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martedì 10 luglio 2012

Il lato positivo...

Ok, la tata stava un po' male.

Da quando mi ha chiamata dicendo che avrebbe preso un pikipiki e che era al villaggio accanto è passata un'ora abbondante. Al che le ho detto che l'andavo a prendere.

In effetti il piede era il doppio e le faceva visibilmente male, quindi siamo andate direttamente al pronto soccorso.

Per fortuna ne esiste uno molto vicino a casa (è solo poco attrezzato di buoni pediatri, o forse semplicemente di pediatri, quindi quando Filippo deve fare il tagliando trimestrale co tocca andare all'Aga Khan) dove ci hanno ricevute subito, in un ambiente supermodermo e dall'aria estremamente efficiente dieci volte più che all'Aga Khan che se vi andate a leggere i primi post era già ad un livello intergalattico rispetto all'ospedalino di campagna dove hanno visto la luce i miei pargoletti.

mercoledì 14 dicembre 2011

A metà

E' proprio buffo essere a casa.

Voglio dire a casa sul Lago perché una casa ce l'abbiamo anche a Runda, è solo in affitto, ma ha dentro tutta la nostra roba. 

Nella casa sul Lago invece non c'è niente (ieri Patasgnaffa, l'amichetta di Sveva mi ha chiesto una serie di cose e tutte le volte ho dovuto rispondere Mi dispiace, ma l'abbiamo portato in Kenya. All'ultima richiesta non mi ha neanche lasciato rispondere e mi ha preceduta dicendo Sì, lo so, l'avete portato in Kenya!) e faccio un po' fatica a cucinare qualcosa di diverso da insalata e mozzarella.

Sono passati solo cinque mesi da quando ce ne siamo andati all'alba, chiudendo tutto e volando verso l'avventura e sembra passata una vita.

Sono sorpresa in effetti dalla rapidità con la quale ci siamo ambientati ed abbiamo trovato i nostri punti di riferimento a Nairobi (grazie anche ad amici e alla facilità della condizione di espatriato...) e pensavo che tornare a casa sul Lago mi avrebbe confermato che in Africa tutto è bello e sul Lago tutto era bruttino, a cominciare dal tempo.

Il tempo in effetti non si è smentito, ma sono sempre più convinta sia l'effetto sciamanico della nostra famiglia, ma per tutto il resto devo ammettere che mi sono ritrovata a guardare il Lago e tutto quello che lo circonda con occhi diversi e adesso sono qui con un planning della settimana dove sto cercando di stipare tutte le cose da fare e tutte le persone da vedere e non è per niente facile.

Abbiamo molti più amici di quello che pensassi e soprattutto amici che hanno voglia di vederci, che incastrano i loro impegni pur di trovare il tempo di incontrarci e la cosa mi commuove.

La casa è bella, il giardino con il suo aspetto invernospettrale ha il suo fascino, la fattoria accanto ci ha regalato latte, formaggi e carne buonissimi (Filippo appena vede una bottiglia del latte comincia a cantare ia-ia-o perché la macchina distributrice del latte suona la canzoncina del la vecchia fattoria...), il gruppo d'acquisto ci ha provvisto di cavoli e arance a volontà (dopo un po' avere a disposizione tutte le verdure possibili a Nairobi stanca; avevamo bisogno di una dieta esclusivamente a base di brassicacee...) e alla fine ritroviamo tutti i nostri punti di riferimento qui e la cosa ci fa sentire a casa.

Insomma, abbiamo due vite parallele, due case, due gruppi di amici, due sistemi di riferimento, due di tutto ed è come sentirsi divisi a metà.

Ora come ora non saprei per quale vita propendere, davvero!

Oddio, un elemento unico in effetti c'è: la tata è solo in Kenya.

