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mercoledì 25 luglio 2012

Emisfero Nord


Non c’è molto d’interessante e soprattutto niente di africano in questo periodo, a parte i kikoy per coprire Filippo che dorme, i miei sandali masai con i quali ancora non riesco a camminare senza attirare l’attenzione – non per i sandali ma per come cammino io con le infradito – l’antizanzare al neem che puzza come una raffineria e tiene sì lontane le zanzare ma anche tutti gli altri esseri viventi e quelle due o tre tonnellate di orecchini e perliname di varia natura che mi sono portata dietro togliendo spazio a qualcos’altro di fondamentale che per fortuna non ho ancora individuato.

sabato 14 luglio 2012

Migrazioni

Eccoci qua, quasi pronti alla partenza. Quasi pronti alla migrazione stagionale.


Valigie pronte, mezze vuote nella beata speranza di riempirle di cose utili e non al ritorno; vestiti leggeri nella beata speranza che non succeda di nuovo che ci portiamo dietro la pioggia da un continente all'altro e medicine ridotte allo stretto necessario nella beata speranza che l'otite di mamma rimanga l'evento più importante da riportare negli annali delle migrazioni di famiglia.

mercoledì 4 luglio 2012

Un post al mese (magari!)

Ormai è abbastanza chiara la mia totale irregolarità nei post di questo blog.

Sicuramente la mia pigrizia innata, coadiuvata dall'hakunamataticità in cui mi trovo a vivere, è responsabile per almeno la metà di questa situazione, ma ci sono anche altri fattori da non sottovalutare.

a) Lavoro part-time, quattro ore al giorno in un posto che la mia amica Juliana chiama l'ospedale psichiatrico ma che in realtà dovrebbe essere un centro di ricerca. Questo non ha minimamente intaccato i miei compiti precedenti (chauffeur, ristoratrice, etc....) ma solo aumentato il grado di stanchezza serale. A volte sono già profondamente addormentata tra le 8.30 e le 9.00; calcolando che in Italia c'è un'ora di meno, capite anche il perché abbia difficoltà a rispettare anche un semplice appuntamento su skype. A volte sono così stanca e per così tanti giorni di fila che oggi mi sono buttata in una ricerca google sulla possibile relazione tra stanchezza cronica e intolleranze alimentari (esiste!) e mi sa che il prossimo passo sarà fare i test....

sabato 7 gennaio 2012

Karibu tena!


Non è male passare dalle foglie secche di quercia alle ninfee in fiore nel giro di qualche ora.
Qualche è ironico…provate voi a passare qualche ora con Filippo sveglio costretto su un aereo, carico come una molla. Bastano cinque minuti per farvi diventare scemi.
Quando poi scappa in prima classe e mi ritrovo la hostess che mi guarda malissimo e ordina, neanche troppo gentilmente, di tornare tra i plebei, mentre Filippo si ritrova a tu per tu con un distinto signore indiano, con tanto di turbante e lunga barba bianca e lo chiama Babbo Natale….
Menomale che ad un certo punto siamo riusciti a disattivarlo.
Invece per disattivare Sveva basta la televisione; ha visto tutto il programma della Swiss dedicato ai bambini, film e cartoni, ha preso cioccolatini a manciate dal cestino che le hostess ci porgevano per prendere un assaggio di Svizzera e bevuto coca cola quanto basta per tenerla sveglia per due mesi. Però era totalmente disattivata e questo ci è bastato.

Vediamo, che scusa posso trovare questa volta per il lungo silenzio stampa?
Natale? Capodanno?
Ok, pigrizia!
Allora faccio un veloce Rider’s Digest…vi mancavano, giusto?

Dunque, Natale con i tuoi. Noi siamo fortunati perché le nostre due famiglie festeggiano in due giorni diversi (consecutivi, non una il primo dicembre e l’altra il quindici ovviamente) e non vivono molto distanti (solo un’ora di macchina…ci poteva andare molto, molto peggio). 

Quindi primo Natale con die Familie e secondo con la Famiglia. Doppio albero, doppia distribuzione dei regali, doppio pranzo/cena di Natale…e quest’ anno un solo Babbo Natale, ma è bastato a Filippo per diventare un suo acerrimo fan. I bimbi si sono divertiti un sacco con i nonni, in campagna, in città. 


Sveva ha pattinato sul ghiaccio… c’è anche a Nairobi pare la pista, ma non credo abbia lo stesso impatto, soprattutto se cadi; almeno in Italia sei imbottito…
Filippo non la smetteva più di urlare pikipiki a tutti gli scooter che gli sfrecciavano accanto.
Noi ci siamo goduti un po’ di tranquillità quando i nonni facevano da tata (mi dispiace nonni, ma ancora ne avete di strada da fare se volete competere con la Tata!) e siamo anche riusciti ad andare al cinema (Le idi di Marzo e Almanya. Entrambi validi).

Quest’anno sono anche riuscita a mandare gli auguri di Natale a tutti (spero di aver incluso tutti), con una mail vuota e un’immagine in allegato assolutamente non riconducibile alla nostra famiglia, con il risultato molto probabile di essere finita nella cartella dello spam.

Se avete ricevuto questa foto, è mia, non è spam; la prossima volta mi firmo….

Tornati sul Lago abbiamo festeggiato il Capodanno con la Patafamiglia e altri amici e abbiamo concluso l’anno contornati da bambini, funghi, anatre all’arancia e lampredotti e abbiamo fatto molto più tardi di quanto non avessimo fatto negli ultimi anni…

Ultimo frenetico giro di amici, ultima indigestione di arance e mandarini (sarà perché ci siamo imbottiti di vitamina C, ma siamo passati indenni dal mese di freddo polare…polare per noi, insomma), ultime sere davanti alla stufa con Filippo che continuava a ripetere fuoco, don’t touch! e poi appena poteva toccava il vetro con tutto quello che aveva a portata di mano in modo da fonderci sopra qualunque materiale avessimo in casa e ultimi piatti a mano da lavare grazie alla nostra gloriosa lavastoviglie che ha tirato le cuoia dopo anni di onorato servizio.

E di nuovo sveglia prima dell’alba, saluti alla casa sprangata, al gatto, check in all’aereoporto, innumerevoli tentativi per rendere Filippo inoffensivo in aereo, sbarco, coda per il visto, amico dell’amico tassista ad aspettarci, viaggio verso Runda nel traffico dribblando matatu, arrivo al castello buio perché era appena saltato anche il generatore, Guardone che ci apre il cancello e sorride e così via.



La mattina dopo abbiamo poltrito (tutti; Filippo dal 1 gennaio dorme la mattina come un ghiro, miracolo!), ma quando ci siamo avvicinati alla tenda della finestra ed abbiamo sentito il caldo che arrivava dall’altra parte, quando abbiamo visto la luce del sole africano, devo dire che ci siamo sentiti un po’ a casa.

La temperatura a mezzogiorno ha raggiunto i 34.5 gradi. 
Secco, leggera brezza, maglietta e pantaloncini, bimbi in piscina nel prato e mango a merenda.

Il prossimo anno col cavolo che andiamo via da questo clima a Natale! 

(Karibu tena = bentornati in swahili)