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lunedì 21 maggio 2012

Aga Khan 2: la vendetta


Oggi in teoria era il mio primo giorno di lavoro.

Dico in teoria perché nessuna delle persone con cui sono venuta in contatto per questo contratto mi ha mai confermato la data nonostante fosse scritta su tutti i documenti in versione ufficiosa, ufficiale, semiseria e pesce d’aprile.

Menomale che la teoria e la pratica sono due cose spesso molto diverse perché stamattina non avrei proprio potuto presentarmi al lavoro.

Sabato sera, dopo una giornata di febbre abbastanza sostenuta, abbiamo portato Filippo al nostro ospedale preferito, L’Aga Khan, più per scrupolo vista la visita all’Amboseli di due settimane fa e il - seppur minimo - rischio di malaria.

mercoledì 9 maggio 2012

Back to life, back to reality

Siamo tornati a Nairobi.

Il giorno del mio compleanno è iniziato con un caffè davanti alla tenda e la partenza per un giro con guida. Abbiamo incontrato un branco di elefanti notevole e soprattutto la guida ci ha spiegato un sacco di cose che non sapevamo (incluso scoprire che il giorno precedente ci eravamo avvicinati anche troppo ad un elefante in calore che era meglio lasciare stare...ma voi lo sapete riconoscere un elefante in calore, così su due piedi??).

domenica 21 agosto 2011

Safari

Fino a che non ho fatto il corso di swahili all’università, taaanto tempo fa, credevo che safari fosse quella cosa da depliant turistici, un tempo da fare con i fucili per far tornare a casa i turisti soddisfatti con un trofeo, poi con macchine fotografiche dagli obiettivi che ricordavano i fucili e con trofei meno complicati da conservare.
Andiamo a fare un safari. Ohh, immediatamente mi venivano in mente jeepponi, cappelli coloniali e tenute kaki, campi tendati e cose simili.

La nostra tata è andata a fare un safari.

Per tornare a casa dalle sue bambine, su un torpedone scassato che ricorda una gigantesca lattina colorata, affollato, e che ci mette circa 24 ore per fare tre, quattrocento chilometri. E dorme in torpedone, la tata, non nel campo tendato con il falò e l’antilope ad arrostirsi sopra.
Safari in swahili vuol dire semplicemente viaggio.
L’unica altra parola di swahili che ricordo dal corso all’università è jambo (non jumbo, quello è un aereo) che è il saluto quando si incontra qualcuno.

Anche noi siamo andati a fare un viaggio, non in torpedone ma in fioristrada che è più comodo e senza campi tendati ma lodges, anche quelli più comodi, sia del torpedone che dei campi tendati.

La prima tappa del nostro safari è stato il lago Nakuru, il lago dei fenicotteri, lungo la Rift Valley a nord-ovest di Nairobi.
Per fare prima, perché ancora non abbiamo le idee chiare su cosa abbiamo intorno, perché Felix era in Somalia al momento di prenotare, perché stiamo invecchiando e diventando pigri, perché…non so perché, ci siamo rivolti ad un’agenzia di viaggi ( Sunworld Safari, ottimo servizio, non a caso hanno qualche derivazione teutonica...) che ci ha prenotato due notti in lodges per ciascuna tappa.

Al lago Nakuru il lodge era il Sarova Lion Hill che già il nome rende l’idea, no? Superservizio, superbuffet, spettacoli ad uso turistico ogni sera, zanzariera scenica anche se non ce n’era bisogno (è inverno, è su un altopiano…), in più si trova all’interno del parco e ci si deve muovere in fioristrada per dare la caccia agli animali.

Noi non abbiamo una macchina fotografica con obiettivo-fucile, ma comunque di tutto rispetto (se le foto vengono male è colpa nostra, insomma…); peccato che non troviamo più il caricabatteria (speriamo sia nel container; lo scopriremo giovedì quando arriva) e che la batteria abbia deciso di terminare l’onorato servizio il primo giorno di safari!
Ad ogni modo, abbiamo avuto due giorni con sole e pioggia, agli estremi come abbiamo imparato può succedere spesso e volentieri qui in Kenya, abbiamo girato tutto il parco, circumfioristradato il lago, visti tutti gli animali che elencava la guida, rinoceronti bianco e nero, giraffe, babbuini, waterbucks, waterbuffaloes e naturalmente fenicotteri, ma non il climbing lion che rimane per la prossima puntata.

