domenica 9 settembre 2012

Al Dente!


Quando eravamo in Italia quest'estate, poco prima del suo sesto compleanno, Sveva ha perso il primo dentino.

E' stata coraggiosissima all'ultimo, quando ha voluto che Felix glielo tirasse.

Credo che le abbia dato una mano il sapere che il dente sarebbe finito in una scatolina (che io mi sono premunita di comprare un anno fa...) e che un certo topino sarebbe passato per prendere il dentino lasciando in cambio un regalo.

Tutto è stato molto carino, il regalo è stato carino, la sorpresa, il poter mostrare alle amichette che non solo aveva sei anni, ma anche una finestrella.

Insomma il classico bel ricordo.

L'altro ieri anche Filippo ha perso il suo primo dentino, ma non è stato per niente carino.

E' caduto dalle scale, precipitandosi a mangiare la merenda e facendo un notevole volo. Me lo sono ritrovato in una pozza di sangue con due denti storti e uno sullo scalino. Ovviamente urlante. E anche io.

Per fortuna Felix è arrivato dopo poco, così come Hayet che solo per il fatto di saperla infermiera mi calma, e siamo andati a saetta all'ospedale, più o meno come un anno fa all'Aga Khan, ma questa volta abbiamo scelto il Gertrud Children Hospital che è un poco più vicino e ha pediatrico nel nome.

E come al solito è stata un'avventura.

Filippo si è tranquillamente addormentato in macchina ed ha passato la maggior parte del tempo disteso sul lettino, ignaro di quello che si andava discutendo intorno a lui.

La figura centrale è stata il chirurgo maxillo-facciale, tipo sospettissimo (a me) sin dall'inizio che è partito con Non facciamo nulla, neanche una radiografia perché sono sicuro che non c'è niente al Operiamo in anestesia generale, intubiamo, rimettiamo al suo posto anche il dente che è uscito e  mettiamo un apparecchio per otto settimane.

Alla parola intubiamo ho preso il telefono ed ho chiamato il dentista in Italia.

Mentre mi facevo rassicurare dal dentista, anzi dall'assistente del dentista (che c'è sempre, lavora tutto l'anno, anche le domeniche, ma proprio venerdì aveva deciso di fare vacanza. Il dentista, dico.) sul fatto che stavamo parlando di denti da latte, che la possibilità che non ci fossero ripercussioni sui denti definitivi era prossima al 100%, che non era il caso di traumatizzare Filippo con interventi invasivi e che se ci andava bene convivere con un bambino senza un dente e due storti per qualche anno (leggi, se non eravamo esteti fissati), allora la cosa migliore era impacchettare il bambino e andare a casa, mentre avveniva questa conversazione, in sala visite stavano prenotando un'ambulanza per trasportarci tutti all'Aga Khan a fare una lastra speciale in cui Filippo doveva mordere una cosa, sprizzando probabilmente un altro litro di sangue e stare completamente fermo mentre l'apparecchiatura speciale gli girava intorno.
Sì, certo, una statua!

La discussione è stata lunghissima; da una parte il chirurgo maxillo-facciale che dava una versione e il suo opposto nella stessa frase giusto per testare quale volessimo sentirci dire e dall'altra io, forte delle parole dell'assistente del dentista, determinata a non far toccare Filippo al chirurgo maxillo-sospetto neanche con un dito.

Alla fine il compromesso è stato spingere indietro uno dei due denti storti con un dito (appunto!), quel tanto che bastava per permettere a Filippo di continuare a mangiare le stesse quantità di cibo che riesce a mangiare normalmente.
E antibiotico da cavallo.

Mentre stavo andando pazientemente a fare la fila per comprare l'antibiotico da cavallo alla farmacia  dell'ospedale (una delle cinque file...), il maxillo-sospetto mi avvicina e attacca un discorso sempre più sospetto sul suo onorario.

La faccio breve; chiede uno sproposito (per gli standard di qua), vuole essere pagato tramite M-pesa, non tramite l'ospedale, e cerca in tutti i modi di agganciarci per un appuntamento di controllo tra qualche giorno. Quando mi mostro stupita per la cifra, ne giustifica un terzo con la consultazione (cioè il tempo a noi dedicato) e due terzi per la procedura.

Procedura? Faccio io. Quale procedura?

La procedura che ho adottato per sistemare le cose. Mi risponde.

Stava per partirmi la domanda su cosa intendesse per sistemare le cose, ma l'ho trattenuta. 
Il cervello ha cominciato a ticchettare e ho avuto l'illuminazione: ha spinto un dente di due millimetri verso la posizione originaria!

Due terzi del suo onorario per spingere un dente.
Circa mezzo minuto. 
O forse due terzi di minuto.

Fate voi il conto all'ora.
Ah già, non vi ho detto la cifra, ma se ve la dico non vi fa né caldo né freddo perché i parametri sono diversi. Vi dico solo che il pediatra, professore, superfamoso, che cura tutti i bambini degli espatriati, prende meno della metà del maxillo-sospetto.

A quel punto avevo la scelta tra aggredirlo e morderlo al collo (ma l'idea mi faceva un po' schifo devo dire...) o indirizzarlo diplomaticamente a Felix e lasciare che sbrigassero le cose tra uomini.
Ho scelto la seconda.

E questo mi ha dato il tempo di riflettere anche sull'antibiotico da cavallo e decidere di consultare prima la pediatra per sicurezza.

Menomale, visto che il giorno dopo ci ha fissato un appuntamento con una chirurga maxillo-facciale, dentista, molto più dolce con i bambini e decisamente più esperta a trattare con madri ansiose, che ci ha confermato quello che mi aveva detto l'assistente del dentista e che proprio per scrupolo ha fatto fare una lastra a Filippo (ma non quella da statua di sale con il morso in bocca) e ha confermato che non ci sono danni di nessun genere, il bimbo è comunque bello, anche con una finestra permanente nella dentatura, e ci rivediamo al denti definitivi.
E poi è arrivato il topino del dentino.

Filippo si è beccato una macchinina blu a grandezza naturale.
Che ha distrutto in circa dieci minuti.

Mentre a Sveva cadeva il secondo dentino.
O meglio se lo faceva tirare via, incoraggiata dalla grandezza del regalo di Filippo.

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