Il primo mese a Nairobi siamo
campati di yogurt al mango. Ce ne sono di diverse marche, ma quello che
prendevamo noi, Bio, non so se
davvero o per finta, era buonissimo e non riuscivamo più a farne a meno,
neanche io con la mia intolleranza.
Poi di colpo non si trovava
più sugli scaffali del supermercato.
Passa un giorno, due giorni,
una settimana e dei bei barattoli bianchi con la scritta Mango nemmeno l’ombra. Allora mi avvicino furtiva ad uno degli
addetti agli scaffali del supermercato e chiedo notizie dello yogurt al mango.
Apro una parentesi sugli
addetti agli scaffali nei supermercati qui a Nairobi perché merita.
Il quaranta per cento se non
la metà delle persone presenti nel supermercato sono addetti agli scaffali.
Generalmente se ne trovano appostati alla fine e all’inizio di ogni corridoio,
in piedi, attenti che tutto quello che sta sullo scaffale di loro competenza
sia perfettamente in ordine e allineato al millimetro, oppure accovacciati a
sistemare i prodotti negli scaffali bassi o appesi a scaleini traballanti
intenti a riempire quelli alti.
Passando veloci tra i
corridoi, non si nota neanche un buchino sugli scaffali; tutte le scatolette
sono perfettamente allineate l’una accanto all’altra, le bottiglie di shampoo
non lasciano passare tra loro nemmeno un foglio di carta velina e gli scaffali
sono tutti stracolmi all’inverosimile.
Passando veloci, questo.
Passando lenti in cerca di un
prodotto preciso, come lo yogurt per dire, si scopre subito il trucco; gli
scaffali sono sì stracolmi, ma dello stesso prodotto. Scatole e scatole di
cornflakes o bottiglie di olio di semi, la monotonia regna sovrana sugli
scaffali stracolmi.
La teoria di Felix è che nei
supermercati di Nairobi non esiste il magazzino e tutto quello che c’è viene
semplicemente messo sugli scaffali fino ad esaurimento.
L’esaurimento della merce è
ciclico ed anche prevedibile monitorando con un po’ d’attenzione, per cui
quando sta per finire un prodotto, si nota che il suo spazio sullo scaffale
viene progressivamente occupato da quello accanto, fino a che non sparisce,
come fagocitato dall’altro prodotto, ma senza lasciare l’impressione che manchi
qualcosa perché lo scaffale sarà sempre pieno.
Una volta ho visto tre
barattolini di bicarbonato di sodio completamente accerchiati da scatolette di
gelatina in polvere, metà di arancia e metà di ananas, il che indicava tra l’altro che anche la gelatina
stava per finire, visto che erano rimasti solo due gusti.
Insomma, l’addetto (uno dei
dieci, circa) allo scaffale formaggi e affini, mi risponde con aria hakuna matata che lo yogurt in questione
era out of stock (e questo si può
interpretare anche come la conferma della teoria di Felix; se non c’è più sullo
scaffale, non c’è proprio più nel supermercato, quindi lo stock è lo scaffale….).
Con qualche piccola attenzione
quindi, a cosa difficile non è capire se un prodotto sta per finire o è out of stock, ma quando tornerà a
popolare gli scaffali.
Ho visto cose definite out of stock per un giorno solo e cose
che sono ricomparse dopo una settimana al massimo, ma il prodotto che per ora
batte tutti e non ha concorrenti è, con grande disperazione dell’intera famigliola,
lo yogurt bio al mango.
Abbiamo provato surrogati di
vari tipi, ma abbiamo quasi rischiato l’intossicazione (uno era talmente
arancione che neanche le arance…..), quindi per ora abbiamo smesso di consumare
yogurt visto che niente regge il confronto.
Quando ricompare faremo una
grande festa….
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