Menomale che abbiamo già il biglietto di ritorno....

giovedì 11 agosto 2011

It's raining avocados

Nel giardino della casa di Lakeview abbiamo un gigantesco albero di avocado. 
Talmente gigantesco che non l'avevo neanche riconosciuto. 
Di notte ogni tanto venivamo svegliati da rumori secchi di qualcosa che cade dall'alto e non capivamo bene, ma ci riaddormentavamo tranquilli sapendo che la guardia all'entrata avrebbe fatto il proprio dovere, aiutata anche dal cane che le viene affiancato tutte le notti e che comunque siamo sbarrati in casa, con tanto di bottoni rossi per l'allarme, in un compound supersicuro e che anche se alla fine entrano in casa, hanno ben poco da rubare.
A proposito, i bottoni rossi sono già stati testati due volte; una per figlio. 
Oggi è toccato a Sveva che l'ha schiacciato nonostante le avessi detto di stare attenta e quando le ho chiesto se lo avesse fatto mi ha risposto no con la faccia tosta che sta sviluppando a rapidità soprendente qui in Kenya. 
Con la stessa faccia tosta ha risposto nou, come dice lei in inglese, al tipo della sicurezza accorso con la jeep a manetta e bardato di tutto punto, quando lui si è presentato alla porta chiedendo se avessimo suonato l'allarme. Era stato ovviamnete istruito in due secondi da me, prima che Sveva arrivasse alla porta, in modo che le mettesse un po' paura, ma non mi aspettavo che arrivasse addirittura ad agitare il manganello minacciandola di picchiarla la prossima volta. Ho pensato che ci andasse giù pesante, ma Sveva sembra non essersi lasciata impressionare, forse perchè il tipo brandiva il manganello e ridacchiava sotto i baffi...
Ad ogni modo, tornando ai rumori notturni, non avevamo collegato immediatamente che i tonfi che sentivamo erano in realtà avocados che venivano giù a tutta velocità. Solo quando la tata ha cominciato a raccoglierli e portarceli, abbiamo capito.
Adesso ho la cucina piena di avocados e non so che farci a parte metterne un po' nell'insalata e farne guacamole.
Comunque sono molto buoni e addirittura Sveva ha cominciato a mangiarli, mentre Filippo urla quando li mangiamo che sembra siano l'unico alimento rimasto sulla terra e poi li sputa e non è un bel vedere.
Filippo sta diventando davvero un selvaggio. Sarà forse che mangiando sempre con accanto una tata che mangia l'ugali che si mangia con le mani non ha proprio l'esempio migliore, sarà che possiede una naturale inclinazione a fare schifezze, comunque ormai mangia così male che sto per gettare la spugna. Tra un po' gli metto la ciotola accanto a quella del cane da guardia e vediamo cosa succede...probabilmente gli ruberà la pappa. Filippo al cane, intendo.
Però usa il cucchiaio. In maniera un po' personale, ma lo usa, mentre ha completamente smesso di usare la forchetta tanté che anche la tata a forza di sentirlo, ha imparato a dire mangia con la forchetta in italiano.
La tata è impressionante, davvero, tra poco parla italiano!
Filippo invece entra nelle stanze e con un sorriso dice hi e poi guarda la mamma un attimo, si gira verso la tata e corre verso di lei a braccia aperte, sicuro che lei lo prenderà in braccio.
E tutta la fatica che abbiamo fatto per non fargli prendere l'abitudine al passeggino e tutto l'orgoglio per il fatto che camminasse senza fare le storie che fanno un sacco di bambini che non vogliono camminare, sono andati a farsi benedire in un attimo.
So di essere un po' severa, ma vi giuro che il confronto con la tata mi sta facendo sembrare la matrigna di Biancaneve.
E' vero che la presenza della tata mi permette di fare tante cose per me, ma credo che l'educazione dei miei figli ne risentirà pesantemente.
Oggi sono passata dal castello, giusto per sapere a che punto stavano i lavori e devo dire che mi aspettavo qualcosina di più. Quando avevano detto che tale e tale intervento sarebbero stati fatti entro la tale data, intendevano non entro ma proprio quel giorno. Io quando dico entro intendo che cerco di farlo prima e se proprio le cose vanno male, quella è la data ultima da non oltrepassare. Loro invece iniziano a fare il lavoro il giorno che indicano come finale. La fine del lavoro invece è scritta nel libro del destino, hakuna matata.
Comuque, per poter entrare nel castello il giorno che dobbiamo uscire dalla casa di Lakeview, è necessario seguire una tabella di marcia serrata che se anche solo una cosa sgarra, salta tutto. E questo ovvimente non fa bene al mio stresseuropeismo.
Con molta gentilezza (giuro!) ho chiesto al compare di Mama Africa (lei non mi rivolge più la parola) se posso chiamarlo anche tutti i giorni e andare a verificare che i lavori vengano fatti e lui, gentilissimo, mi ha risposto che posso chiamare e andare dove voglio. 
Io posso chiamare, ma immagino che lui sia anche libero di non rispondere.
Ma non voglio essere la solita malfidata; vediamo se questa è la volta buona!