Ci siamo anche fatti riconoscere immediatamente al primo pasto quando Filippo si è quasi strozzato con un pezzettino di mela ed il suo salvataggio (del pezzettino di mela) è diventato un’esperienza di gruppo dell’intera sala da pranzo ed ha talmente impressionato sia ospiti che personale che chiunque ci incontrasse dopo chiedeva sta meglio il piccolo?

Il piccolo, passato lo spavento iniziale, ha ricominciato a mangiare come un bufalo, in quantità e qualità, anzi no, forse il bufalo mangia meglio…

Ultima nota sul Sarova Lion Hill; la porta del bagno, in camera, ha una specie di griglia fatta come una persiana, nella parte bassa. Ovviamente non ci si vede attraverso proprio perché è fatta a persiana ed è in basso. Ma non abbastanza in basso per uno gnomo dell’altezza di Filippo che regolarmente, quando qualcuno era in bagno, si affacciava alla persiana e cominciava a salutare come fa in questo periodo Hi, hi

Divertentissimo, specialmente per chi era in bagno.

La seconda tappa della nostra prima vacanza familiare in Kenya è stato il lago Naivasha, a metà strada tra Nakuru e Nairobi. E qui, visto che non c’è un parco intorno e soprattutto è disponibile un servizio di babysitting, abbiamo optato per il relax completo, rimanendo nel lodge tutto il tempo.
Il lodge in questione è il Naivasha Simba Lodge, una meraviglia di relax con piscina, playground e babysitter appunto, spa (non eccezionale devo dire), ma soprattutto vista animali.
Il balcone dà (nel senso che Filippo riesce a scappare dalle inferriate!) su un pratone pieno di acace dove pascolano liberamente antilopi e waterbucks e, oltre una recinzione che quasi non si nota, galoppano zebre e giraffe fino alle sponde del lago Naivasha dove tra i papiri nuotano gli ippopotami e svolazzano pellicani e varie altre specie alate.

A proposito di Ippopotami; Sveva continua ad andare in giro dicendo a tutti this is Pippo Hippo, indicando Filippo, ma nessuno coglie il gioco di parole e sorridono tutti per gentilezza guardando il biondo gnomo e chiedendosi cosa abbia a che fare con gli ippopotami…

Sveva ha trovato due amichette qui; Nathalie, della camera accanto, i cui genitori ci hanno presi per tate e senza neanche presentarsi o meno che mai ringraziarci, ci hanno mollato la loro pargoletta senza apparenti problemi di coscienza (scuola di pensiero hakuna matata, direi) e Purity, che ci è voluto un quarto d’ora solo per capire il nome.
La cosa bella è che Sveva, con un vocabolario inglese di massimo quindici parole, riesce già a dirigere tutto e parlare in continuo….Radio Sveva English Edition!

A proposito di lingue, tra una settimana inizieremo ufficialmente con il tedesco; il 29 agosto sarà il primo giorno di scuola per Sveva….

Bene, domani finisce il nostro safari e si ricomincia con la vita di Nairobi (nairobina? nairobense?). Inizieremo subito martedì a metterci le mani nei capelli quando scopriremo che i lavori al castello, che ci hanno giurato sarebbero stati terminati venerdì scorso, non sono stati neanche iniziati e di conseguenza la tabella di marcia non sarà rispettata e alla fine della settimana, quando dovremo andare via dalla casa di Lakeview, dovremo farci un’endovena di hakuna matata per evitare di commettere qualche reato penalmente perseguibile.

domenica 24 luglio 2011

Out of Africa

Abbiamo passato un fine settimana a Karen, il sobborgo di Nairobi dove c'è la casa di Karen Blixen e che prende appunto il nome da questo. 
Avendo visto il film (quello con Meryl Streep e Robert Redford, ricordate?), mi ero messa in testa che la casa fosse gigantesca ed è stato buffo scoprire che non è così.
Poi ho scoperto perché; per fare il film non hanno usato la casa originale, ma ne hanno costruita una di dimensioni americane....
Però molto fedele all'originale.
La visita alla casa di Karen Blixen vale la pena, soprattutto se vi è piaciuto il film e la storia. Dopo la visita, comunque abbastanza lunga, con una guida molto carina e divertente, ci siamo farmati qualche traversa più in là, alla fabbrica delle perle  di terracotta Kazuri, una marca che avevo notato nelle varie shopping mall, ma non avevo capito fosse di qui. E' una fabbrica fondata da Susan Wood, moglie di Michael Wood, il fondatore di Flying Doctors in Africa dell'est e poi AMREF (una famiglia di fondatori, insomma).
Vedendo le collane di Kazuri nelle shopping mall avevo pensato Ecco un'altra cosa da turisti. In effetti sono collane e oggetti di terracotta che i locali non credo comprino, ma fare un giro nei laboratori e scoprirene la storia è stata davvero una sorpresa.
La fabbrica impiega attualmente circa 300 donne per creare i gioielli e altri oggetti e sono tutte o ragazze madri o donne marginalizzate alle quali viene insegnato un lavoro e riescono così a guadagnarsi da vivere. 
 
