martedì 10 luglio 2012

Il lato positivo è sempre più nascosto...

Domenica alla fine sembrava tutto a posto.

Lunedì mattina pure.

Accompagno i bambini a scuola (campo estivo. Con il cielo grigio che c'è, i 14 gradi ed i golfini di lana che stiamo tirando fuori, chiamarlo estivo è incongruente) e visto che con la tata azzoppata non posso pretende di fare un orario d'ufficio normale, decido di rimanere a lavorare a casa (il lato positivo delle consulenze...).

Lavoro bene tutta la mattina, alle 12.00 prendo i panini e la coperta da picnic (ricordo: 14 gradi che magari nel frattempo sono po' aumentati..) e vado a scuola a riprendere i marmocchi, scopro che Filippo è caduto rovinandosi mezza faccia come al solito, li faccio mangiare sotto gli occhi divertiti del preside della scuola, e sono pronta per riportarli a casa con Filippo possibilmente addormentato.


Però, da un po' di tempo sento un rumore strano all'orecchio sinistro. Un po' come un ronzio o come se avessi del cotone nell'orecchio. Piano piano il cotone non sembra più tanto soffice come uno se l'immagina e ci metto un attimo per capire che quello che sento è dolore

Ma sono sulla coperta da picnic in tessuto masaai, sotto lo sguardo amorevole del preside della scuola e incuriosito dei genitori che passano (si dividono chiaramente in due scuole di pensiero Ma guarda che idea carina e Ma guarda che idea cretina) e sto aspettando la mia amica Hayet, finalmente tornata dalle vacanze, che arriva di lì a poco bella abbronzata.

E che mi guarda e mi fa Come sei bianca! Non nel senso di pallidina e poco abbronzata, ma più in quello Ti porto all'ospedale?

La mia amica Hayet è un'infermiera. E' anche mamma di tre bambini e ha due tate, vive a Nairobi da un po' più di me e generalmente ha ragione quando parla.

Henry la guardia
riconvertito in baby sitter....
In effetti il dolore è diventato piuttosto forte, quindi Hayet mi prende Sveva e se la porta a casa, io porto Filippo a casa dalla tata azzoppata (per fortuna addormentato nel tragitto) e torno al pronto soccorso supermoderno e dall'aria estremamente efficiente visitato meno di 24 ore prima.

Arrivo praticamente in lacrime e supplico che mi diano qualcosa contro il dolore, un painkiller anche a me!
Sembravo una tossica, forse l'hanno pensato, ma non importa perché mi hanno dato subito la stessa cosa che avevano dato alla tata e dopo un quarto d'ora ho ricominciato a ragionare.
Sono sembrata in migliori condizioni anche agli infermieri che mi hanno prontamente sollecitata ad andare a registrarmi e pagare (il lato simpatico degli ospedali privati...).

Mi metto quindi diligentemente in una delle code (quella per la cassa) e mi registro, il cassiere mi fa Non ci siamo già visti? e non capisco se è una battuta o mi prende in giro e poi torno in sala d'attesa a guardare in alternanza due megaschermi TV; uno con un cartone animato e uno con un documentario su Hitler, in swahili.

Quando finalmente arriva il mio turno, la gentilissima dottoressa mi visita e mi diagnostica un'otite.

Ora, probabilmente ho avuto otiti da piccola, ma non le ricordo. O forse non le ho avute perché se avessi provato quel dolore le ricorderei. Comunque, non so per quale strane idea, mi ero convinta che non avrei più avute da adulta. E invece, mai dire mai!

La gentilissima dottoressa mi fa quindi la prescrizione per l'antibiotico, il painkiller (Stesso dosaggio? le chiedo con la stessa aria da tossica), una roba contro il sangue dal naso che rifiuto ringraziandola del pensiero e un tubo di vitamina C effervescente visto che, a detta della dottoressa, mi sono beccata l'otite perché sono in uno stato di debilitazione generale.
Devono essere le migrazioni intercontinentali a farmi quest'effetto...

Quindi, adesso sono sotto antibiotico, sotto painkiller e praticamente sottoterra perché non mi reggo in piedi, ma credo sia dovuto solo al fatto che ho dormito pochino ultimamente, e spero di riuscire a: a) presentare i miei risultati di lavoro giovedì in una riunione che inizialmente era solo per i miei colleghi stretti e si sta allargando a macchia d'olio a mezzo ospedale psichiatrico, b) fare le valigie per tutta la famiglia e non dimenticare le cose fondamentali  - passaporti, biglietti, chiavi di casa - e c) riuscire a prendere l'aereo e possibilmente risolvere i miei problemi con l'otite.

Almeno in Italia non ci sono 14 gradi...

5 commenti:

  1. Mannaggia!!!Mi dispiace tanto sentire tutto ciò...ero rimasta alla gamba della tata...però vedrai che l'antibiotico farà il suo dovere e poi c'è il painkiller, che hai proprio ragione,detto in inglese è ancora più incisivo :-)...probabilmente ecco spiegati i tuoi disturbi precedenti...sono anche io infermiera e sento di poter ottimisticamente dirti che riuscirai a risolvere tutto nei tempi che speri.

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  2. ...non sapevo che i post avevano uno spazio limitato...sarò breve!!!Volevo anche consolarti sulla burocrazia ospedaliera, non è che da noi te la cavi più facilmente,è tutta una catena di cose da fare che si escludono a vicenda...cmq...hakuna matata...in Italia non ci sono 14 gradi...certo che no...ce ne sono almeno 35.All'ombra.

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    1. Hakuna matata, hai ragione!
      E intanto preparo i costumi da bagno.... :-)

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  3. Ma dovevi andare fino in Africa per scoprire il Brufen?! Ah, guarda che ho parlato di te in giro....pettegola inside!

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    1. Si scoprono tante cose qui....Più che il Brufen direi che a questo giro la scoperta più rilevante purtroppo è l'otite :-(
      Che pettegola che sei!!

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