martedì 26 luglio 2011

Ghe pensi mi

Everything in Nairobi is about knowing the right people.

Questo me l'ha scritto mezz'ora fa la persona che stamattina alle 7.56 mi ha mandato un email con i riferimenti di una casa temporanea disponibile.
L'annuncio diceva Lakeview come zona. 
Io ho messo Lake view su Google e mi sono ritrovata il segnalino su un'area che proprio ieri sera Felix mi aveva indicato come pericolosa dopo l'incontro che ha avuto con l'incaricato della sicurezza.

Ieri ho passato buona parte della serata a guardare siti di sitemazioni temporanee che andavano dall'hotel Sankara con la sua suite base a 45mila dollari per un mese (inizialmente avevo letto meno zeri e mi sembrava abbordabile tutto sommato...) al Mannonite Guest House, dall'aspetto molto più africancoloniale ma con il grosso handicap che le colazioni vengono servite a partire dalle 7.30, cioé più o meno un'ora troppo tardi per tenere buono il leoncino feroce che essendo nato vicino alla Svizzera evidentemente ne ha risentito e sugli orari non transige, nemmeno si fosse ingoiato un orologio a cucù.
Il risultato è stato che sono andata a letto decisamente demoralizzata e con una gran voglia di scambiare due paroline con Mama Africa. Prima di crollare a dormire però, quando la tipa da cui abbiamo comprato la mercedes mi ha scritto che non riusciva  a risolvere i problemi con il ministero dei trasporti e che non era sicuro che riuscisse a lasciare il paese il primo agosto e lasciarci contemporaneamente la macchina (già pagata per intero, ripeto per chi se lo fosse perso), le ho risposto che non era proprio la giornata per sentire di altri problemi e che non volevo nemmeno sapere se ce n'erano perché avevo già fatto il pieno quotidiano.

I più attenti di voi sapranno che la persona in questione, già citata in altri post , lavora per UNKLESA che tra le altre utilissime cose si occupa di relocation, cioé di sistemare i nuovi arrivati a Nairobi (casa, macchina, documenti, personale a casa, amenità varie). 
La persona in questione è anche una di quelle superefficienti e sveglie che connettono le cose prima ancora che voi glielo chiediate.

La persona in questione stamattina mi ha mandato il messaggio delle 7.56 con l'indicazione della casa temporanea disponibilie a Lakeview e che io ho cassato alle 8.49 fidandomi del fatto che Lakeview e Lake view fossero la stessa cosa.
Ovviamente non lo erano e menomale che Felix mi ha messo il dubbio. Sapete quel modo simpatico quando una crede di sapere tutto e il marito dice lentamente Sei sicura? e lei risponde stizzita Certo! Cosa credi, che non sappia fare una ricerca su Google? Mica sono deficiente! (questo non l'ho detto, perché non volevo dargli il diritto di replica...).
La seconda ricerca su Google ha evidenziato chiaramente che non sapevo fare ricerche su Google e che Lakeview non era la stessa cosa di Lake view.
Capito quindi che la cosa era di nuovo in ballo, ho richiamato la persona del messaggio delle 7.56 e le ho detto di essere interessata alla casa e lei mi ha prontamente messo in contatto con la sua collega (visto che lei in quel momento si stava occupando del problema della mia macchina...) che ho chiamato subito e mi ha detto che mi avrebbe messa in contatto a sua volta con una vicina di casa della proprietaria che mi avrebbe fatto visitare la casa. 
Ho spiegato che nella situazione in cui ero, la casa, la villa, il tugurio, qualunque cosa fosse l'avrei presa, ma lei ha gentilmente insistito perché mi mettessi in contatto con la vicina di casa.

Verso l'ora di pranzo, non avendo sentito ancora niente e non volendo passare per la solita stressata, ho mandato un timido SMS ricordando che mancavano tre giorni e poi eravamo in balìa degli eventi e dovevamo solo ripeterci come un mantra hakuna matata e forse le cose sarebbero andate a posto da sole.
Nessuna risposta dopo un'ora, che giustamente era l'ora di pranzo, quindi le ho lasciato il tempo di digerire. 
A lei sì, ma a Felix no e per la prima volta mi ha stupito non reagento con la solita calma (tranquilla, dai che si sistema tutto! La versione felixiana di hakuna matata insomma...), ma invitandomi caldamente a richiamare la tipa per avere il numero della vicina.
Menomale (ma perché due volte in un giorno ha avuto ragione lui?!) perché la tipa mi aveva mandato un SMS che non avevo ricevuto (PS: non so perché sul numero locale a volte ricevo, a volte non ricevo, a volte riesco a chiamare l'estero, a volte non riesco a chiamare l'estero...hakuna matata comincia dalla simcard!).

Bene, a quel punto, annotato il numero della vicina e saputo tra parentesi che anche qualcuno della Banca Mondiale era interessato alla casa, ho ringraziato velocemente e chiamato immediatamente la vicina. 
Ho cercato di non apparire disperata, ma quando mi ha detto può passare quando vuole, ho risposto ORA prima che finisse la frase.
Quindi, Sveva al seguito, cartina aperta sulle ginocchia, mi sono messa in cammino per Lakeview, non Lake view, e ho trovato la casa alla prima (sto diventando una bussola...per anni mi sono persa per andare a Gavirate e tra un po' faccio la tassista a Nairobi. Ok, tra un po'...).

La vicina è stata molto carina, mi ha fatto vedere tutta la casa anche se dal cancello continuavo a ripetere la prendo
Mi ha dato anche un sacco di dritte su un sacco di cose che spaziavano dal dove comprare formaggi francesi (è francese sia lei che la proprietaria della casa) a quale provider è migliore per la connessione internet.

Domani Felix passa a farsi spiegare dal marito della vicina cose che le donne sono assolutamente incapaci di capire, tipo come funziona il generatore (quelle cose che anche se le capiamo e per caso una volta non funzionano, i mariti ti fanno sentire come se fossimo delle complete deficienti) e venerdì trasloco.

La chicca della giornata è stata quando il capo di Mama Africa al quale avevo inoltrato prontamente alle 9.01 il messaggio delle 7.56, snobbato alle 8.49, al quale lui ha risposto hakunamatatamente alle 10.28, mi ha dato il suo benestare per la casa dal punto di vista della sicurezza e mi ha chiesto en passant se non avevo per caso un'altra casa a disposizione per una collega di Felix che si trova nella stessa situazione nostra. 
Gli ho dato tutti i contatti possibili ovviamente perché come dice la persona in questione che ci ha venduto macchina (pagata e non ancora ricevuta), la lavatrice (idem) e trovato la seconda sistemazione temporanea, everything in Nairobi is about knowing the right people.

lunedì 25 luglio 2011

Hakuna matata

Lo scorso lunedì, una settimama fa, una signora dell'ufficio, che tra le altre cose si deve occupare della nostra sitemazione, mi ha accolta con un abbraccio, dicendomi che lei era come una nuova mamma per me e che non mi dovevo preoccupare di niente, Hakuna matata, perchè tutto sarebbe andato per il verso giusto.

Il suo collega, un signore molto gentile e all'apparenza competente, mi ha assicurato, sempre lo scorso lunedì, che per terminare i lavori necessari nel castello a noi assegnatoci alla periferia di Addis Abeba, aveva bisogno di una settimana circa e che quindi il trasferimento nel castello, previsto per questo venerdì (tra quattro giorni, ndr) non presentava problemi.

Nel frattempo, visto che non ci era stato possibile dire no alla proposta del castello, ci siamo organizzati per la scuola dei bambini, abbiamo trovato la tata e promessole che da venerdì avrebbe avuto un tetto sulla testa, contattato i traslocatori che hanno prontamente inviato il container che sarà a Mombasa il 16 agosto e, passati controlli di routine che dovrebbero prendere una settimana/dieci giorni, arriverà prima della fine di agosto e comprato lenzuola, coperte, piatti, bicchieri, tazze, pentole, tutto doppio perché non potevamo abitare in una casa vuota per un mese.
Ieri stavamo per comprare il letto per la tata, ma non abbiamo avuto tempo (il letto per la tata non rientra nella dotazione del castello).

La signora Mama Africa, salutandomi, mi ha ripetuto Hakuna matata, rilassati, sei in Africa, non fare l'europea stressata. E io mi sono sentita la solita viso pallido stupida che non ha capito niente della vita.

Oggi, ci dicono dalla regia, che stanno cercando di trovarci (CERCANDO DI TROVARCI) una sistemazione in un albergo, magari due camere che si sta più larghi e che putroppo tutti i residence ammobiliati ormai sono occupati. Dovremmo stare in questa sistemazione provvisoria (sempre che la trovino, visto che a quattro giorni stanno CERCANDO) per un mesetto. DovreMmo, non dovremo.

Ora, io ho fatto la figura dell'europea stressata con Mama Africa perché le ho detto due o tre volte (tre probabilmente...) che preferivo fissare subito una sistemazione piuttosto che scoprire all'ultimo che la casa non sarebbe stata pronta.
E mi sono sentita pure stupida!