La gita a Karen di sabato (bimbi con la tata ovviamente!) si è conclusa poco più in là, al Karen Blixen Coffee Garden, una roba da turisti che però vale la pena.
Il succo di mango era fantastico (ma dove non lo è qui? Ormai bevo solo succo di mango fresco....) e il cibo davvero buono. Il giardino piacevole e il servizio di un buon livello...peccato che fossimo accerchiati da tipi veramente ciccioni che hanno trangugiato, senza battere ciglio, cose tipo ostriche seguite da costolette di maiale caramellate accompagnate da patatine fritte....
Dei veri gourmet insomma!
Eravamo quasi sicuri di poter assistere alla scena disgustosa dei Monty Python in cui il ciccione scoppia quando il cameriere gli offre la mentina a fine pasto. Per fortuna la scena non c'è stata e noi abbiamo conservato un buon ricordo!

Domenica gita di famiglia e tanto per essere originali siamo andati a Karen (le case lì sono stupende, ma pare che non rispettino molto i soliti criteri di sicurezza imposti dalla commissione...).

La meta questa volta è stato il David Sheldrick Animal Orphenage, l'orfanotrofio degli elefanti e rinoceronti (e qualche scimmietta libera come queste due che ci hanno accolto all'entrata...).
La fila era notevole, dovuta principalmente ad una serie di torpedoni di turisti americani (no, non erano torpedoni, ma mi piaceva la parola, mi ricorda il fumetto dei Peanuts dove l'ho letta la prima volta!) che stanno cominciando a diventare davvero fastidiosi...

Però valeva la pena vedere questi piccoli elefantini (piccoli, insomma, se ti danno un pestone fanno comunque male!) bere il latte (di chi? mi ha chiesto la Sveva) da un biberon gigante.

La Sveva è riuscita ovviamente ad accarezzare anche gli elefantini ed è convinta che la cartolina che le hanno dato per ricordo sia proprio quella dell'elefantino che ha accarezzato, anzi è proprio perché l'ha accarezzato che gliel'hanno data.

Lungo la strada il papà, orgoglioso del suo fioristrada e del fatto di poter mettere la quinta fuori dal traffico, non si è accorto di un dosso e l'ha preso un po' veloce.
La Sveva preoccupata ha chiesto Hai pestato una persona, papà?
Ma no, le ha risposto il papà, se mettiamo sotto qualcuno ci mettono in prigione!
In prigione? A pane e acqua? ha chiesto lei ancora più preoccupata.
(non so quando è iniziata questa storia, ma ormai la Sveva associa la prigione a pane e acqua, a volta pane duro e acqua sporca...) ha confermato rassegnato il papà.
Il pane fa ingrassare, ha urlato la Sveva preoccupatissima, poi ci allarghiamo e non usciamo più dalla prigione!

Non fa una piega, no?

domenica 17 luglio 2011

Un'antolipe al Tribe

Sveva sta imparando un sacco di nuove parole: in inglese, in swahili e in svevese. Oggi cercava l'antolipe al Safari Walk del Nairobi National Park.
Alla fine abbiamo trovato il bongo (un tipo di antilope per l'appunto) e la Sveva ha gridato Mamma, guarda, la renna!

Ha le idee ancora un po' confuse, ma abbiamo raggiunto un compromesso e deciso che quando Babbo Natale porta i ragali in Africa usa l'antilope...

Nel Safari Walk si vedono anche altri animali: ippopotami, ghepardi, iene, rinoceronti, scimmie, lucertole (mica le lucertoline verdi che si vedono da noi.... queste sono belle panzute, marroni, e con una linea chiara che corre lungo tutto il corpo) e ..... leoni.
Ovviamente quando Filippo li ha visti siamo stati contenti che ci fosse un vetro di separazione che teneva al sicuro i leoni.

