Visualizzazione post con etichetta aereo. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta aereo. Mostra tutti i post

sabato 14 luglio 2012

Migrazioni

Eccoci qua, quasi pronti alla partenza. Quasi pronti alla migrazione stagionale.


Valigie pronte, mezze vuote nella beata speranza di riempirle di cose utili e non al ritorno; vestiti leggeri nella beata speranza che non succeda di nuovo che ci portiamo dietro la pioggia da un continente all'altro e medicine ridotte allo stretto necessario nella beata speranza che l'otite di mamma rimanga l'evento più importante da riportare negli annali delle migrazioni di famiglia.

venerdì 25 maggio 2012

Addis


Addis è dove tutto è cominciato.


Dove è iniziata la mia Africa e anche se ci ho messo un po' ad arrivarci, adesso credo di essere in Kenya grazie a quel viaggio di tanti anni fa in Etiopia.

Addis non è come la ricordavo; non c'è niente delle immagini che ancora rivedo se chiudo gli occhi, è tutto cambiato, moderno, pieno.

Però le facce delle persone sono familiari, i tratti dei visi, la luce negli occhi; c'è qualcosa che mi ricorda altri visi incontrati anni fa.

sabato 7 gennaio 2012

Karibu tena!


Non è male passare dalle foglie secche di quercia alle ninfee in fiore nel giro di qualche ora.
Qualche è ironico…provate voi a passare qualche ora con Filippo sveglio costretto su un aereo, carico come una molla. Bastano cinque minuti per farvi diventare scemi.
Quando poi scappa in prima classe e mi ritrovo la hostess che mi guarda malissimo e ordina, neanche troppo gentilmente, di tornare tra i plebei, mentre Filippo si ritrova a tu per tu con un distinto signore indiano, con tanto di turbante e lunga barba bianca e lo chiama Babbo Natale….
Menomale che ad un certo punto siamo riusciti a disattivarlo.
Invece per disattivare Sveva basta la televisione; ha visto tutto il programma della Swiss dedicato ai bambini, film e cartoni, ha preso cioccolatini a manciate dal cestino che le hostess ci porgevano per prendere un assaggio di Svizzera e bevuto coca cola quanto basta per tenerla sveglia per due mesi. Però era totalmente disattivata e questo ci è bastato.

Vediamo, che scusa posso trovare questa volta per il lungo silenzio stampa?
Natale? Capodanno?
Ok, pigrizia!
Allora faccio un veloce Rider’s Digest…vi mancavano, giusto?

Dunque, Natale con i tuoi. Noi siamo fortunati perché le nostre due famiglie festeggiano in due giorni diversi (consecutivi, non una il primo dicembre e l’altra il quindici ovviamente) e non vivono molto distanti (solo un’ora di macchina…ci poteva andare molto, molto peggio). 

Quindi primo Natale con die Familie e secondo con la Famiglia. Doppio albero, doppia distribuzione dei regali, doppio pranzo/cena di Natale…e quest’ anno un solo Babbo Natale, ma è bastato a Filippo per diventare un suo acerrimo fan. I bimbi si sono divertiti un sacco con i nonni, in campagna, in città. 


Sveva ha pattinato sul ghiaccio… c’è anche a Nairobi pare la pista, ma non credo abbia lo stesso impatto, soprattutto se cadi; almeno in Italia sei imbottito…
Filippo non la smetteva più di urlare pikipiki a tutti gli scooter che gli sfrecciavano accanto.
Noi ci siamo goduti un po’ di tranquillità quando i nonni facevano da tata (mi dispiace nonni, ma ancora ne avete di strada da fare se volete competere con la Tata!) e siamo anche riusciti ad andare al cinema (Le idi di Marzo e Almanya. Entrambi validi).

Quest’anno sono anche riuscita a mandare gli auguri di Natale a tutti (spero di aver incluso tutti), con una mail vuota e un’immagine in allegato assolutamente non riconducibile alla nostra famiglia, con il risultato molto probabile di essere finita nella cartella dello spam.

Se avete ricevuto questa foto, è mia, non è spam; la prossima volta mi firmo….

