giovedì 11 agosto 2011

It's raining avocados

Nel giardino della casa di Lakeview abbiamo un gigantesco albero di avocado. 
Talmente gigantesco che non l'avevo neanche riconosciuto. 
Di notte ogni tanto venivamo svegliati da rumori secchi di qualcosa che cade dall'alto e non capivamo bene, ma ci riaddormentavamo tranquilli sapendo che la guardia all'entrata avrebbe fatto il proprio dovere, aiutata anche dal cane che le viene affiancato tutte le notti e che comunque siamo sbarrati in casa, con tanto di bottoni rossi per l'allarme, in un compound supersicuro e che anche se alla fine entrano in casa, hanno ben poco da rubare.
A proposito, i bottoni rossi sono già stati testati due volte; una per figlio. 
Oggi è toccato a Sveva che l'ha schiacciato nonostante le avessi detto di stare attenta e quando le ho chiesto se lo avesse fatto mi ha risposto no con la faccia tosta che sta sviluppando a rapidità soprendente qui in Kenya. 
Con la stessa faccia tosta ha risposto nou, come dice lei in inglese, al tipo della sicurezza accorso con la jeep a manetta e bardato di tutto punto, quando lui si è presentato alla porta chiedendo se avessimo suonato l'allarme. Era stato ovviamnete istruito in due secondi da me, prima che Sveva arrivasse alla porta, in modo che le mettesse un po' paura, ma non mi aspettavo che arrivasse addirittura ad agitare il manganello minacciandola di picchiarla la prossima volta. Ho pensato che ci andasse giù pesante, ma Sveva sembra non essersi lasciata impressionare, forse perchè il tipo brandiva il manganello e ridacchiava sotto i baffi...
Ad ogni modo, tornando ai rumori notturni, non avevamo collegato immediatamente che i tonfi che sentivamo erano in realtà avocados che venivano giù a tutta velocità. Solo quando la tata ha cominciato a raccoglierli e portarceli, abbiamo capito.
Adesso ho la cucina piena di avocados e non so che farci a parte metterne un po' nell'insalata e farne guacamole.
Comunque sono molto buoni e addirittura Sveva ha cominciato a mangiarli, mentre Filippo urla quando li mangiamo che sembra siano l'unico alimento rimasto sulla terra e poi li sputa e non è un bel vedere.
Filippo sta diventando davvero un selvaggio. Sarà forse che mangiando sempre con accanto una tata che mangia l'ugali che si mangia con le mani non ha proprio l'esempio migliore, sarà che possiede una naturale inclinazione a fare schifezze, comunque ormai mangia così male che sto per gettare la spugna. Tra un po' gli metto la ciotola accanto a quella del cane da guardia e vediamo cosa succede...probabilmente gli ruberà la pappa. Filippo al cane, intendo.
Però usa il cucchiaio. In maniera un po' personale, ma lo usa, mentre ha completamente smesso di usare la forchetta tanté che anche la tata a forza di sentirlo, ha imparato a dire mangia con la forchetta in italiano.
La tata è impressionante, davvero, tra poco parla italiano!
Filippo invece entra nelle stanze e con un sorriso dice hi e poi guarda la mamma un attimo, si gira verso la tata e corre verso di lei a braccia aperte, sicuro che lei lo prenderà in braccio.
E tutta la fatica che abbiamo fatto per non fargli prendere l'abitudine al passeggino e tutto l'orgoglio per il fatto che camminasse senza fare le storie che fanno un sacco di bambini che non vogliono camminare, sono andati a farsi benedire in un attimo.
So di essere un po' severa, ma vi giuro che il confronto con la tata mi sta facendo sembrare la matrigna di Biancaneve.
E' vero che la presenza della tata mi permette di fare tante cose per me, ma credo che l'educazione dei miei figli ne risentirà pesantemente.
Oggi sono passata dal castello, giusto per sapere a che punto stavano i lavori e devo dire che mi aspettavo qualcosina di più. Quando avevano detto che tale e tale intervento sarebbero stati fatti entro la tale data, intendevano non entro ma proprio quel giorno. Io quando dico entro intendo che cerco di farlo prima e se proprio le cose vanno male, quella è la data ultima da non oltrepassare. Loro invece iniziano a fare il lavoro il giorno che indicano come finale. La fine del lavoro invece è scritta nel libro del destino, hakuna matata.
Comuque, per poter entrare nel castello il giorno che dobbiamo uscire dalla casa di Lakeview, è necessario seguire una tabella di marcia serrata che se anche solo una cosa sgarra, salta tutto. E questo ovvimente non fa bene al mio stresseuropeismo.
Con molta gentilezza (giuro!) ho chiesto al compare di Mama Africa (lei non mi rivolge più la parola) se posso chiamarlo anche tutti i giorni e andare a verificare che i lavori vengano fatti e lui, gentilissimo, mi ha risposto che posso chiamare e andare dove voglio. 
Io posso chiamare, ma immagino che lui sia anche libero di non rispondere.
Ma non voglio essere la solita malfidata; vediamo se questa è la volta buona!

Ultima nota: ho trovato il mercato ortofrutticolo. 
Una baraccolpoli di banchetti ammonticchiati uno accanto all'altro, stracolmi di frutta e verdura di tutti i generi, che ti fanno assaggiare appena ti ci cade lo sguardo anche inconsapevole, con bucce di tutto buttate per terra e macachi che rubacchiano da un banchetto all'altro. I prezzi delle cose non hanno nessun confronto con i supermercati o Zucchini, ma soprattutto il loro sapore è impagabile. E poi dà proprio l'impressione di comprare direttamente dal produttore, o almeno dal primo intermediario...
E' facilissimo da raggiungere, subito dopo l'Aga Khan, quindi ormai ci vado ad occhi chiusi.
Penso che ci andrò circa una volta a settimana (da Runda sarà un po' più lontano).
Insomma, non sarà come un gruppo d'acquisto, ma penso che sia la cosa che ci va più vicino.
E a questo punto credo che, non avendo ancora trovato un posto fidato dove rifornirsi da proteine animali, abbiamo tantissime chances di diventare vegetariani....intanto inziamo con gli avocados, và!

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