Il mio piano B in questo caso era farmi sistemare al Tribe, hotel di lusso nei pressi di Village Market, la zona che LORO hanno selezionato per noi.

Hakuna matata, ora chiamo io e CERCO DI PRENOTARLO.

domenica 24 luglio 2011

Out of Africa

Abbiamo passato un fine settimana a Karen, il sobborgo di Nairobi dove c'è la casa di Karen Blixen e che prende appunto il nome da questo. 
Avendo visto il film (quello con Meryl Streep e Robert Redford, ricordate?), mi ero messa in testa che la casa fosse gigantesca ed è stato buffo scoprire che non è così.
Poi ho scoperto perché; per fare il film non hanno usato la casa originale, ma ne hanno costruita una di dimensioni americane....
Però molto fedele all'originale.
La visita alla casa di Karen Blixen vale la pena, soprattutto se vi è piaciuto il film e la storia. Dopo la visita, comunque abbastanza lunga, con una guida molto carina e divertente, ci siamo farmati qualche traversa più in là, alla fabbrica delle perle  di terracotta Kazuri, una marca che avevo notato nelle varie shopping mall, ma non avevo capito fosse di qui. E' una fabbrica fondata da Susan Wood, moglie di Michael Wood, il fondatore di Flying Doctors in Africa dell'est e poi AMREF (una famiglia di fondatori, insomma).
Vedendo le collane di Kazuri nelle shopping mall avevo pensato Ecco un'altra cosa da turisti. In effetti sono collane e oggetti di terracotta che i locali non credo comprino, ma fare un giro nei laboratori e scoprirene la storia è stata davvero una sorpresa.
La fabbrica impiega attualmente circa 300 donne per creare i gioielli e altri oggetti e sono tutte o ragazze madri o donne marginalizzate alle quali viene insegnato un lavoro e riescono così a guadagnarsi da vivere. 
 
La gita a Karen di sabato (bimbi con la tata ovviamente!) si è conclusa poco più in là, al Karen Blixen Coffee Garden, una roba da turisti che però vale la pena.
Il succo di mango era fantastico (ma dove non lo è qui? Ormai bevo solo succo di mango fresco....) e il cibo davvero buono. Il giardino piacevole e il servizio di un buon livello...peccato che fossimo accerchiati da tipi veramente ciccioni che hanno trangugiato, senza battere ciglio, cose tipo ostriche seguite da costolette di maiale caramellate accompagnate da patatine fritte....
Dei veri gourmet insomma!
Eravamo quasi sicuri di poter assistere alla scena disgustosa dei Monty Python in cui il ciccione scoppia quando il cameriere gli offre la mentina a fine pasto. Per fortuna la scena non c'è stata e noi abbiamo conservato un buon ricordo!

Domenica gita di famiglia e tanto per essere originali siamo andati a Karen (le case lì sono stupende, ma pare che non rispettino molto i soliti criteri di sicurezza imposti dalla commissione...).

La meta questa volta è stato il David Sheldrick Animal Orphenage, l'orfanotrofio degli elefanti e rinoceronti (e qualche scimmietta libera come queste due che ci hanno accolto all'entrata...).
La fila era notevole, dovuta principalmente ad una serie di torpedoni di turisti americani (no, non erano torpedoni, ma mi piaceva la parola, mi ricorda il fumetto dei Peanuts dove l'ho letta la prima volta!) che stanno cominciando a diventare davvero fastidiosi...

Però valeva la pena vedere questi piccoli elefantini (piccoli, insomma, se ti danno un pestone fanno comunque male!) bere il latte (di chi? mi ha chiesto la Sveva) da un biberon gigante.

La Sveva è riuscita ovviamente ad accarezzare anche gli elefantini ed è convinta che la cartolina che le hanno dato per ricordo sia proprio quella dell'elefantino che ha accarezzato, anzi è proprio perché l'ha accarezzato che gliel'hanno data.

Lungo la strada il papà, orgoglioso del suo fioristrada e del fatto di poter mettere la quinta fuori dal traffico, non si è accorto di un dosso e l'ha preso un po' veloce.
La Sveva preoccupata ha chiesto Hai pestato una persona, papà?
Ma no, le ha risposto il papà, se mettiamo sotto qualcuno ci mettono in prigione!
In prigione? A pane e acqua? ha chiesto lei ancora più preoccupata.
(non so quando è iniziata questa storia, ma ormai la Sveva associa la prigione a pane e acqua, a volta pane duro e acqua sporca...) ha confermato rassegnato il papà.
Il pane fa ingrassare, ha urlato la Sveva preoccupatissima, poi ci allarghiamo e non usciamo più dalla prigione!

Non fa una piega, no?

La sosia...

Quando ero alle elementari, un giorno tornando a casa mamma mi chiese 'Ma sei stata in gita con la scuola oggi?'. Non ero stata in gita e ovviamente chiesi il perché di quella domanda. Mamma mi disse che il babbo mi aveva vista su un autobus, ma evidentemente aveva visto male una bambina che mi doveva assomigliare molto. Una sosia disse mamma ed io scoprii quella nuova parola che mi parve carina, come mi parve carino il fatto che da qualche parte nella mia stessa città ci fosse una bambina uguale a me.

Poi negli anni mi sentii ripetere la storia che qualcuno mi assomigliava, ma non molto di frequente e dopo aver saputo la leggenda che al mondo ognuno ha circa sette sosia, la cosa mi parve ancora più normale.

Oggi, a Nairobi, due persone non legate apparentemente tra di loro se non per il fatto di essere nello stesso ristorante lo stesso giorno, mi hanno detto di avermi già vista in questi mesi qui.
Ora, io sono arrivata nemmeno un mese fa e sentirmi dire che c'è una mia sosia qui mi ha fatto un po' effetto.

Avendo un nome non molto comune, le volte che mi sono trovata davanti una che si chiama come me, mi ha fatto davvero un effetto strano. Non riesco ad immaginarmi come potrebbe essere trovarmi davanti alla mia sosia qui a Nairobi, dove i visi pallidi spiccano particolarmente e alla fine si ritrovano tutti.

Non so bene, ma la prospettiva ha un che di inquietante....

sabato 23 luglio 2011

La notte porta consiglio

Ho letto un po' di tempo fa, non ricordo più dove, che quando uno si sveglia nel cuore della notte e non riesce a riaddormentarsi dopo più di mezz'ora, quaranta minuti, si deve alzare, farsi una camomilla, leggere o fare qualcos'altro di rilassante, ma è assoloutamente inutile e controproducente starsene a letto a rigirasi da una parte all'altra.
Bene, non l'ho mai fatto perché mi faceva troppa fatica alzarmi e farmi una camomilla e soprattutto perchè pensavo che il giorno dopo l'avrei scontata con gli interessi, perché è noto che quando la mamma ha sonno ed è cotta è quello il giorno in cui i figli faranno più casino di tutti.

Verso le 3.30 stanotte Filippo ha lanciato un urlo e io da brava mamma premurosa sono scattata su come una molla e sono andata a controllare: aveva perso il ciuccio, il cucciolo!
Ciuccio è una delle tre parole fondamentali che a quasi due anni sa dire, insieme a pappa (che porebbe essere confuso a volte con papà, ma vi assicuro che lui intende cibo) e ancora, generalmente detto quando il piatto è vuoto.
Filippo ha capito la vita; mangia come un bufalo e dorme e quando c'è qualcosa che non va basta un urlo e la mamma scatta.
Tipico maschio italiano insomma.

Ho provato per quasi un'ora a riaddormentarmi e poi ho deciso di tentare e mettere in pratica il suggerimento.
A metà e male, ne sono sicura, perché non mi sono fatta la camomilla (dovrei scendere al piano di sotto, ma più che altro fare rumore per aprire il safe heven, il cancello che isola il piano più alto dove stanno le camere da letto e che ci mette al sicuro da eventuali incursioni notturne...in un compound dove c'è un livello di sicurezza esagerato e ci sono più guardie a giro che residenti; tanto per dire, l'altra sera avevo lasciato le luci della macchina accese e una guardia ha suonato per avvertirci). 
Non mi sono nemmeno messa a leggere per non accendere la luce e svegliare anche Felix.
Mi sono messa a fare la cosa che dicevano di non fare: stare davanti al computer che effettivamente sveglia ancora di più.
Però sto ascoltando Nick Drake che è molto rilassante, ma non credo basti.

Il fatto è che non sono più stanca.

L'effetto altitudine e cambio di clima è passato (cambio di clima per ridere; qui dovrebbe fare freddo in inverno e pare che sul Lago piova a dirotto e sia l'estate peggiore!), il superlavoro di stare dietro alle piccole pesti tutto il tempo lo fa qualcun'altra (dalle 9 alle 5 che non è tutto il tempo, ma vi assicuro che fa una differenza incredibile!), quindi io non ho altro da fare se non riposarmi!
Un attimo, qualcosa faccio anche io, ma sono attività rilassanti se comparate al superlavoro sopracitato e dimostra che il mio stato prostrato di depressione strisciante e malumore costante, sottolineato da un totale abbandono del mio aspetto fisico, era dovuto, oltre che al tempo umidiccio del Lago, anche al superlavoro. 
Non sono fatta per fare la supermamma 24 ore al giorno e questa è una conferma!