Siamo stati dei turisti fortunati perchè abbiamo assistito ad una bella sfuriata tra leonessa e leone (l'ha messo a tacere in due zampate!) a distanza ravvicinata e appunto Filippo avrebbe anche partecipato volentieri se non fosse stato per il vetro.

La camminata alla fine è stata lunghetta (o forse non siamo ancora abituati noi), ma i bimbi hanno retto bene e sembra proprio che gli piaccia la vita in mezzo agli animali. Insomma, siamo pronti per un safari vero!

Pranzo classico con (sane) patatine per i bambini e pezzo di capra arrosto per il papà. La mamma questa volta ha optato per una tilapia in padella che sembrava essere stata preparata sabato... della settimana passata!

Se ci saranno conseguenze mi sento preparata ed ho già individuato gli ospedali in città.


Altre scoperte della settimana in breve. 

Biashara street. Ho comprato i primi kikoy (al metro) ed effettivamente conviene fare un salto in città invece di fermarsi nelle zone per visi pallidi, non solo per il prezzo, ma anche per la scelta. Ho fatto impazzire il negoziante e ci sono stata una vita, ma alla fine sono soddisfatta della scelta. Prevedo puntate con cadenza regolare (settimanale? troppo?) nella strada in questione e regali di natale monotematici quest'anno.

Alliance Française. In centro, un po' fuori mano vivendo a Runda. Propone una mediateca con libri che hanno tutta l'aria di essere lasciti degli espatriati francofoni (la zavorra europea che deve far posto alla zavorra africana quando si rientra insomma), videocassette che ad occhio e croce hanno la stessa origine e due sparuti scaffali di DVD. Però il bibliotecario mi si è rivolto senza indugio in francese e questo da solo è bastato a farmi sentire a mio agio!

Goethe Institute. Attaccato all'Alliance Française. Hanno corsi di tedesco ad un prezzo assolutamente improponibile da noi (e in fondo anche la distanza visto che a casa in Italia probabilmente dovrei arrivare fino a Milano!!). Peccato che il traffico rovini tutto e per fare due ore di corso ogni mattina (per tre mesi) dovrei passare nel traffico il resto della giornata.... Il fatto che mi si siano rivolti in tedesco questa volta non mi ha messo così a mio agio perché ho cercato di a) capire cosa mi avevano chiesto, b) elaborare una risposta sensata con un vocabolario limitato ed una grammatica da turco e c) articolare un nein convincente. Potevo anche fare cenno di no con la testa e avrei raggiunto lo stesso risultato, ma in metà tempo.

Amani Café. Un posto davvero carino, su Riverside Drive dove sono arrivata da sola, toppando clamorosamente la prima rotonda dove avrei dovuto girare, la seconda e facendo finalmente inversione alla terza (praticamente in centro città). Poi non contenta ho fatto su e giù per trovare il cancello giusto un paio di volte, ho chiesto a due o tre persone (dovrei iniziare le richieste di indicazioni stradali con un salve, sono un viso pallido, avrebbe la pietà di dirmi dove si trova questo o quello per favore?). Al di là dei dettagli geografici, l'Amani Café è davvero un posto interessante e non è solo un caffé, ma un progetto che si occupa di donne marginalizzate. Una bella scoperta insomma, grazie ad Elena!

Golden Spur. Ristorante di una catena sudafricana (che potrebbe passare per americana con decoro animalier) dove si mangia ciccia (carne per i non fiorentini) e roba grigliata, ma soprattutto dove ci sono un sacco di cose che tengono impegnati i bambini permettendo ai genitori di mangiare dignitosamente. Non si fermano alla classica tovaglietta di carta da colorare con i pastelli che ti portano dovunque con il menu (dovunque?....Forse dovunque negli autogrill svizzeri!), ma c'è proprio una stanza con cartoni animati in continuo, playstation, giocattoli e fuori un playground con trampolino, altalena, scivolo gonfiabile e struttura per l'arrampicata. Tutto ciò all'interno del Southern Sun (ex Holiday Inn), che ospita anche un parrucchiere ed una palestra (credo accessibile anche ai non ospiti dell'albergo) e la cosa mi ha dato un'idea genaile come dice la Sveva: una mattina ci porto bimbi e tata, li lascio a giocare e io faccio ginnastica in palestra e poi i colpi di sole!