Ultima nota: ho trovato il mercato ortofrutticolo. 
Una baraccolpoli di banchetti ammonticchiati uno accanto all'altro, stracolmi di frutta e verdura di tutti i generi, che ti fanno assaggiare appena ti ci cade lo sguardo anche inconsapevole, con bucce di tutto buttate per terra e macachi che rubacchiano da un banchetto all'altro. I prezzi delle cose non hanno nessun confronto con i supermercati o Zucchini, ma soprattutto il loro sapore è impagabile. E poi dà proprio l'impressione di comprare direttamente dal produttore, o almeno dal primo intermediario...
E' facilissimo da raggiungere, subito dopo l'Aga Khan, quindi ormai ci vado ad occhi chiusi.
Penso che ci andrò circa una volta a settimana (da Runda sarà un po' più lontano).
Insomma, non sarà come un gruppo d'acquisto, ma penso che sia la cosa che ci va più vicino.
E a questo punto credo che, non avendo ancora trovato un posto fidato dove rifornirsi da proteine animali, abbiamo tantissime chances di diventare vegetariani....intanto inziamo con gli avocados, và!

domenica 17 luglio 2011

Un'antolipe al Tribe

Sveva sta imparando un sacco di nuove parole: in inglese, in swahili e in svevese. Oggi cercava l'antolipe al Safari Walk del Nairobi National Park.
Alla fine abbiamo trovato il bongo (un tipo di antilope per l'appunto) e la Sveva ha gridato Mamma, guarda, la renna!

Ha le idee ancora un po' confuse, ma abbiamo raggiunto un compromesso e deciso che quando Babbo Natale porta i ragali in Africa usa l'antilope...

Nel Safari Walk si vedono anche altri animali: ippopotami, ghepardi, iene, rinoceronti, scimmie, lucertole (mica le lucertoline verdi che si vedono da noi.... queste sono belle panzute, marroni, e con una linea chiara che corre lungo tutto il corpo) e ..... leoni.
Ovviamente quando Filippo li ha visti siamo stati contenti che ci fosse un vetro di separazione che teneva al sicuro i leoni.

Siamo stati dei turisti fortunati perchè abbiamo assistito ad una bella sfuriata tra leonessa e leone (l'ha messo a tacere in due zampate!) a distanza ravvicinata e appunto Filippo avrebbe anche partecipato volentieri se non fosse stato per il vetro.

La camminata alla fine è stata lunghetta (o forse non siamo ancora abituati noi), ma i bimbi hanno retto bene e sembra proprio che gli piaccia la vita in mezzo agli animali. Insomma, siamo pronti per un safari vero!

Pranzo classico con (sane) patatine per i bambini e pezzo di capra arrosto per il papà. La mamma questa volta ha optato per una tilapia in padella che sembrava essere stata preparata sabato... della settimana passata!

Se ci saranno conseguenze mi sento preparata ed ho già individuato gli ospedali in città.


Altre scoperte della settimana in breve. 