Tra le attività di questa settimana:

Supervisione dei lavori in casa nuova. Come se fosse casa nostra e soprattutto in ristrutturazione! La supervisione è consistita in: a) arrivare alla casa da sola, sbagliando strada ovvimente e finendo in periferia (come se Runda non fosse già da quelle parti o come dice Felix più vicina ad Addis Abeba che a Nairobi...), b) incontrare le persone della commissione che sulla carta dovrebbero seguire l'avanzamento della cosa e che vedevano lunedì la casa per la prima volta, prendendo appunti sulle cose da fare...a due settimane dalla data in cui dovremmo trasferirci lì, c) spiegare per la quarta volta al padrone di casa che non voglio che mi lasci le tende in affitto a 75 euro al mese perché non le uso (non so se sono io strana a non usare le tende o qui c'è un businness incomprensibile con le tende per cui pare quasi il pezzo più importante dell'arrendamento delle case...) e d) comprare finalmente le cose che ci serviranno nel primo momento in casa, in attesa del container, dopo aver comparato i prezzi di tutta Nairobi più o meno.
Adesso abbiamo tutto, persino una friggitrice (che come è noto è un bene di prima necessità) dataci in regalo dalla vicina di casa austriaca che ieri ha fatto il trasloco e voleva palesemente liberarsene, insieme ad una bottiglia di Aperol che non so perché l'ha fatta pensare a me (associazione di nazionalità? Quelle robe tipo pizza, mafia e mandolino?) ed un set per giocare a pelote per i bambini (Ma forse sono un po' piccoli no? Cresceranno e poi ce l'hanno nel sangue, siete italiani o no? Veramente io sapevo che il pelote è spagnolo! Vabbé, italiani, spagnoli, fa lo stesso...).

Sviluppo del senso del commercio. Test pratico presso due mercati masaai. Numero degli oggetti acquistati: ridicolo (cinque più un gentile omaggio), ma adesso ho un quaderno pieno di numeri di telefono e indicazioni su tutto quello che i masaai cercano di vendere ai turisti a Nairobi. In più mi sono fatta un sacco di amici; alla fine della prima mattina, al mercato del Westgate Mall, i venditori mi fermavano dicendo Adesso scrivi anche il mio numero e quello che vendo, voglio esserci anch'io sul tuo quaderno! Credo mi abbiano scambiato per una commercinate anche se ho spiegato un sacco di volte che non lo sono e che starò qui per qualche anno, quindi non sono disposta a pagare prezzi turistici sennò vado in fallimento subito e che insomma, mi considerino un viso pallido certo, ma almeno residente (e fa differenza, vi assicuro!).

Nuove amicizie. Il pacchetto di benvenuto di Raf includeva, oltre alla casa, la macchina, la tata e l'autista, anche le amiche. Il risultato è che Filippo ha già incontrato due volte la sua nuova amichetta Vivi che ha la stessa età e probabilmente andrà allo stesso asilo da gennaio (e che anche lei è per metà teutonica), Sveva domani è invitata alla festa di compleanno di Luca (già a sentire il nome le si sono illuminati gli occhi, visto che il suo grande amore dell'asilo sul Lago è Luca appunto. Quando ha incontrato il Luca di Nairobi che non ha quell'aria così mediterranea e non è più alto di lei, c'è rimasta un po' perplessa, ma poi mi ha confessato Sai mamma, in fondo è bravo anche questo Luca qui!) e io ho fatto conoscenza con le relative mamme e adesso ho un sacco di dritte che spaziano dagli ospedali/pediatri ai parrucchieri. In più ieri ho pranzato con Boyana, la tipa che ci vende la macchina (nel senso che noi gliel'abbiamo pagata per intero e lei ancora non ce l'ha data perché i documenti non sono pronti...ma noi ci vogliamo fidare!) e che lavora per l'UNKLESA, già citato in qualche post precedente, dove non ho assolutamente possibilità di entrare perché è solo per consorti di chi lavora per le UN, ma mi ha spiegato che esiste un altro network di volontarie che è invece aperto a tutte le altre consorti e che organizza moltissime cose (io che avevo snobbato il Club delle Donne d'Europa sul Lago....).

Cooking. Ahhh, finalmente ho così tanto tempo che ho ricominciato a cucinare. Non per la sopravvivenza, proprio a cucinare dico! Lo scopo che mi sono prefissa è adattare piatti classici alla disponibilità di cibo locale (per esempio, cucinandola ho capito che la sukuma è una parente nemmeno troppo lontana delle cime di rapa...magari adesso trovo delle orecchiette di tef e metto su un ristorante interculturale, tipo il Toscocina di Firenze). Come al solito ho esagerato, quindi adesso abbiamo in frigo roba per aprire appunto il ristorante, ma conoscendo i componenti della famiglia so che non mi devo preoccupare troppo.

Ciuccio, pappa e ancora appunto....magari riesco a fargli imparare per favore come quarta parola, almeno sarebbe un bufalotto con una sua educazione!

Intanto sta spuntando l'alba e il coro di uccellini africani sta prendendo vita.  Tra poco la luce vincerà la barriera delle tende e sveglierà Filippo che tirerà tutti giù dal letto (me no questa volta, olé!).....Penso di sapere a cosa servono le tende adesso! Dov'è che ho messo il numero del padrone di casa??


domenica 17 luglio 2011

Un'antolipe al Tribe

Sveva sta imparando un sacco di nuove parole: in inglese, in swahili e in svevese. Oggi cercava l'antolipe al Safari Walk del Nairobi National Park.
Alla fine abbiamo trovato il bongo (un tipo di antilope per l'appunto) e la Sveva ha gridato Mamma, guarda, la renna!

Ha le idee ancora un po' confuse, ma abbiamo raggiunto un compromesso e deciso che quando Babbo Natale porta i ragali in Africa usa l'antilope...

Nel Safari Walk si vedono anche altri animali: ippopotami, ghepardi, iene, rinoceronti, scimmie, lucertole (mica le lucertoline verdi che si vedono da noi.... queste sono belle panzute, marroni, e con una linea chiara che corre lungo tutto il corpo) e ..... leoni.
Ovviamente quando Filippo li ha visti siamo stati contenti che ci fosse un vetro di separazione che teneva al sicuro i leoni.

Siamo stati dei turisti fortunati perchè abbiamo assistito ad una bella sfuriata tra leonessa e leone (l'ha messo a tacere in due zampate!) a distanza ravvicinata e appunto Filippo avrebbe anche partecipato volentieri se non fosse stato per il vetro.

La camminata alla fine è stata lunghetta (o forse non siamo ancora abituati noi), ma i bimbi hanno retto bene e sembra proprio che gli piaccia la vita in mezzo agli animali. Insomma, siamo pronti per un safari vero!

Pranzo classico con (sane) patatine per i bambini e pezzo di capra arrosto per il papà. La mamma questa volta ha optato per una tilapia in padella che sembrava essere stata preparata sabato... della settimana passata!

Se ci saranno conseguenze mi sento preparata ed ho già individuato gli ospedali in città.


Altre scoperte della settimana in breve. 

Biashara street. Ho comprato i primi kikoy (al metro) ed effettivamente conviene fare un salto in città invece di fermarsi nelle zone per visi pallidi, non solo per il prezzo, ma anche per la scelta. Ho fatto impazzire il negoziante e ci sono stata una vita, ma alla fine sono soddisfatta della scelta. Prevedo puntate con cadenza regolare (settimanale? troppo?) nella strada in questione e regali di natale monotematici quest'anno.

Alliance Française. In centro, un po' fuori mano vivendo a Runda. Propone una mediateca con libri che hanno tutta l'aria di essere lasciti degli espatriati francofoni (la zavorra europea che deve far posto alla zavorra africana quando si rientra insomma), videocassette che ad occhio e croce hanno la stessa origine e due sparuti scaffali di DVD. Però il bibliotecario mi si è rivolto senza indugio in francese e questo da solo è bastato a farmi sentire a mio agio!

Goethe Institute. Attaccato all'Alliance Française. Hanno corsi di tedesco ad un prezzo assolutamente improponibile da noi (e in fondo anche la distanza visto che a casa in Italia probabilmente dovrei arrivare fino a Milano!!). Peccato che il traffico rovini tutto e per fare due ore di corso ogni mattina (per tre mesi) dovrei passare nel traffico il resto della giornata.... Il fatto che mi si siano rivolti in tedesco questa volta non mi ha messo così a mio agio perché ho cercato di a) capire cosa mi avevano chiesto, b) elaborare una risposta sensata con un vocabolario limitato ed una grammatica da turco e c) articolare un nein convincente. Potevo anche fare cenno di no con la testa e avrei raggiunto lo stesso risultato, ma in metà tempo.