KenyaBuzz Kids. Guida del KenyaBuzz, il portale di eventi, dedicata ai bambini. Notevole per le idee che dà a due sprovveduti genitori. Tanto per citare i suggerimenti: viaggiate con la tata così vi rilassate. Se non potete pagarle il biglietto aereo, mandatela in bus! Roba che ancora ci fa sorridere parecchio....

A proposito di tate e di cose alle quali ci si abitua in fretta: perché tutti hanno le tate anche nel finesettimana e noi no??

Consegne a domicilio. Lo so che è una cosa normale, ma noi veniamo dalla campagna e ormai ci siamo abituati ad andare a prenderci tutto (però abbiamo scoperto di recente che la pizzeria il Gambero consegna a domicilio, ma solo dopo le 8.30!).
Qui ovviamente ti portano tutto (magari non vengono proprio tutti fino a Runda, ma sicuramente potremo ordinare più che una pizza, anzi, mi sa che le pizze proprio non le ordiniamo, vista la reazione dei bambini alla prima pizza al Sarit Centre...).
Insomma, si ritorna alla civiltà finalmente!

Bene, adesso andiamo a trovare la nostra amica l'ambasciatrice e ci prendiamo il nostro fioristrada, così finalmente possiamo andare a fare i safari al Masai Mara...oddio, magari aspettiamo di ambientarci un po' prima di avventurarci, ma mi sa che non passerà tanto tempo perché davvero viene voglia di esplorare tutto qui!

Domani appuntamento al castello per capire a che punto sono con i lavori. Dall'ufficio dicevano che avremmo potuto trasferirci tra una settimana, ma visto che a me , qualche giorno fa, è sembrato tutto esattamente come l'abbiamo visto la prima volta (a parte l'ascaro che imbiancava il garage, fondamentale!), mi sa che dovremmo preparaci un piano B.

Il mio piano B è farmi sistemare al Tribe per qualche mese, ma non credo coincida con il piano B della commissione.....

domenica 3 luglio 2011

Il Fioristrada

Diciamolo, se non avessimo la casa, dentro questa macchina potremmo dormirci!
Noi facciamo campeggio in un furgoncino VW, figuratevi cosa possiamo fare con questo coso qui.
Bene, stamattina ci siamo avventurati senza l'autista per Nairobi (Raf, la macchina è ancora tutta intera!) fino a, nientepopodimenoche, la residenza dell'ambasciatrice olandese che vende appunto questa macchinina.
D'altra parte, casa grande, macchina grande, giusto?
In fondo siamo noi che non siamo abituati, ma qui è piuttosto comune girare con il carroarmato (o il fioristrada come dice la Sveva), quindi ci abitueremo.
Dobbiamo ancora richiamare l'ambasciatrice e confermare, ma sembra un buon affare, quindi mi sa che confermeremo, così come abbiamo confermato il castello, dopo una serie di consultazioni telefoniche ed una notte di ragionamenti.
E se non andrà bene il castello, cambieremo....insomma, mica ci incatenano lì, no?

Oggi è sabato e siamo senza babysitter....mi sono già abituata e infatti facciamo un po' fatica a tenere a bada le bestioline, anche perchè qui Filippo dorme davvero molto meno nel pomeriggio e non so più cosa fargli fare; vuole continuamente uscire.....
Lunedì comunque proviamo la ragazza che Simon ci propone, Leni, quindi la prossima settimana grazie a questa prova, ne avremo due, una per figlio e direi che non è male!!
E se va bene, mi sa che la fissiamo anche per il prossimo finesettimana, così noi ci rilassiamo.
Forse sentiamo ancora un po' tutti la stanchezza (l'altitudine fa questo effetto??) perchè siamo un po' nervosetti e addormentati, ma non riusciamo davvero a riposare. Speriamo migliori.

Ultima nota; dopo la visita dall'ambasciatrice abbiamo fatto un salto al Village Market per farci la tonnellata di foto richiesta per i documenti (12 foto per ogni adulto e 6 per ogni bambino....e poi ci lamentiamo della burocrazia in Italia!) ed abbiamo approfittato per andare all'Art café dove i bambini hanno diviso amorevolmente un succo di mango per circa due minuti e poi cominciato a litigare e fare una tale baccano che abbiamo pagato e siamo usciti in tutta fretta......chissà tra quanto potremo rimetterci piede senza essere riconosciuti!