Tornati sul Lago abbiamo festeggiato il Capodanno con la Patafamiglia e altri amici e abbiamo concluso l’anno contornati da bambini, funghi, anatre all’arancia e lampredotti e abbiamo fatto molto più tardi di quanto non avessimo fatto negli ultimi anni…

Ultimo frenetico giro di amici, ultima indigestione di arance e mandarini (sarà perché ci siamo imbottiti di vitamina C, ma siamo passati indenni dal mese di freddo polare…polare per noi, insomma), ultime sere davanti alla stufa con Filippo che continuava a ripetere fuoco, don’t touch! e poi appena poteva toccava il vetro con tutto quello che aveva a portata di mano in modo da fonderci sopra qualunque materiale avessimo in casa e ultimi piatti a mano da lavare grazie alla nostra gloriosa lavastoviglie che ha tirato le cuoia dopo anni di onorato servizio.

E di nuovo sveglia prima dell’alba, saluti alla casa sprangata, al gatto, check in all’aereoporto, innumerevoli tentativi per rendere Filippo inoffensivo in aereo, sbarco, coda per il visto, amico dell’amico tassista ad aspettarci, viaggio verso Runda nel traffico dribblando matatu, arrivo al castello buio perché era appena saltato anche il generatore, Guardone che ci apre il cancello e sorride e così via.



La mattina dopo abbiamo poltrito (tutti; Filippo dal 1 gennaio dorme la mattina come un ghiro, miracolo!), ma quando ci siamo avvicinati alla tenda della finestra ed abbiamo sentito il caldo che arrivava dall’altra parte, quando abbiamo visto la luce del sole africano, devo dire che ci siamo sentiti un po’ a casa.

La temperatura a mezzogiorno ha raggiunto i 34.5 gradi. 
Secco, leggera brezza, maglietta e pantaloncini, bimbi in piscina nel prato e mango a merenda.

Il prossimo anno col cavolo che andiamo via da questo clima a Natale! 

(Karibu tena = bentornati in swahili)

lunedì 12 dicembre 2011

Back is Black

Proprio nero no, ma il rientro è un po' grigino.
Piove.
Che avevo detto?
Sto seriamente considerando di proporre l'intera famiglia per viaggi contro la siccità.

Gli sciamani. Rain family.

Il viaggio in economy è leggermente più scomodo di quello in business. Leggermente.
Ma la cosa che ci ha fregato è stato viaggiare di notte. Per fortuna il ritorno sarà di giorno. E in fin dei conti non è stato così drammatico, via.

Semplicemente mancava la tata....

La nota di colore l'hanno data le mie scarpe. Da ginnastica, usate molto di rado, praticamente nuove, ma datate.

Sono esplose, letteralmente.

Ovviamente nel momento in cui sono scesa dalla macchina di Crispin, il nostro tassista privato, arrivando all'aeroporto di Nairobi dopo una lunga ed estenuante sfida con il traffico e nell'impossibilità assoluta di fare un salto a prenderne un altro paio.

Sì, mi ero portata qualcosa in valigia, ma provate voi a fare un viaggio lungo con gli stivali invernali e il tacco alto. Ok, magari qualcuno ci riesce, ma io no.

L'alternativa era comprare un paio di sandali infradito masaai al duty free.
Mi sono immaginata a scendere dall'aereo a Malpensa con gli infradito masaai l'undici di dicembre e mi sono tenuta le mie scarpe esplose che in fondo non si notavano così tanto se non per il fatto di lasciare una scia di polverina bianca dappertutto.
Menomale che l'allarme antrace è passato da un po', al limite mi fermavano per trasporto di coca....

Comunque, siamo arrivati puntualissimi (grazie Swiss), i bagagli erano tutti ed integri (grazie a Dio), abbiamo trovato una mercedes ad aspettarci all'aereoporto (grazie Pini), la nostra casina calda calda e il pranzo pronto (grazie Lorena e Rino), siamo andati a fare la spesa al nostro supermercato abituale (spendendo una sassata per non comprare niente....decisamente abituati ormai allo standard africano!) e abbiamo spento le luci alle sette e mezzo circa (che comunque per noi sono le nove e mezzo, cioè l'ora abituale in cui andiamo a letto quando Felix si deve svegliare alle cinque-e-quarantacinque la mattina dopo) e buonanotte ai suonatori.