Amani Café. Un posto davvero carino, su Riverside Drive dove sono arrivata da sola, toppando clamorosamente la prima rotonda dove avrei dovuto girare, la seconda e facendo finalmente inversione alla terza (praticamente in centro città). Poi non contenta ho fatto su e giù per trovare il cancello giusto un paio di volte, ho chiesto a due o tre persone (dovrei iniziare le richieste di indicazioni stradali con un salve, sono un viso pallido, avrebbe la pietà di dirmi dove si trova questo o quello per favore?). Al di là dei dettagli geografici, l'Amani Café è davvero un posto interessante e non è solo un caffé, ma un progetto che si occupa di donne marginalizzate. Una bella scoperta insomma, grazie ad Elena!

Golden Spur. Ristorante di una catena sudafricana (che potrebbe passare per americana con decoro animalier) dove si mangia ciccia (carne per i non fiorentini) e roba grigliata, ma soprattutto dove ci sono un sacco di cose che tengono impegnati i bambini permettendo ai genitori di mangiare dignitosamente. Non si fermano alla classica tovaglietta di carta da colorare con i pastelli che ti portano dovunque con il menu (dovunque?....Forse dovunque negli autogrill svizzeri!), ma c'è proprio una stanza con cartoni animati in continuo, playstation, giocattoli e fuori un playground con trampolino, altalena, scivolo gonfiabile e struttura per l'arrampicata. Tutto ciò all'interno del Southern Sun (ex Holiday Inn), che ospita anche un parrucchiere ed una palestra (credo accessibile anche ai non ospiti dell'albergo) e la cosa mi ha dato un'idea genaile come dice la Sveva: una mattina ci porto bimbi e tata, li lascio a giocare e io faccio ginnastica in palestra e poi i colpi di sole!

KenyaBuzz Kids. Guida del KenyaBuzz, il portale di eventi, dedicata ai bambini. Notevole per le idee che dà a due sprovveduti genitori. Tanto per citare i suggerimenti: viaggiate con la tata così vi rilassate. Se non potete pagarle il biglietto aereo, mandatela in bus! Roba che ancora ci fa sorridere parecchio....

A proposito di tate e di cose alle quali ci si abitua in fretta: perché tutti hanno le tate anche nel finesettimana e noi no??

Consegne a domicilio. Lo so che è una cosa normale, ma noi veniamo dalla campagna e ormai ci siamo abituati ad andare a prenderci tutto (però abbiamo scoperto di recente che la pizzeria il Gambero consegna a domicilio, ma solo dopo le 8.30!).
Qui ovviamente ti portano tutto (magari non vengono proprio tutti fino a Runda, ma sicuramente potremo ordinare più che una pizza, anzi, mi sa che le pizze proprio non le ordiniamo, vista la reazione dei bambini alla prima pizza al Sarit Centre...).
Insomma, si ritorna alla civiltà finalmente!

Bene, adesso andiamo a trovare la nostra amica l'ambasciatrice e ci prendiamo il nostro fioristrada, così finalmente possiamo andare a fare i safari al Masai Mara...oddio, magari aspettiamo di ambientarci un po' prima di avventurarci, ma mi sa che non passerà tanto tempo perché davvero viene voglia di esplorare tutto qui!

Domani appuntamento al castello per capire a che punto sono con i lavori. Dall'ufficio dicevano che avremmo potuto trasferirci tra una settimana, ma visto che a me , qualche giorno fa, è sembrato tutto esattamente come l'abbiamo visto la prima volta (a parte l'ascaro che imbiancava il garage, fondamentale!), mi sa che dovremmo preparaci un piano B.

Il mio piano B è farmi sistemare al Tribe per qualche mese, ma non credo coincida con il piano B della commissione.....

mercoledì 13 luglio 2011

Abbiamo un bambino!

Girando (poco) per Nairobi, il commento più carino che abbiamo sentito su Filippo è stato SHE's adorable.

Ora, sicuramente i capelli non proprio corti ed i boccoli biondi botticelliani non aiutano i poveri visi colorati, metteteci poi che a volte distinguere bene i tratti in una razza diversa può fare questi scherzi (sapete voi dire quanti anni ha un africano ad esempio? Io sono totalmente incapace...), quindi certi commenti sono perfettamente comprensibili.

E infatti non è per questi commenti che stasera abbiamo finalmente preso una decisione drastica.

E' stato solo perché il povero puttino in questione si sveglia ogni giorno dalla siesta con i boccoli fradici e mi domando cosa succederà quando qui comincerà a fare caldo.

Quindi stasera, approfittando del bagnetto, unico momento in cui il puttino è confinato e controllabile, ho preso le forbici e cercato di fare del mio meglio.

Come al solito sono andata storta, ma è stato subito chiaro che quello che ci stava davanti era un altro bambino....anzi, era proprio UN bambinO!

Älgtest


No, non sono finita improvvisamente in Svezia oggi (ciao Giuliana, come va in Scandinavia? Credo che lì d'estate ci sia più o meno la temperatura che c'è qui d'inverno....tutti i visi colorati stanno in felpa e si fregano le mani per riscaldarsi, mentre noi visi pallidi stiamo in maglietta), ma la storiella che mi ha raccontato Felix stamattina a colazione a proposito del test dell'alce (älgtest in svedese, visto che è una cosa che fanno da quelle parti...) mi ha dato l'idea di questo post.

Dunque, ieri dovevamo incontrare il tipo  per la Mercedes (mi ci devo ancora abituare...), ma giusto ieri Felix ha avuto il primo problema serio di traffico ed abbiamo dovuto rimandare ad oggi l'incontro.

Allora la storiella del test dell'alce è questa. Gli svedesi che sono notamente pieni di alci, per verificare la stabilità di una macchina quando sterza bruscamente, fanno questo test. L'hanno fatto a suo tempo (1997) anche alla Mercedes classe A (quella che dovremo testare oggi) e lo hanno fatto quando era già stata distribuita.
La macchina in questione si è ribaltata, ovvimante e questo ha creato non pochi problemi alla Mercedes che ha dovuto ritirare tutte le macchine che erano in giro.

Il risultato è stato che la Merceds classe A è stata la prima macchina con ESP di serie.

A me l'ESP ha sempre solo fatto pensare alle storie paranormali e tutte quelle cose che riempono i film ed i telefilm spaventosi che guardo con una mano sugli occhi, sbirciando tra le dita e con il volume al minimo (avete mai provato a giocare con il volume di un film horror? Si diminuisce l'impatto di due terzi almeno!). Ora, il fatto di avere su una macchina una cosa che si chiama ESP non mi mette a mio agio, anche se è un ESP diverso, si pronuncia sempre allo stesso modo.

Forse dovrei cominciare a chiamarlo Elektronisches Stabilitätsprogramm, cioé quello che vuol dire ESP in tedesco e magari starei meglio (oppure smetterei di parlare di ESP perché mi ci vorrebbe un quarto d'ora per finire la frase...).

Quindi oggi, test dell'alce a Nairobi. Chiederemo ad un ghepardo di aiutarci, vista la scarsità di alci a queste latitudini. Poi vi saprò dire se Elektronisches Stabilitätsprogramm ha funzionato.


Se volete leggere di più sull'älgtest potete andare qui.

Se volete leggere veramente e non fare solo finta visto che era tutto in svedese (a parte gli svedesiablanti ovviamente!), potete invece andare qui.

Se non ve ne frega niente, avete già fatto uno sforzo enorme a leggere il mio post e vi ringrazio!

lunedì 11 luglio 2011

M per Mzungu

Mzungu (pl. Wazungu) vuol dire straniero in Swahili ed è usato per descrivere principalmente i visi pallidi.

Quando siamo in giro ci facciamo notare appunto per il colorito, ma quando siamo in macchina non è sempre così evidente.

Ora, visti i miei problemi più che palesi con il cambio automatico (anche se la situazione è in netto miglioramento), oggi, mentre mi avventuravo in Lower Kebete (da sola!! Ho guidato da solaaaaa!!!), ho pensato che invece della P per principiante, dovrei esporre una M per mzungu (sottinteso mzungu con guida dall'altra parte) così magari i locali avrebbero un po' più di pazienza e pietà.

La situazione comunque migliorerà, lo so....

Conoscete il Kikoy?
Credo che sia abbastanza diffuso dappertutto, ma ovviamente io non l'avevo mai notato. Qui si nota meglio e soprattutto andando in giro nelle shopping mall si nota la compagnia che lo commercializza al di fuori del Kenya.
Il Kikoy è semplicemente un tessuto tradizionale, in diverse combinazioni di colori, che viene appunto commercializzato al di fuori del Kenya come se fosse una cosa esotica e quindi fatto pagare come tale.
Sto riflettendo su come coprire i bruttissimi armadi a muro (quindi non amovibili) in legno scuro che sono in casa nuova e questo tessuto è effettivamente una buona opzione, ma dopo aver visto i prezzi avevo dovuto un po' tarpare le ali alla mia vena creativa.
Ma leggendo un post sull'argomento nel blog Africa Expat Wives Club (che vi consiglio perché è carino...), la mia vena creativa ha ricominciato a dare segni di vita.

