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domenica 17 giugno 2012

Terra!


Le fragole locali sono carine.

Un po’ più piccole di quelle a cui siamo abituati, un po’ più irregolari, ma soprattutto piene di piccoli anfratti dove si annidano tonnellate di terra irremovibili.

Nonostante sia in Africa da quasi un anno (!) e abbia abbassato considerevolmente i miei pretenziosi standard igienici su molti aspetti della vita, non riesco a mangiare queste fragole dopo averle lavate solo tre  (quattro, cinque, sei….) volte, ma devo fare qualcosa di più per rassicurarmi di non dare da mangiare alla mia famigliola germi con panna montata, occasionalmente frammisti a fragole.

mercoledì 14 dicembre 2011

A metà

E' proprio buffo essere a casa.

Voglio dire a casa sul Lago perché una casa ce l'abbiamo anche a Runda, è solo in affitto, ma ha dentro tutta la nostra roba. 

Nella casa sul Lago invece non c'è niente (ieri Patasgnaffa, l'amichetta di Sveva mi ha chiesto una serie di cose e tutte le volte ho dovuto rispondere Mi dispiace, ma l'abbiamo portato in Kenya. All'ultima richiesta non mi ha neanche lasciato rispondere e mi ha preceduta dicendo Sì, lo so, l'avete portato in Kenya!) e faccio un po' fatica a cucinare qualcosa di diverso da insalata e mozzarella.

Sono passati solo cinque mesi da quando ce ne siamo andati all'alba, chiudendo tutto e volando verso l'avventura e sembra passata una vita.

Sono sorpresa in effetti dalla rapidità con la quale ci siamo ambientati ed abbiamo trovato i nostri punti di riferimento a Nairobi (grazie anche ad amici e alla facilità della condizione di espatriato...) e pensavo che tornare a casa sul Lago mi avrebbe confermato che in Africa tutto è bello e sul Lago tutto era bruttino, a cominciare dal tempo.

Il tempo in effetti non si è smentito, ma sono sempre più convinta sia l'effetto sciamanico della nostra famiglia, ma per tutto il resto devo ammettere che mi sono ritrovata a guardare il Lago e tutto quello che lo circonda con occhi diversi e adesso sono qui con un planning della settimana dove sto cercando di stipare tutte le cose da fare e tutte le persone da vedere e non è per niente facile.

Abbiamo molti più amici di quello che pensassi e soprattutto amici che hanno voglia di vederci, che incastrano i loro impegni pur di trovare il tempo di incontrarci e la cosa mi commuove.

La casa è bella, il giardino con il suo aspetto invernospettrale ha il suo fascino, la fattoria accanto ci ha regalato latte, formaggi e carne buonissimi (Filippo appena vede una bottiglia del latte comincia a cantare ia-ia-o perché la macchina distributrice del latte suona la canzoncina del la vecchia fattoria...), il gruppo d'acquisto ci ha provvisto di cavoli e arance a volontà (dopo un po' avere a disposizione tutte le verdure possibili a Nairobi stanca; avevamo bisogno di una dieta esclusivamente a base di brassicacee...) e alla fine ritroviamo tutti i nostri punti di riferimento qui e la cosa ci fa sentire a casa.

Insomma, abbiamo due vite parallele, due case, due gruppi di amici, due sistemi di riferimento, due di tutto ed è come sentirsi divisi a metà.

Ora come ora non saprei per quale vita propendere, davvero!

Oddio, un elemento unico in effetti c'è: la tata è solo in Kenya.

Menomale che abbiamo già il biglietto di ritorno....