Adesso ci apsetta un'agenda fitta di impegni ed incontri, ma noi abbiamo dalla nostra l'effetto altitudine, con globuli rossi raddoppiati ed energia da vendere...
Torneremo in Kenya tra un mese, stravolti, lasceremo i figli in braccio alla tata sulla soglia di casa e ci riposeremo per una settimana.

Forse...

venerdì 9 settembre 2011

AccadueO

Tutto scorre tranquillo al castello.

Anche l'acqua.

Troppo tranquilla .... direi che adesso sta proprio esagerando!

L'idraulico Wilson (non riesco a non associarlo all'amico pallone Wilson di Tom Hanks in Cast away....) ormai è di casa e ogni volta che viene ripara qualcosa e ne rompe un'altra. Poi se ne va sorridente dicendo E' tutto a posto adesso, se Dio vuole e io rispondo Grazie, incrociamo le dita, Inshalla.

Non funziona mai la cosa di incrociare le dita, infatti Wilson torna regolarmente il giorno dopo.

Adesso i rumori sospetti nel sottottetto non ci sono più e abbiamo una nuova pompa dell'acqua che è troppo forte per le vecchie guarnizioni, quindi tutte le volte che facciamo la doccia si allagano i tre bagni ed il guardaroba. 
Sto meditando di usare stivali di gomma la posto dell pantofole e fregarmene, hakuna matata.

Nel frattempo non riusciamo a fare il contratto con l'azienda dell'acqua (Runda Waters, mi piace il nome!) perchè .... non so perché, soliti problemi africoafricani, ma se ci chiudono l'acqua perchè non abbiamo il contratto in fondo il lato positivo è che non si allagherà più la casa.

Francamente me ne infischio, come diceva Gable in Via col Vento, perché tra qualche ora prendo un aereo e me ne vado; acqua, tubi, idraulici, contratti e tutto il resto andate a farvi benedire!

Vado a fare la testimone di nozze a mio fratello che finalmente si accasa e poi ritorno in Kenya in tempo per la cena di domenica. Con mamma a seguito.

Due notti di seguito in aereo; in economy si può anche dormire in fondo, ma se gli orari sono messi male e a metà notte c'è uno scalo (ad Addis Ababa) non so quanto ci riuscirò....

Vabbé, in fondo quando torno devo solo fare l'inserimento di Filippo all'asilo; lui giocherà con tutti i super giochi tedeschi in legno non trattato e con colori assolutamente atossici e io dormirò sullo zerbino di gomma africana fatto con copertoni di camion reciclati che sta fuori dalla sua classe.


Non credo ci farò troppo caso...



venerdì 1 luglio 2011

Farewell paranoia

Beh, va detto; la business non è male.
Anche se viaggi da solo, ma di sicuro con due bambini di cui uno che probabilmente farà l'ingegnere aereospaziale e intanto si allena a cercare il pezzo più piccolo smontabile (e non) dell'aereo. Ad ogni modo la situazione è questa: Sveva mangia la sua pasta al pomodoro del kids menu (potevano sforzarsi un po' di più visto cosa danno agli adulti...) ad una lentezza sorprendente, aiutata anche da Tom & Jerry sullo schermo davanti, Felix legge un giornale di cui non riesco a leggere il nome dalla mia posizione,

Filippo dorme beato al mio posto con il sedile in posizione letto (la business non è male, ripeto) con una bella coperta a fargli da tenda e io scrivo seduta a cavalcioni del mio sedile espropriato dall'infant, in posizione non proprio comoda, ma tenendo comunque il neutro del pilates non per scelta ma perché non posso proprio andare indietro...
Ma soprattutto sto ascoltando le greatest hits degli A-ha e questo mi riconcilia con il mondo!

Ma torniamo indietro rapidamente per alcuni episodi salienti degli ultimi giorni.

TRASLOCO. Anche se avevo già fatto un trasloco con una ditta (nel senso, non impacchettando tutto da sola e invitando gli amici ad aiutarmi a caricare sul portapacchi di chissò quale macchina in cambio di una cena), devo dire che non c'è stato paragone. Questa volta erano così professionali che non ho sentito minimamente il bisogno di stare lì a controllare...anzi, alla fine ero talmente rilassata che ho ricamato il bavaglino per Gaia!