Ora, il punto sarà avventurarsi nella via delle stoffe, la Biashara Street, che si trova nel cuore della città, cercare di non perdersi tra i milioni di stoffe e disegni che ci saranno, cercare di non farsi fregare in quanto Mzungu evidente anche senza la M attaccata dietro la schiena e ritrovare la strada di casa, possibilmente con il Kikoy sotto braccio, forse accompagnata dal paziente Steven o forse più temerariamente con un (due, tre...) matatu.

Se io e la mia vena creativa sopravviveremo, credo che le camere dei bambini diventeranno davvero carine....

domenica 10 luglio 2011

Come non imbucarsi ad una festa

Non ho mai avuto una Mercedes.
Ho una FIAT 500 e ho avuto una FIAT Uno. In fondo non ho mai avuto qualcosa di diverso da una FIAT, quindi questa sarebbe una capitolazione, con grande gioia di Felix ovviamente.
Non è che abbia visto tante FIAT qui in giro comunque...
Martedì pomeriggio andiamo a vederla e se va tutto bene la prendiamo, insieme ad una lavatrice, quasi ugualmente importante vista la velocità alla quale i bimbi si rotolano nella terra rossa africana.

Ieri abbiamo sfruttato l'ultimo giorno della prova di Leni e le abbiamo riservato il meglio: sola con Filippo quasi tutto il giorno e noi tre ce ne siamo andati allegramente al Village Market (che sarà la mall più vicina a casa, quindi dobbiamo conoscerla bene, no?). Ovviamente ne abbiamo approfittato per fare un brunch all'Art Café che è il posto più occidentale che ho visto fin'ora, dove ci si sente veramente come se non fossimo in Africa, ma è taaaanto buono!

La sera abbiamo preso al volo l'occasione ed abbiamo comprato alcune cose dalla vicina di casa che parte tra due settimane (è un periodo di partenza in generale; ci sono almeno tre traslochi nel compound). Credo però che l'occasione l'abbia presa lei visto che ci ha venduto mobili IKEA come se fossero nuovi (tenuti bene, va detto, ma comunque usati!!). In fondo siamo noi scemi che ce li siamo comprati, ma ci piacciono e poi visto che IKEA qui non c'è, ne sentivamo la mancanza.....E noi che siamo scappati in Africa anche per deikeizzarci!!

Scoperta del giorno: UNKLESA, un'associazione che si propone di aiutare i partner (generalmente le mogli...) degli espatriati che lavorano per le Nazioni Unite in Kenya. Capito voi che abitate sul Lago ed avete seguito i mariti rinunciando al vostro lavoro e facendo i salti mortali per non diventare casalinghe disperate?? Qui in Kenya, in Africa, esiste un'associazione che voi nemmeno ve la sognate! Non a caso la Commissione non ne fa parte....
Ovviamente mi farò un giro da quelle parti, anche se appunto so di non rientrare nel traget...

Stamattina Filippo non ha minimamente accennato a modificare le sue abitudini, nemmeno per pietà dei poveri genitori che ieri sera alle 9.30 erano già distrutti. Si è svegliato come al solito alle 6.30.

Quindi tutti giù dal letto e via a fare colazione.
In questi giorni Sveva mangia solo due cose, una è il frutto della passione, cosa sana di cui siamo molto contenti e la seconda sono i Cheerios. La prima volta che mi ha detto che voleva gli anelllini con il miele le ho chiesto come li conoscesse e lei mi ha risposto li ho mangiati da Silvia, lei li mangia sempre a colazione.... Grazie Silvia!

Dopo siamo partiti alla volta del Nairobi National Park, dove si possono fare safari in macchina, ma anche un walking safari che ci sembrava una bella idea. Putroppo siamo arrivati lì ed abbiamo scoperto di aver dimenticato il foglio che dice più o meno che siamo residenti che ci dava diritto a pagare circa tre euro di biglietto invece di venti dollari a testa....Visto che nella zona c'erano anche altre cose interessanti, beh, abbiamo optato per le altre cose interessanti....

Ma la cosa importante è che fin lì ho guidato io!! Devo dire che da quando Steven, l'autista mi ha dato due dritte sul cambio automatico, la cosa è nettamente migliorata (e poi la Mercedes ha il cambio automatico, quindi devo imparare...).
Insomma, alla fine siamo finiti al Mamba Village, che oltre ad essere un resort con un sacco di cose da turisti, ospita alcuni animaletti interessanti come quelli qui accanto (quelli nella foto sono dei bambini; hanno solo tre anni e sono davvero piccolini....).
La Sveva ormai lanciatissima li ha anche accarezzati più volte, mentre Filippo tra un po' ne prendeva uno in mano e cominciava  a sbatacchiarlo per terra....menomale che il guardiano ha salvato il coccodrillino!
Silvia, ancora ai leoni non ci siamo arrivati, ma mi sa che hai ragione, Filippo gli tirerà la coda!


Nel complesso c'erano anche le tartarughe (grandissime...le ultime tartarughe che ho visto dal vivo sono quelle di Eugen e stavano sul suo terrazzo, sul tappetino di erba finta e forse non erano nemmeno tanto vive...)

Altre bestioline presenti erano gli struzzi (Mamma, va bene se uso un solo fegato di struzzo al posto dei trecento grammi di quello di pollo per i crostini toscani? Magari scopro una nuova ricetta...), i pavoni che non mi sono nemmeno data la pena di fotografare poverini, e la giraffa reticolata (credevate che di giraffe ce ne fosse un tipo solo eh? E invece no, qui ce ne sono di tre tipi: la Rothschild che abbiamo visto lo scorso fine settimana al Giraffe Centre, la Reticolata o Somala che a me piace di più della prima e la Masai, che non abbiamo ancora visto).
Dopo i vari animali ci siamo concessi un giro alle giostre molto africane del Mamba Village (con prezzi europei chiesti però in stile africano: appena scesi dalla giostra, sorriso a Sveva e sussurro alla mamma 200 scellini, né grazie, né per favore e ovviamente niente cartelli alla giostra....mi ci devo abituare e suprattutto capire se il biglietto lo chiedono a tutti e se costa uguale, ma mi sa di conoscere già la risposta...).

Dopodiché ci siamo fatti tentare dal profumino che arrivava dalla zona pappa dove stavano arrostendo più o meno un branco di capre e ce ne siamo fatti dare una spalla (pollo per i bimbi e menomale perché la capra era buona, ma un po' duretta...).

Rientro un po' più trafficato dell'andata (e menomale non ho guidato!) ed ho cominciato a capire qual'é l'incubo ricorrente di Felix...
Vabbé, va capito povero, l'aria che respiravamo fin'ora al massimo diventava irrespirabile quando i Robustelli concimavano (naturalmente) i loro campi illimitati....provate un po' voi a ritrovarvi di colpo con tutti questi tubi di scappamento ognidove, bloccati nel traffico e senza possibilità di svicolare (anche perchè ancora tutte le volte che vogliamo mettere la freccia parte il tergicristallo...).

Ad ogni modo lungo la strada ci sono anche cose divertenti che potrebbero fare arredamento secondo me...

Ultima nota della giornata. Il pomeriggio o del sabato o della domenica troviamo sempre una festa di compleanno al compound dove ovviamente ci imbuchiamo.
Questa domenica la festa era veramente divertente, con l'animatore, il clown, dolci stile americano con glasse fosforescenti e debordanti di cioccolato (ho scoperto una cosa favolosa fatta a base di rice crispies tenuti insieme da una roba appiccicosa che potrebbe anche essere latte condensato e ricoperta di ciliegine candite rosso lampeggiante...chi ne sa qualcosa me lo dica per favore...). 
La grossa differenza rispetto alla festa dello scorso fine settimana è stata che io e la Sveva eravamo davvero le uniche cose pallide (dopo i rice crispies) e quindi non è stato possibile imbucarci senza farci notare. In più appena arrivate l'animatore ci è venuto incontro chiedendo a Sveva se voleva giocare e ci hanno sgamato subito tutti....

Dopo l'imbarazzo iniziale la Sveva è stata spinta (leggi minacciata) ad integrarsi in più modi, ma anche aver vinto un gioco non è riuscito a fare il miracolo....L'unico momento in cui non stava attaccata ai tacos o alle gambe della mamma era quando doveva andare in giro a cercare caramelle e ciuccialecca (ndr leccalecca), cosa che poteva fare benissimo in solitario e senza dover necessariamente comunicare.

Vediamo se alla prossima festa da imbucati va meglio!

venerdì 8 luglio 2011

Tour de Mall

Mica credevate davvero che avrei aggiornato il blog tutti i giorni?
Succedono talmente tante cose che non trovo il tempo di mettermi al computer.....Scherzo, ci sono anche le giornate senza troppe cose da dire, quindi cerco di evitare post su cosa abbiamo mangiato a pranzo e a che ora ci siamo alzati, anche perchè altrimenti diventa una specie di grande fratello, molto più noioso perché non basta piantarsi davanti alla TV, ma bisogna pure fare lo sforzo di leggere (non ce l'ho con voi, ce l'ho con il grande fratello...).