Biashara street. Ho comprato i primi kikoy (al metro) ed effettivamente conviene fare un salto in città invece di fermarsi nelle zone per visi pallidi, non solo per il prezzo, ma anche per la scelta. Ho fatto impazzire il negoziante e ci sono stata una vita, ma alla fine sono soddisfatta della scelta. Prevedo puntate con cadenza regolare (settimanale? troppo?) nella strada in questione e regali di natale monotematici quest'anno.

Alliance Française. In centro, un po' fuori mano vivendo a Runda. Propone una mediateca con libri che hanno tutta l'aria di essere lasciti degli espatriati francofoni (la zavorra europea che deve far posto alla zavorra africana quando si rientra insomma), videocassette che ad occhio e croce hanno la stessa origine e due sparuti scaffali di DVD. Però il bibliotecario mi si è rivolto senza indugio in francese e questo da solo è bastato a farmi sentire a mio agio!

Goethe Institute. Attaccato all'Alliance Française. Hanno corsi di tedesco ad un prezzo assolutamente improponibile da noi (e in fondo anche la distanza visto che a casa in Italia probabilmente dovrei arrivare fino a Milano!!). Peccato che il traffico rovini tutto e per fare due ore di corso ogni mattina (per tre mesi) dovrei passare nel traffico il resto della giornata.... Il fatto che mi si siano rivolti in tedesco questa volta non mi ha messo così a mio agio perché ho cercato di a) capire cosa mi avevano chiesto, b) elaborare una risposta sensata con un vocabolario limitato ed una grammatica da turco e c) articolare un nein convincente. Potevo anche fare cenno di no con la testa e avrei raggiunto lo stesso risultato, ma in metà tempo.

Amani Café. Un posto davvero carino, su Riverside Drive dove sono arrivata da sola, toppando clamorosamente la prima rotonda dove avrei dovuto girare, la seconda e facendo finalmente inversione alla terza (praticamente in centro città). Poi non contenta ho fatto su e giù per trovare il cancello giusto un paio di volte, ho chiesto a due o tre persone (dovrei iniziare le richieste di indicazioni stradali con un salve, sono un viso pallido, avrebbe la pietà di dirmi dove si trova questo o quello per favore?). Al di là dei dettagli geografici, l'Amani Café è davvero un posto interessante e non è solo un caffé, ma un progetto che si occupa di donne marginalizzate. Una bella scoperta insomma, grazie ad Elena!

Golden Spur. Ristorante di una catena sudafricana (che potrebbe passare per americana con decoro animalier) dove si mangia ciccia (carne per i non fiorentini) e roba grigliata, ma soprattutto dove ci sono un sacco di cose che tengono impegnati i bambini permettendo ai genitori di mangiare dignitosamente. Non si fermano alla classica tovaglietta di carta da colorare con i pastelli che ti portano dovunque con il menu (dovunque?....Forse dovunque negli autogrill svizzeri!), ma c'è proprio una stanza con cartoni animati in continuo, playstation, giocattoli e fuori un playground con trampolino, altalena, scivolo gonfiabile e struttura per l'arrampicata. Tutto ciò all'interno del Southern Sun (ex Holiday Inn), che ospita anche un parrucchiere ed una palestra (credo accessibile anche ai non ospiti dell'albergo) e la cosa mi ha dato un'idea genaile come dice la Sveva: una mattina ci porto bimbi e tata, li lascio a giocare e io faccio ginnastica in palestra e poi i colpi di sole!

KenyaBuzz Kids. Guida del KenyaBuzz, il portale di eventi, dedicata ai bambini. Notevole per le idee che dà a due sprovveduti genitori. Tanto per citare i suggerimenti: viaggiate con la tata così vi rilassate. Se non potete pagarle il biglietto aereo, mandatela in bus! Roba che ancora ci fa sorridere parecchio....

A proposito di tate e di cose alle quali ci si abitua in fretta: perché tutti hanno le tate anche nel finesettimana e noi no??