FAREWELL PARTY. A dove se non ad Arolo dove tutto è cominciato? Gli aperitivi di Caterina non hanno deluso le aspettative (mi sono innamorata degli involtini di ananas e prosciutto...) e gli amici erano proprio quelli con cui volevamo stare (peccato per alcune defezioni, ma come competere con la festa di Midsommar?)
ULTIMO GIORNO. Sempre all'ultimo anche voi? Io per quanto cerchi di organizzarmi finisco sempre tutto all'ultimo minuto dell'ultimo giorno. E così la sera prima di partire, alle undici e passa circa, ero ancora lì a pulire, fare valigie e coprire tuto con teli e roba simile. Adesso la casa è uno splendore (grazie anche al lavoro straordinario dell'Ilenia...) e noi vivremo nell'altro emisfero, però l'anima casalinga che è in me è felice lo stesso, si sente in pace con se stessa. Le valigie alla fine erano quattro, grandi ma grandi davvero, tre zaini di cui due per i computer e uno per i beni di prima necessità (pannolini, giocattoli, datteri dello zio Enrico...) e il trolley della Sveva con tutti i giochi che è riuscita a metterci dentro. Ah, e due seggiolini auto, tanto per non farci cogliere alla sprovvista.

PARTENZA. E alla fine stamattina siamo partiti alle cinque (5), lasciandoci dietro una casa che sembrava unbo specchio (o un forno se si vuole considerare un altro aspetto sensoriale....), un gatto ignaro del fatto che la prossima volta che ci rivedrà sarà tra molto tempo (tranquilli, non l'abbiamo abbandonato, è sotto la tutela di persone fidate!) e siamo saliti sul minibus che Daniela ha riservato per noi (quando si dice avere le conoscenze giuste.....grazie Dany!) e mi rendo conto solo ora che non ho neanche dato un'ultima occhiata sentimentale alla casa o cercato di fissare nei ricordi i particolari lungo la strada.
E' andato tutto così di corsa, non solo oggi ma anche nei giorni passati, che ancora non mi rendo conto di tante cose, prima fra tutte che siamo partiti con un biglietto di sola andata.
Oddio, a dire il vero di questo me ne sono resa conto nel momento del check in quando non volevano farci imbarcare perché pare che non si possa entrare in Kenya con un biglietto di sola andata. Ma non voglio preoccuparmi di questo adesso, anche perché se trascriverò tutto quello che sto scrivendo sul blog (mica crederete che sia connessa a 37mila piedi - leggo sullo schermo in questo momento, passando sul lago Nasser....), vorrà dire che sarò sbarcata tranquillamente e mi sarò connessa da casa di Raffaella e Ivanoe che ci hanno offerto ospitalità per il primo mese.
Comunque, a parte la remota possibilità che non ci diano il visto e ci rimbarchino sul primo volo per l'Italia (o la Svizzera, non saprei, non mi sono ancora resa veramente conto di quello che sta succedendo, un po' perché è da così tanto tempo che se ne parla e che si rimanda di quindici giorni in quindici giorni che non ci credeva più nessuno, nemmeno no, e un po' perché sembra tutto così un'altra vita che ancora non credo possa essere reale. Come prima l'offerta di oaspitalità per questo primo mese, comprensiva di tata ed autista, in un compound con parco giochi e piscina riscaldata e poi la proposta irrifiutabile per una casa definitiva assolutamente sovradimensionata per noi (sei camere da letto!) in un quartiere a detta di tutti davvero bello anche se un po' lontano dall'ufficio di Felix. Per non parlare della disponibilità di tutte le persone che ho contattato in questi mesi (o dovrei dire nell'ultimo anno?), come se tutti non aspettassero altro che noi.....se penso alla fatica e al tempo che mi ci sono voluti per crearmi una vita sociale nel varesotto!! La forza dell'espatrio.....
Nel frattempo Filippo si è svegliato e si è dato nuovamente alla sua ultima passione, Sveva sta perdendo neuroni a mazzetti davanti a Tom & Jerry (ma anche la Bella e la Bestia, i Simpsons e Scooby Doo), Felix è passato all'Economist ed io alla musica country e sto scoprendo Keith Urban (che non è niente di che...molto meglio John Mayer nella selezione pop della Swiss).

Adesso siamo all'altezza di Addis Ababa, la prima terra africana che ho toccato in vita mia, e manca ancora un'ora e tre quarti.

Ce l'abbiamo quasi fatta.....