lunedì 23 gennaio 2012

Amazing Bazaar

Il castello è di proprietà di un signore, Arif, che non è per niente sprovveduto. Oltre ad aver fatto il contratto con la Commissione, che è un discreto chiappo o per lo meno  un chiappo sicuro, è anche proprietario di uno dei più rinomati mobilifici. Rinomati tra gli espatriati, che è quello che conta per fare affari.
Generalmente quando vai a casa di qualcuno e ti colpisce un pezzo d'arredamento, o è comprato da Arif o all'Amazing Bazaar. Più il secondo in verità.

L'Amazing Bazaar ha un grosso difetto: sta su Mombasa Road, che è la strada per l'aereoporto, dalla parte dell'aereoporto, cioè dall'altra parte della città rispetto a Rudnda.

Quando (i cinesi) finiranno di costruire il bypass - il GRA locale per intenderci - andare all'Amazing Bazaar da Runda sarà uno scherzetto. Se i cinesi finiranno prima del nostro rientro in Italia, probabilmente non avremo più soldi per tornare in Italia, quindi forse è meglio se se la prendono con calma.

Dopo mesi di insistenza, ho finalmente convinto Felix a buttarsi nel traffico anche il sabato e, in una giornata in cui la temperatura ha sfiorato  i 33 gradi, portarmi all'Amazing Bazaar.

I proprietari sono indiani, come Arif, e come lui importano ad intervalli regolari container dall'India pieni zeppi di mobili coloniali originali.

Non so se è stato un caso, la fortuna della prima volta o una mossa del destino per farci finire sul lastrico anche se i cinesi non finissero il bypass in tempo, ma ho trovato esattamente il mobile che stavo cercando da mesi (quasi un anno, giuro!) e che ero disposta a comprare su ebay come semplice imitazione, invece questo è originale del 1932.

In più i comodini (finalmente!), un'altra cassettiera che ho intenzione di ridipingere e un sacco di idee su piccoli dettagli di arredamento che non so se metterò in pratica nel castello, ma sicuramente terrò presente per la dimora sul Lago.

E poi visto che il conto, pur con lo sconto e quello che volete, ci ha lasciati interdetti, siamo riusciti (Felix, vabbé) a farci omaggiare di questo, come chiamarlo, portaspezie? Se volete metterci le spezie sì, altrimenti mobiletto piccolo con cassettini in ceramica dipinti a mano, probabilmente proveniente da una farmacia indiana degli inizi del millenovecento.

Oppure è qualcos'altro ma non m'importa perché mi piace un sacco!

Nessun commento:

Posta un commento