero carina, superspaziosa (6 camere da letto, come dicevo nel post precedente...), con un giardino immenso, in un quartiere ambito, etc, etc, il punto è che non si riesce a capire quanto davvero cambieranno le nostre abitudini abitando lì.
Il traffico a Nairobi è pazzesco, dicono, specialmente nelle ore di punta (quando ho chiesto ad Abdul che ci è venuto a prendere all'aereoporto quali fossero, praticamente mi ha risposto tutto il giorno, tranne la pausa pranzo!) e Felix rischia di passare in macchina dalle 2 alle 4 ore al giorno, di dover uscire di casa alle 6 di mattina (di solito ci alziamo alle 7.30.....) e tornare stanco e arrabbiato per il traffico.
Ecco, non sarebbe un cambiamento positivo delle nostre abitudini direi....
Il problema è che dall'ufficio spingono parecchio perché accettiamo questa casa; dicono che non ce ne sono altre disponibili fino a ottobre e che quindi dovremmo stare in albergo/residence per mesi.
A me sembra un po' una balla.
In tutta Nairobi non c'è un'altra casa disponibile che rispetti i criteri di sicurezza della Commissione??
E' vero che questi criteri sono piuttosto rigidi, ma insomma, uno sforzettino!
Ad ogni modo, adesso andiamo a vedere e poi se prenderemo il palazzo siete tutti invitati...ci stanno anche un sacco di tende in giardino per l'overbooking....