Consegne a domicilio. Lo so che è una cosa normale, ma noi veniamo dalla campagna e ormai ci siamo abituati ad andare a prenderci tutto (però abbiamo scoperto di recente che la pizzeria il Gambero consegna a domicilio, ma solo dopo le 8.30!).
Qui ovviamente ti portano tutto (magari non vengono proprio tutti fino a Runda, ma sicuramente potremo ordinare più che una pizza, anzi, mi sa che le pizze proprio non le ordiniamo, vista la reazione dei bambini alla prima pizza al Sarit Centre...).
Insomma, si ritorna alla civiltà finalmente!

Bene, adesso andiamo a trovare la nostra amica l'ambasciatrice e ci prendiamo il nostro fioristrada, così finalmente possiamo andare a fare i safari al Masai Mara...oddio, magari aspettiamo di ambientarci un po' prima di avventurarci, ma mi sa che non passerà tanto tempo perché davvero viene voglia di esplorare tutto qui!

Domani appuntamento al castello per capire a che punto sono con i lavori. Dall'ufficio dicevano che avremmo potuto trasferirci tra una settimana, ma visto che a me , qualche giorno fa, è sembrato tutto esattamente come l'abbiamo visto la prima volta (a parte l'ascaro che imbiancava il garage, fondamentale!), mi sa che dovremmo preparaci un piano B.

Il mio piano B è farmi sistemare al Tribe per qualche mese, ma non credo coincida con il piano B della commissione.....

martedì 5 luglio 2011

Jungle food

Ci si abitua immediatamente alle tate (tuu nannis is megli che uan!). Ieri abbiamo fatto la prova con Leni ed era fantastico averne una a bimbo...riuscite ad immaginarlo?? Questa settimana Leni tornerà altre due volte e giuro che questa volta la smetto di preoccuparmi e mi metto davvero a farmi i fatti miei. Devo essere sembrata la solita mamma pallida apprensiva; le ho chiesto almeno cinque volte se sapeva cosa fare in caso di emergenza (e io cosa faccio in caso di emergenza? Chiamo il pediatra o la Giuliana). Alla fine mi ha sorriso, con quel sorriso calmo e sereno degli africani, e mi ha risposto Ho una figlia anch'io.
Ecco, zitta e buona mamma pallida!

Comunque, nonostante l'apprensione sono uscita da sola (cioé con Steven, l'autista) per cercare cibo per le nannies (farina di mais per fare l'ugali, una specie di polenta ma molto più bianca della nostra, e skuma, le verdurine che l'accompagnano). Testona come sono volevo fare come gli africani che vanno al primo chioschetto lungo la strada e comprano le cose lì. Quando gliel'ho detto, Steven mi ha guardata con un misto di pietà e rassegnazione, poi mi ha docilmente accompagnato dove indicavo (cioè più o meno un gira qua, gira là a casaccio), lasciandomi chiedere informazioni, come se potessi davvero capire le indicazioni stradali degli omini dei chioschetti, per poi intervenire in mio soccorso e farsi spiegare le cose in Swahili (e a quel punto potevano anche raccontarsi le barzellette senza ridere che per me sarebbe stata la stessa cosa...). Risultato del giro: niente di niente dai chioschetti e siamo finiti ad un supermercatino favoloso su Peponi road che niente ha da invidiare ai grossi supermercati delle malls, dove ho trovato pane fresco e non tagliato e insacchettato, manghi meravigliosi, un avocado che non avrei mai detto tale (diciamo grande almeno il doppio di quelli che si vedono da noi), ma niente skuma.

La sera Felix mi ha fatto vedere quali mobili la Commissione sta acquistando per noi e devo dire che ho sentito il rumore dei pezzettini del mio bel sogno di arredare la casa in stile mooolto africano che cadevano sul pavimento. Non è che sia molta scelta comunque dai fornitori ufficiali e nemmeno posso chiedere di andare in giro a cercare le cose che piacciono a me, anche perché sono mobili che rimarranno nella casa e per fortuna il castello è abbastanza grande per farli sparire....

