lunedì 23 gennaio 2012

Toi Market

Giovedì dovevo andare in Biashara street a prendere altri kikoy, per me e per amiche. 

Avevo fissato con Hayet, mamma di Kezia. Tutto organizzato al secondo: prendo Filippo alle 12.30, alle 13.00 crolla addormentato, alle 13.15 sono da lei e Sveva la riprende una delle sue tate alle 15.30 insieme a Kezia, così anche se rimaniamo bloccate nel traffico siamo coperte.

Peccato che arrivata da Hayet (alle 13.30, già sgarrato il programma...), lei mi fa Ma non andiamo al Toi Market?

Il Toi Market (che io credevo fosse Toy e infatti continuavo a non capire come in una città come Nairobi ci fosse spazio per un grande mercato dei giocattoli...scema!) è un gigantesco mercato dell'usato (vintage?), principalmente per vestiti e scarpe, ma si trova un po' di tutto.

Ovviamente non è fatto per gli espatriati, ma gli espatriati ci vanno per curiosità e poi immagino che ci tornino perché è davvero pittoresco.

Siamo arrivate più o meno verso le due (traffico zero) e ripartite intorno alle cinque e mezzo (traffico sette, in una scala da uno a dieci). 

E' vero che ci siamo fermate a prendere un cappuccino iniziale nel Java House di Adams Arcade e che forse abbiamo  perso qualche (?) minuto prezioso, ma pur stando al Toi Market tre ore abbondanti, siamo riuscite a vedere solo l'esterno. Giuro, siamo sfrecciate tra le bancarelle della parte coperta solo perché era più veloce per arrivare alla macchina.

L'estensione del mercato è impressionante, ma la cosa che mi ha colpito di più è l'ordine con il quale generalmente vengono disposti i vestiti e il profumo di detersivo, pur essendo il tutto a ridosso della polvere delle strade.
E in più ci sono anche i prezzi esposti; avete letto bene esposti.

Non so, magari sono io che guardo tutto con questo sguardo innamorato dell'Africa, ma devo dire che al confronto Porta Portese mi sembrava orribile.

Non essendo andata lì preparata (cioè con una lista, via...), sicuramente ho perso tempo e mi sono persa tra le cose più diverse, ma alla fine sono riuscita a trovare esattamente le cose più superflue di cui avevo bisogno: vestiti di carnevale per Sveva.

Per lo meno io li chiamo vestiti di carnevale, ma qui ogni tanto, specialmente la domenica, si vedono delle bambine che vanno in chiesa con vestiti tutti di raso e tulle, dai colori più sgargianti.

Insomma, Sveva è contenta, io sono contenta (ho anche trovato un paio di scarpe...lo so che sono di diciannovesima mano, ma erano proprio carine!), Felix ha dovuto preparare la cena (mezza cena...l'altra metà ci avevo già pensato perchè comunque un po' lo conosco il traffico di Nairobi), Filippo ha avuto la tata tutta per sé per un intero pomeriggio e la tata ha avuto un bambino solo da guardare anziché due.

Insomma, mi sto preparando la lista delle scuse per poterci tornare!


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