Dunque, due giorni sono passati senza neanche un'uscita e questo ha rallentato molto i ritmi. Gli avvenimenti salienti direi che sono stati tre.

Uno. E' passata a trovarmi Elena, anche lei espatriata da circa due anni a Nairobi ed ancora una volta è stato evidente come sia diversa la condizione di espatriati....era mai venuto nessuno a conoscermi a casa sul Lago? Figuriamoci! Invece Elena è stata molto carina e mi ha dato un sacco di dritte.

Due. Il supermercatino favoloso dove sono finita per caso non è in Peponi road, ma Lower Kebete. Ero così sicura che che ieri pomeriggio abbiamo preso la macchina e siamo andati dritti alla meta. Era tutto assolutamente uguale: stazione di servizio, parcheggino, farmacia, macelleria e piccolo supermercato (vabbé dai, chiamiamolo alimentari e non se ne parla più!), ma quando ho fatto per salire lo scalino ed entrare nel negozio mi sono resa conto che qualcosa non tornava. Il negozio all'interno era molto chiaro, mentre me lo ricordavo piuttosto in penombra, gli scaffali sembravano più diradati e meno affollati di prodotti, la frutta stava dove doveva essere la cassa, ma soprattutto avevo addosso almeno sei paia di occhi indiani che aspettavano solo che entrassi ufficialmente nel negozio per salutarmi e sorridermi come possibile cliente. E invece sono rimasta lì per qualche secondo, ho fatto finta di aver dimenticato qualcosa ed ho fatto marcia indietro mentre l'abbozzo di sorriso di benvenuto si smorzava sui visi dei commessi.
Poi abbiamo trovato il vero supermercatino favoloso, ma solo dopo esserci fermati ad un chioschetto lungo la strada a comprare manghi, banane e ananas.

Tre. Giovedì mattina ho cercato di trovare una scuola a Sveva. Figurati, le scuole internazionali accettano sempre, sono private! Come no? Quando ho chiesto se la lista d'attesa di nove bambini era fluida, nel senso che, come in Italia, le mamme iscrivono il figlio in cinque scuole diverse per poter scegliere, quindi alla fine essere decimo in lista d'attesa equivale ad avere il posto, mi sono sentita rispondere, con un sospiro che sottintendeva qui non siamo in Italia, un no gentile ma secco. E questa era la seconda scuola nella mia lista. La prima mi ha confermato la lista d'attesa, ma più flessibile non perchè sia una scuola italiana (figuriamoci, è quella tedesca!), ma perchè apriranno un nuovo padiglione a settembre. Ad ogni modo è tutto da confermare, quindi per non rimanere proprio a piedi mi sono fatta una lista di altre scuole. A dire la verità la lista c'è, ma contavo tanto di potermi rilassare con la seconda scuola, invece no, panico! A quel punto ho dimenticato tutte le analisi delle scuole che avevo fatto in Italia (questa è troppo religiosa, questa è troppo americana...) ed ho cominciato a telefonare a tappeto pregando in giapponese che prendessero Sveva a settembre. La buona notizia è che se ci dà buca la scuola tedesca, possiamo sempre mandare Sveva in una scuola super religiosa e americana che ha un sacco di posto. La cattiva notizia ancora non la so, ma solo perché non ho approfondito sul perché abbiano così tanto posto....

E veniamo alla giornata di oggi, con uscita (dalle 9.30 alle 16.00...direi che questa si può chiamare quasi spedizione) di ricognizione per capire dove comprare tutte quelle cose che ci serviranno nella casa nuova quando ancora non avremo la nostra roba e che dopo diventeranno doppie.
Ho trovato la mia mall preferita (peccato che sia dall'altra parte della città rispetto a dove vivremo...): la Junction.
Magari sarà perché è relativamente nuova (il Sarit center in confronto sembra roba dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) o forse perché i negozi che ho visitato hanno un'aria ordinata e pulita, ma mi sono innamorata ed ho trovato praticamente tutto quello che ci serve. Trovato ma non comprato perché ancora non ci capisco molto con il cambio e voglio capire bene....e forse perché voglio avere una scusa per tornarci! Ho trovato una commessa carinissima che mi ha accompagnato per tutto il negozio spiegandomi la differenza tra un letto King size ed un 3/4 (in pollici all'inizio, poi quando ha visto che tra prezzi in scellini e lunghezze in pollici stavo diventando scema, mi è venuta in soccorso), arrampicandosi sugli scaffali per prendermi la forchettina da dolce della linea con le punte giuste per Filippo e aprendomi tutte le scatole di set di pentole per farmi controllare lo spessore del fondo. Tutto questo non con la promessa che avrei messo la lista nozze nel loro negozio!!
E poi, dopo questo giro estenuante stile il prezzo è giusto, ho fatto un salto da Zucchini, la catena di negozi di frutta e verdura, dove ho trovato cose che avevo solo studiato sui libri all'università e sono rimasta scioccata per aver speso così poco ed aver riempito il frigo di verdure.

Tutto questo solo fino a mezzogiorno!!
Infatti poi sono passata alla ricognizione dello Yaya Centre, dove per poco non potevamo abitare temporaneamente. Lì ho iniziato subito male perdendomi e passando quattro volte davanti alla banca del piano terra, presidiata da due militari con mitra in vista che alla quarta volta devono aver pensato che potevo non essere la svampita che si perde, ma una rapinatrice esperta che fa finta di essere svampita per rapinare meglio. Visti gli sguardi minacciosi ho pensato che era meglio salire al primo piano. Ed ho salito le scale con tutti che mi venivano incontro e si spostavano fino a che non ho capito che ero dal lato sbagliato....come in strada con la macchina insomma!
Dopo aver vagliato tutti i negozi dello Yaya ho fatto anche una puntatina al supermercato del piano terra (senza passare di fronte alla banca!) e mi sono ripersa tra gli scaffali. Quello dove ho perso più tempo in assoluto è stato quello delle spezie; e io che credevo di avere tante spezie strane a casa! L'unica persona che avrei voluto accanto a me in quel momento era la Giu che sono sicura le conosce tutte davvero....
Comunque sono riuscita a comprare altre patatine (di arrowroot....provate voi a vedere su wikipedia che cos'è!), succhi, schifezze varie, ma questa volta con la coscienza pulita perché nel bagagliaio della macchina mi aspettavano le verdurine di Zucchini.
Ce la farò a tornare ad una dieta sana ed equilibrata, lo so!

E a proposito di dieta, in tutto questo girare ovviamente i bimbi sono rimasti a casa (altro giorno con due tate, quindi ero in una botte de fero) e sapete cosa hanno mangiato? Ugali. Hanno rifiutato il riso ed hanno chiesto di mangiare ugali.... probabilmente perché si mangia con le mani, conoscendoli!

martedì 5 luglio 2011

Jungle food

Ci si abitua immediatamente alle tate (tuu nannis is megli che uan!). Ieri abbiamo fatto la prova con Leni ed era fantastico averne una a bimbo...riuscite ad immaginarlo?? Questa settimana Leni tornerà altre due volte e giuro che questa volta la smetto di preoccuparmi e mi metto davvero a farmi i fatti miei. Devo essere sembrata la solita mamma pallida apprensiva; le ho chiesto almeno cinque volte se sapeva cosa fare in caso di emergenza (e io cosa faccio in caso di emergenza? Chiamo il pediatra o la Giuliana). Alla fine mi ha sorriso, con quel sorriso calmo e sereno degli africani, e mi ha risposto Ho una figlia anch'io.
Ecco, zitta e buona mamma pallida!

Comunque, nonostante l'apprensione sono uscita da sola (cioé con Steven, l'autista) per cercare cibo per le nannies (farina di mais per fare l'ugali, una specie di polenta ma molto più bianca della nostra, e skuma, le verdurine che l'accompagnano). Testona come sono volevo fare come gli africani che vanno al primo chioschetto lungo la strada e comprano le cose lì. Quando gliel'ho detto, Steven mi ha guardata con un misto di pietà e rassegnazione, poi mi ha docilmente accompagnato dove indicavo (cioè più o meno un gira qua, gira là a casaccio), lasciandomi chiedere informazioni, come se potessi davvero capire le indicazioni stradali degli omini dei chioschetti, per poi intervenire in mio soccorso e farsi spiegare le cose in Swahili (e a quel punto potevano anche raccontarsi le barzellette senza ridere che per me sarebbe stata la stessa cosa...). Risultato del giro: niente di niente dai chioschetti e siamo finiti ad un supermercatino favoloso su Peponi road che niente ha da invidiare ai grossi supermercati delle malls, dove ho trovato pane fresco e non tagliato e insacchettato, manghi meravigliosi, un avocado che non avrei mai detto tale (diciamo grande almeno il doppio di quelli che si vedono da noi), ma niente skuma.

