mercoledì 14 dicembre 2011

A metà

E' proprio buffo essere a casa.

Voglio dire a casa sul Lago perché una casa ce l'abbiamo anche a Runda, è solo in affitto, ma ha dentro tutta la nostra roba. 

Nella casa sul Lago invece non c'è niente (ieri Patasgnaffa, l'amichetta di Sveva mi ha chiesto una serie di cose e tutte le volte ho dovuto rispondere Mi dispiace, ma l'abbiamo portato in Kenya. All'ultima richiesta non mi ha neanche lasciato rispondere e mi ha preceduta dicendo Sì, lo so, l'avete portato in Kenya!) e faccio un po' fatica a cucinare qualcosa di diverso da insalata e mozzarella.

Sono passati solo cinque mesi da quando ce ne siamo andati all'alba, chiudendo tutto e volando verso l'avventura e sembra passata una vita.

Sono sorpresa in effetti dalla rapidità con la quale ci siamo ambientati ed abbiamo trovato i nostri punti di riferimento a Nairobi (grazie anche ad amici e alla facilità della condizione di espatriato...) e pensavo che tornare a casa sul Lago mi avrebbe confermato che in Africa tutto è bello e sul Lago tutto era bruttino, a cominciare dal tempo.

Il tempo in effetti non si è smentito, ma sono sempre più convinta sia l'effetto sciamanico della nostra famiglia, ma per tutto il resto devo ammettere che mi sono ritrovata a guardare il Lago e tutto quello che lo circonda con occhi diversi e adesso sono qui con un planning della settimana dove sto cercando di stipare tutte le cose da fare e tutte le persone da vedere e non è per niente facile.

Abbiamo molti più amici di quello che pensassi e soprattutto amici che hanno voglia di vederci, che incastrano i loro impegni pur di trovare il tempo di incontrarci e la cosa mi commuove.

La casa è bella, il giardino con il suo aspetto invernospettrale ha il suo fascino, la fattoria accanto ci ha regalato latte, formaggi e carne buonissimi (Filippo appena vede una bottiglia del latte comincia a cantare ia-ia-o perché la macchina distributrice del latte suona la canzoncina del la vecchia fattoria...), il gruppo d'acquisto ci ha provvisto di cavoli e arance a volontà (dopo un po' avere a disposizione tutte le verdure possibili a Nairobi stanca; avevamo bisogno di una dieta esclusivamente a base di brassicacee...) e alla fine ritroviamo tutti i nostri punti di riferimento qui e la cosa ci fa sentire a casa.

Insomma, abbiamo due vite parallele, due case, due gruppi di amici, due sistemi di riferimento, due di tutto ed è come sentirsi divisi a metà.

Ora come ora non saprei per quale vita propendere, davvero!

Oddio, un elemento unico in effetti c'è: la tata è solo in Kenya.

Menomale che abbiamo già il biglietto di ritorno....

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