A cena finalmente Filippo ha ricominciato a mangiare. Nel senso che ha ricominciato a mangiare le solite quantità di cibo, figuriamoci se smetteva di mangiare veramente! La cosa che l'ha finalmente convinto che la pappa qui è buona quanto a casa è stata.....il porridge! Si vede che è stato svezzato parzialmente in Inghilterra...probabilmente ne rimarrà segnato a vita e si alzerà di notte per spalmarsi una bella fetta di pane e marmite.

Stamattina invece abbiamo abbandonato il mangione con Jane e io e Sveva siamo andate a fare shopping al Westgate Mall. Oddio proprio una seduta di shopping compulsivo non è stata; era più una ricognizione per capire dove trovare e quanto potevano costare le cose doppie che dovremo comprare quando andremo a stare nel castello (fine luglio) ed il container non sarà ancora arrivato (al più presto arriva a Mombasa il 12 agosto e poi ci vogliono altre due settimane di sdoganamento, poi ci sarà la pioggia, poi lo sciopero dei trasportatori, poi l'invasione delle locuste ed infine il traffico nell'ora di punta). E' così stupido sapere di aver spedito mezza casa e dover ricomprarne altra mezza! Ma tanto il castello è grande e la roba sparirà in qualche anfratto.
Ad ogni modo un po' di shopping l'abbiamo fatto davvero...scarpe nuove per la Sveva: finalmente le crocs (ma vi pare che devo andare in Kenya per comprare a mia figlia il suo primo paio di crocs??).
Oltre alla crocs abbiamo comprato anche un sacco di schifezze da mangiare, quelle cose che si mangiano in vacanza, tipo patatine, noccioline, anacardi (sto diventando un anacardio), piselli arrosto con chili, matoke (banane) fritte e salate che la Sveva divora (lei invece diveterà un matoke), succhi di frutta (mica quelli normali che compravo al conad, tipo pesca, pera...no, qui compriamo mango a gogò, lichi, frutto della passione, papaya e solo occasionalmente ananas). Insomma ci stiamo nutrendo di qualcosa a metà tra junk e jungle food, ma prima o poi tornerò a propinare alla mia famiglia solo cose sane e salutari, anzi, ho tutta l'intenzione di fare (fare) l'orto nel giardino del castello.
Nota finale sul junk food, stasera con Felix ci siamo fatti fuori una gelatina di lime, senza aromi aggiunti però...

Ah, Sveva ha fatto amicizia, ma non ha ancora chiaro se il suo nuovo amico si chiami Ryan o Christian....comunque l'importante è che faccia amicizia ed è davvero divertente sentirli giocare, una che parla come una radio in italiano (ma non capisciiii??) e l'altro che sorride rassegnato e risponde in inglese. Il risultato è che i bimbi sono sempre fuori al parco giochi e non è davvero male questo (a parte per i pantaloni che tuti i giorni tornano rossi di terra africana a casa...).

Bene, adesso Felix sta riempiendo tutti i moduli per aprirci un conto presso la Commercial Bank of Africa...suona importante no? Poi vi scrivo il numero di IBAN o quello che usano in Africa e potete fare donazioni se volete....

Ultimissima cosa per oggi: potrò dormire tranquilla stanotte e non rigirarmi nel letto pensando a che faccia ha lo skuma.
Oggi al supermercato del Westgate ho adocchiato della roba verde che aveva tutta l'aria di chiamarsi skuma, l'ho presa sicura e mi sono avvicinata soddisfatta al tipo che pesa le verdure chiedendo è questo lo skuma?, lui mi ha guardata con la solita aria compassionevole per la tipa pallida che da i numeri rispondendomi no, sono spinaci!
Allora ho capito che lo skuma era l'altra roba verde accanto, quella che sembravano erbette. Poi a casa Jane se l'è cucinato per sé e me ne ha dato un po' e mi si è aperto un mondo: mi piace un sacco!!
Quindi stanotte potrò dormire sonni tranquilli sapendo che faccia e che sapore ha lo skuma.
Buonanotte......