La sera Felix mi ha fatto vedere quali mobili la Commissione sta acquistando per noi e devo dire che ho sentito il rumore dei pezzettini del mio bel sogno di arredare la casa in stile mooolto africano che cadevano sul pavimento. Non è che sia molta scelta comunque dai fornitori ufficiali e nemmeno posso chiedere di andare in giro a cercare le cose che piacciono a me, anche perché sono mobili che rimarranno nella casa e per fortuna il castello è abbastanza grande per farli sparire....

A cena finalmente Filippo ha ricominciato a mangiare. Nel senso che ha ricominciato a mangiare le solite quantità di cibo, figuriamoci se smetteva di mangiare veramente! La cosa che l'ha finalmente convinto che la pappa qui è buona quanto a casa è stata.....il porridge! Si vede che è stato svezzato parzialmente in Inghilterra...probabilmente ne rimarrà segnato a vita e si alzerà di notte per spalmarsi una bella fetta di pane e marmite.

Stamattina invece abbiamo abbandonato il mangione con Jane e io e Sveva siamo andate a fare shopping al Westgate Mall. Oddio proprio una seduta di shopping compulsivo non è stata; era più una ricognizione per capire dove trovare e quanto potevano costare le cose doppie che dovremo comprare quando andremo a stare nel castello (fine luglio) ed il container non sarà ancora arrivato (al più presto arriva a Mombasa il 12 agosto e poi ci vogliono altre due settimane di sdoganamento, poi ci sarà la pioggia, poi lo sciopero dei trasportatori, poi l'invasione delle locuste ed infine il traffico nell'ora di punta). E' così stupido sapere di aver spedito mezza casa e dover ricomprarne altra mezza! Ma tanto il castello è grande e la roba sparirà in qualche anfratto.
Ad ogni modo un po' di shopping l'abbiamo fatto davvero...scarpe nuove per la Sveva: finalmente le crocs (ma vi pare che devo andare in Kenya per comprare a mia figlia il suo primo paio di crocs??).
Oltre alla crocs abbiamo comprato anche un sacco di schifezze da mangiare, quelle cose che si mangiano in vacanza, tipo patatine, noccioline, anacardi (sto diventando un anacardio), piselli arrosto con chili, matoke (banane) fritte e salate che la Sveva divora (lei invece diveterà un matoke), succhi di frutta (mica quelli normali che compravo al conad, tipo pesca, pera...no, qui compriamo mango a gogò, lichi, frutto della passione, papaya e solo occasionalmente ananas). Insomma ci stiamo nutrendo di qualcosa a metà tra junk e jungle food, ma prima o poi tornerò a propinare alla mia famiglia solo cose sane e salutari, anzi, ho tutta l'intenzione di fare (fare) l'orto nel giardino del castello.
Nota finale sul junk food, stasera con Felix ci siamo fatti fuori una gelatina di lime, senza aromi aggiunti però...

Ah, Sveva ha fatto amicizia, ma non ha ancora chiaro se il suo nuovo amico si chiami Ryan o Christian....comunque l'importante è che faccia amicizia ed è davvero divertente sentirli giocare, una che parla come una radio in italiano (ma non capisciiii??) e l'altro che sorride rassegnato e risponde in inglese. Il risultato è che i bimbi sono sempre fuori al parco giochi e non è davvero male questo (a parte per i pantaloni che tuti i giorni tornano rossi di terra africana a casa...).

Bene, adesso Felix sta riempiendo tutti i moduli per aprirci un conto presso la Commercial Bank of Africa...suona importante no? Poi vi scrivo il numero di IBAN o quello che usano in Africa e potete fare donazioni se volete....

Ultimissima cosa per oggi: potrò dormire tranquilla stanotte e non rigirarmi nel letto pensando a che faccia ha lo skuma.
Oggi al supermercato del Westgate ho adocchiato della roba verde che aveva tutta l'aria di chiamarsi skuma, l'ho presa sicura e mi sono avvicinata soddisfatta al tipo che pesa le verdure chiedendo è questo lo skuma?, lui mi ha guardata con la solita aria compassionevole per la tipa pallida che da i numeri rispondendomi no, sono spinaci!
Allora ho capito che lo skuma era l'altra roba verde accanto, quella che sembravano erbette. Poi a casa Jane se l'è cucinato per sé e me ne ha dato un po' e mi si è aperto un mondo: mi piace un sacco!!
Quindi stanotte potrò dormire sonni tranquilli sapendo che faccia e che sapore ha lo skuma.
Buonanotte......


lunedì 4 luglio 2011

Giraffe e cambio automatico

Oggi siamo stati a vedere le giraffe del Giraffe Center. Devo dire che mi aspettavo un parco di una certa grandezza, ma credo di essere stata fuorviata dalla presenza massiccia di turisti americani, per cui mi aspettavo qualcosa con camminate, punti di osservazione, shops, ristorante e tutto il resto. Invece è un centro piccolino in cui la cosa più grande è comunque lo shop, con una torretta ad altezza giraffa da cui si possono dare da mangiare dei trucioli di non so che (sembravano pellets tanto per rendere l'idea...) di cui le giraffe vanno evidentemente golosissime. Ci ho provato una volta sola a nutrirle perchè dopo il primo pellet e la scia di bava che mi è rimasta sulla mano ho capito che non era cosa per me. La Sveva invece ci ha preso la mano lentamente, ma poi non la staccavamo più (dalla bava....). Unico incidente quando una delle tre giraffe le ha dato una testata; ci hanno spiegato dopo che è meglio non stare troppo vicini, specialmente se non si ha intenzione di nutrirle!! Comunque non è stata una cosa grave perché ha ricominciato quasi subito a farsi leccare le mani dalla lunga lingua scura delle giraffe.
Nel frattempo è passato anche un facocero che proprio bello non è, ma sembrava simpatico...

Ma l'evento della giornata per me è stato la prova di guida. Guidare a sinistra è facile (a parte che tutte le volte che volevo girare partiva il tergicristallo...), guidare sulle strade di Nairobi è fattibile (grazie, di domenica!), ma guidare con il cambio automatico è un delirio!! Non so esattamente cos'è, ma qualcosa mi manda in confusione; cerco continuamente la frizione e automaticamente inchiodo. Insomma, io ho una FIAT 500 del '73, la guido con la doppietta e ne sono fiera, sono all'antica, tradizionale...questa cosa del cambio automatico non fa per me!
Il problema è che la seconda macchina che dovremo comprare sarà con molte probabilità con il cambio automatico. E' la modernità, l'evoluzione della specie....sono retrograda e fiera di esserlo, ma ho paura che sia una lotta impari.

Dopo il Giraffe Center, Filippo si è addormentato in macchina (d'altra parte, il centro è praticamente a Karen, dall'altra parte della città....), quindi siamo rientrati a casa, anche perchè era prestino per il pranzo, ed abbiamo aspettato che il principino si svegliasse per poi uscire di nuovo alla volta del Sarit Center, un centro commerciale qui vicino, dove abbiamo pranzato (indiano per gli adulti e pizza per i bambini che alla fine hanno mangiato riso indiano e naan e la pizza ce la siamo portata a casa....), trovato un paio di scarpe nuove per Filippo (da Bata per circa cinque euro!), preso una mappa nuova di Nairobi in cui per un pelo rientra anche la strada della nostra nuova casa (e poi dall'ufficio di Felix continuano a sostenere che non è lontano....) e comprato una nuova scheda sim per connettersi con la chiavetta visto che a lavoro Felix non è ancora connesso per ragioni puramente commissioniche, come tutte le altre che ci stanno condizionando la vita in questi mesi.
Tutto questo entro le 14.

I tempi qui sono davvero differenti e Filippo ha smesso di dormire le sue belle tre ore pomeridiane....menomale che domani facciamo la prova con la babysitter che potremmo assumere nella nuova casa!

domenica 3 luglio 2011

Il Fioristrada

Diciamolo, se non avessimo la casa, dentro questa macchina potremmo dormirci!
Noi facciamo campeggio in un furgoncino VW, figuratevi cosa possiamo fare con questo coso qui.
Bene, stamattina ci siamo avventurati senza l'autista per Nairobi (Raf, la macchina è ancora tutta intera!) fino a, nientepopodimenoche, la residenza dell'ambasciatrice olandese che vende appunto questa macchinina.
D'altra parte, casa grande, macchina grande, giusto?
In fondo siamo noi che non siamo abituati, ma qui è piuttosto comune girare con il carroarmato (o il fioristrada come dice la Sveva), quindi ci abitueremo.
Dobbiamo ancora richiamare l'ambasciatrice e confermare, ma sembra un buon affare, quindi mi sa che confermeremo, così come abbiamo confermato il castello, dopo una serie di consultazioni telefoniche ed una notte di ragionamenti.
E se non andrà bene il castello, cambieremo....insomma, mica ci incatenano lì, no?

Oggi è sabato e siamo senza babysitter....mi sono già abituata e infatti facciamo un po' fatica a tenere a bada le bestioline, anche perchè qui Filippo dorme davvero molto meno nel pomeriggio e non so più cosa fargli fare; vuole continuamente uscire.....
Lunedì comunque proviamo la ragazza che Simon ci propone, Leni, quindi la prossima settimana grazie a questa prova, ne avremo due, una per figlio e direi che non è male!!
E se va bene, mi sa che la fissiamo anche per il prossimo finesettimana, così noi ci rilassiamo.
Forse sentiamo ancora un po' tutti la stanchezza (l'altitudine fa questo effetto??) perchè siamo un po' nervosetti e addormentati, ma non riusciamo davvero a riposare. Speriamo migliori.

Ultima nota; dopo la visita dall'ambasciatrice abbiamo fatto un salto al Village Market per farci la tonnellata di foto richiesta per i documenti (12 foto per ogni adulto e 6 per ogni bambino....e poi ci lamentiamo della burocrazia in Italia!) ed abbiamo approfittato per andare all'Art café dove i bambini hanno diviso amorevolmente un succo di mango per circa due minuti e poi cominciato a litigare e fare una tale baccano che abbiamo pagato e siamo usciti in tutta fretta......chissà tra quanto potremo rimetterci piede senza essere riconosciuti!

venerdì 1 luglio 2011

Home sweet home.....?

Questa potrebbe essere casa nostra.
Oggi alle 3 andiamo a vederla. Vi risparmio le foto degli interni, tanto è tutto vuoto.
La prima volta che ho visto le foto ho pensato quale parte di questa bifamiliare è per noi?, poi ho capito che una parte è la guest wing, l'ala per gli ospiti, l'altra è il resto per noi.
Da quando ci hanno spedito le foto abbiamo chiesto un po' di pareri ad amici e conoscenti perchè se la casa pare davvero carina, superspaziosa (6 camere da letto, come dicevo nel post precedente...), con un giardino immenso, in un quartiere ambito, etc, etc, il punto è che non si riesce a capire quanto davvero cambieranno le nostre abitudini abitando lì.
Il traffico a Nairobi è pazzesco, dicono, specialmente nelle ore di punta (quando ho chiesto ad Abdul che ci è venuto a prendere all'aereoporto quali fossero, praticamente mi ha risposto tutto il giorno, tranne la pausa pranzo!) e Felix rischia di passare in macchina dalle 2 alle 4 ore al giorno, di dover uscire di casa alle 6 di mattina (di solito ci alziamo alle 7.30.....) e tornare stanco e arrabbiato per il traffico.
Ecco, non sarebbe un cambiamento positivo delle nostre abitudini direi....
Il problema è che dall'ufficio spingono parecchio perché accettiamo questa casa; dicono che non ce ne sono altre disponibili fino a ottobre e che quindi dovremmo stare in albergo/residence per mesi.
A me sembra un po' una balla.
In tutta Nairobi non c'è un'altra casa disponibile che rispetti i criteri di sicurezza della Commissione??
E' vero che questi criteri sono piuttosto rigidi, ma insomma, uno sforzettino!
Ad ogni modo, adesso andiamo a vedere e poi se prenderemo il palazzo siete tutti invitati...ci stanno anche un sacco di tende in giardino per l'overbooking....

Farewell paranoia

Beh, va detto; la business non è male.
Anche se viaggi da solo, ma di sicuro con due bambini di cui uno che probabilmente farà l'ingegnere aereospaziale e intanto si allena a cercare il pezzo più piccolo smontabile (e non) dell'aereo. Ad ogni modo la situazione è questa: Sveva mangia la sua pasta al pomodoro del kids menu (potevano sforzarsi un po' di più visto cosa danno agli adulti...) ad una lentezza sorprendente, aiutata anche da Tom & Jerry sullo schermo davanti, Felix legge un giornale di cui non riesco a leggere il nome dalla mia posizione,

Filippo dorme beato al mio posto con il sedile in posizione letto (la business non è male, ripeto) con una bella coperta a fargli da tenda e io scrivo seduta a cavalcioni del mio sedile espropriato dall'infant, in posizione non proprio comoda, ma tenendo comunque il neutro del pilates non per scelta ma perché non posso proprio andare indietro...
Ma soprattutto sto ascoltando le greatest hits degli A-ha e questo mi riconcilia con il mondo!

Ma torniamo indietro rapidamente per alcuni episodi salienti degli ultimi giorni.

TRASLOCO. Anche se avevo già fatto un trasloco con una ditta (nel senso, non impacchettando tutto da sola e invitando gli amici ad aiutarmi a caricare sul portapacchi di chissò quale macchina in cambio di una cena), devo dire che non c'è stato paragone. Questa volta erano così professionali che non ho sentito minimamente il bisogno di stare lì a controllare...anzi, alla fine ero talmente rilassata che ho ricamato il bavaglino per Gaia!

FAREWELL PARTY. A dove se non ad Arolo dove tutto è cominciato? Gli aperitivi di Caterina non hanno deluso le aspettative (mi sono innamorata degli involtini di ananas e prosciutto...) e gli amici erano proprio quelli con cui volevamo stare (peccato per alcune defezioni, ma come competere con la festa di Midsommar?)
ULTIMO GIORNO. Sempre all'ultimo anche voi? Io per quanto cerchi di organizzarmi finisco sempre tutto all'ultimo minuto dell'ultimo giorno. E così la sera prima di partire, alle undici e passa circa, ero ancora lì a pulire, fare valigie e coprire tuto con teli e roba simile. Adesso la casa è uno splendore (grazie anche al lavoro straordinario dell'Ilenia...) e noi vivremo nell'altro emisfero, però l'anima casalinga che è in me è felice lo stesso, si sente in pace con se stessa. Le valigie alla fine erano quattro, grandi ma grandi davvero, tre zaini di cui due per i computer e uno per i beni di prima necessità (pannolini, giocattoli, datteri dello zio Enrico...) e il trolley della Sveva con tutti i giochi che è riuscita a metterci dentro. Ah, e due seggiolini auto, tanto per non farci cogliere alla sprovvista.

PARTENZA. E alla fine stamattina siamo partiti alle cinque (5), lasciandoci dietro una casa che sembrava unbo specchio (o un forno se si vuole considerare un altro aspetto sensoriale....), un gatto ignaro del fatto che la prossima volta che ci rivedrà sarà tra molto tempo (tranquilli, non l'abbiamo abbandonato, è sotto la tutela di persone fidate!) e siamo saliti sul minibus che Daniela ha riservato per noi (quando si dice avere le conoscenze giuste.....grazie Dany!) e mi rendo conto solo ora che non ho neanche dato un'ultima occhiata sentimentale alla casa o cercato di fissare nei ricordi i particolari lungo la strada.
E' andato tutto così di corsa, non solo oggi ma anche nei giorni passati, che ancora non mi rendo conto di tante cose, prima fra tutte che siamo partiti con un biglietto di sola andata.
Oddio, a dire il vero di questo me ne sono resa conto nel momento del check in quando non volevano farci imbarcare perché pare che non si possa entrare in Kenya con un biglietto di sola andata. Ma non voglio preoccuparmi di questo adesso, anche perché se trascriverò tutto quello che sto scrivendo sul blog (mica crederete che sia connessa a 37mila piedi - leggo sullo schermo in questo momento, passando sul lago Nasser....), vorrà dire che sarò sbarcata tranquillamente e mi sarò connessa da casa di Raffaella e Ivanoe che ci hanno offerto ospitalità per il primo mese.
Comunque, a parte la remota possibilità che non ci diano il visto e ci rimbarchino sul primo volo per l'Italia (o la Svizzera, non saprei, non mi sono ancora resa veramente conto di quello che sta succedendo, un po' perché è da così tanto tempo che se ne parla e che si rimanda di quindici giorni in quindici giorni che non ci credeva più nessuno, nemmeno no, e un po' perché sembra tutto così un'altra vita che ancora non credo possa essere reale. Come prima l'offerta di oaspitalità per questo primo mese, comprensiva di tata ed autista, in un compound con parco giochi e piscina riscaldata e poi la proposta irrifiutabile per una casa definitiva assolutamente sovradimensionata per noi (sei camere da letto!) in un quartiere a detta di tutti davvero bello anche se un po' lontano dall'ufficio di Felix. Per non parlare della disponibilità di tutte le persone che ho contattato in questi mesi (o dovrei dire nell'ultimo anno?), come se tutti non aspettassero altro che noi.....se penso alla fatica e al tempo che mi ci sono voluti per crearmi una vita sociale nel varesotto!! La forza dell'espatrio.....
Nel frattempo Filippo si è svegliato e si è dato nuovamente alla sua ultima passione, Sveva sta perdendo neuroni a mazzetti davanti a Tom & Jerry (ma anche la Bella e la Bestia, i Simpsons e Scooby Doo), Felix è passato all'Economist ed io alla musica country e sto scoprendo Keith Urban (che non è niente di che...molto meglio John Mayer nella selezione pop della Swiss).

Adesso siamo all'altezza di Addis Ababa, la prima terra africana che ho toccato in vita mia, e manca ancora un'ora e tre quarti.

Ce l'abbiamo quasi fatta.....