Visualizzazione post con etichetta inglese. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta inglese. Mostra tutti i post

sabato 17 settembre 2011

Paura e delirio a Nairobi

Ecco tutto quello che può succedere a Nairobi in circa dodici ore.

Ore 6: Scoprire che il primo piano della casa è ricoperto da almeno tre centimetri d'acqua SOLO nel momento in cui si apre la porta che dà al piano di sotto e rendersi conto che una cascata d'acqua si sta riversando al piano di sotto.

Ore 7: Sguazzare nell'acqua a piedi nudi cercando di preparare Sveva per la scuola e tenere Filippo contemporaneamente all'asciutto.
Ore 8: Depositare Sveva a scuola e nonna al Village Market.

Ore 9: Cominciare a cucinare come una folle per la festa di compleanno di Sveva. Bruciare il cake bollito nel forno con su un adesivo Made in Italy che di italiano non ha assolutamente nulla.

Ore 10: Rischiare di bruciare anche il brownies che già di per sé è così scuro che non si capisce quando è cotto. Nel frattempo seguire distrattamente un gruppo eterogeneo di persone, raccattato alla bell'e meglio, che asciuga l'acqua in casa con delle coperte di pile.

Ore 11: Seguire passo passo la ricetta per 12 muffin al provolone ed erba cipollina, rendersi conto che ne vengono fuori solo otto e non riuscire a capire perché. Seguire ancora più distrattamente due tecnici indaffarati a capire come mai il super allarme della casa non funziona.

Ore 12: Scoprire che il sistema d'allarme non funziona ancora, nonostante i tecnici ne siano sicuri e stiano per andarsene e correre a riprendere Sveva a scuola.

Ore 13: Andare al Village Market per recuperare dei vasetti di terra cotta ordinati due settimane fa, fare l'ultima spesa al supermercato  e da Zucchini prima della festa e recuperare la nonna.

Ore 14: Aspettare per circa mezz'ora l'insegnante d'inglese per la nonna, letteralmente raccattato per strada il giorno prima e fargli una sommaria intervista in macchina  per evitare di introdurre in casa un pericolossimo criminale.

Ore 15: Contrattare il prezzo delle lezioni di inglese, definire il programma e gli orari in traduzione simultanea con l'insegnante d'inglese che parla in un orecchio e la nonna nell'altro, sperando che i chocolate chips cookies non stiano facendo la fine del cake bollito. Cuocere contemporaneamente anche dei minimuffin al gouda e cumino con l'unico risultato di avere un odore nauseabondo a metà tra la cioccolata e il formaggio al cumino, con una punta di sintetico che si sprigiona dal forno nuovo.

Ore 16: Evitare per puro caso che l'impegato della società elettrica stacchi la corrente dato che la persona incaricata della commissine non ha ancora pagato la bolletta precedente e cominciare a chiedersi se non sarà così anche per l'acqua (che invece se l'avessero fatto, magari evitavamo una giornata come questa!)
Ore 17: Beccare Wilson che se ne va dicendo che è tutto a posto mentre invece manca un pezzo che rischia di farci allagare di nuovo la casa; farlo promettere di tornare in giorno successivo con la certezza che la promessa non verrà mai rispettata e che ci sveglieremo le prossime mattine chiedendoci se metteremo i piedi nell'acqua scendendo dal letto.

Ore 18: Trovarsi davanti la tata che fa il bagno ai bambini e con tutta calma è scesa dicendo che manca l'acqua calda quando Sveva è già dentro la vasca di acqua fredda oppure con Filippo fradicio in braccio dicendo che non si fa asciugare i capelli. Preparare la cena contemporaneamente, più o meno.

Mi fermo alle dodici ore, via!

mercoledì 10 agosto 2011

Babilonia

La buona notizia è che la scuola tedesca prende sia Sveva che Filippo in un colpo solo (e oltretutto Filippo scala velocemente la lista d'attesa perché c'è Sveva a scuola). Tra una settimana circa ci faranno sapere quando ci sarà l'inserimento, ma probabilmente ad inizio settembre Sveva potrà già cominciare e Filippo al massimo ad inizio ottobre.

La cattiva notizia è che per accedere alle elementari Sveva deve avere un livello soddisfacente di tedesco e non è detto che tra un anno lo avrà (deve passare addirittura un esame a maggio!), quindi c'è il rischio che debba fare ancora due anni di asilo ed entrare alle elementari a sette anni. Il che ha i suoi vantaggi, sicuramente (può giocare un anno di più), ma anche i suoi svantaggi (sarà sempre la più grande della sua classe e per quel che mi ricordo non è la cosa più divertente, a parte quando tutti dipendono da te perchè sei l'unico in classe ad avere la patente!).

Comunque abbiamo imparato a non farci troppi programmi perché le cose possono cambiare di continuo, quindi teniamo presente che dopo rientrerà nella scuola europea e non in quella italiana e che magari sono più preparati a fronteggiare situazioni diverse come questa qua e forse le cose si riaggiustrano da sole (sto cominciando a pensarla hakunamatatamente!).

La scuola mi ha fatto un'ottima impressione e la persona con cui ho parlato anche e questo fa davvero tanto e sono contenta anche per Filippo perché l'asilo alternativo che avevo trovato non mi aveva proprio convinto (diciamo che è difficile fare confronti con il Melaverde, ma la scuola tedesca ci si mette d'impegno....).

Ad ogni modo la scuola non è, come credevo, metà in tedesco e metà in inglese; è completamente in tedesco e questo complica un pochino le nostre comunicazioni.

Adesso che Sveva sta cominciando a parlare in inglese (devo dire che mi stupisce, a volte la sento dire delle frasi complete e corrette e mi domando come abbia fatto ad imparare), deve ricominciare con il tedesco di cui si ricorda pochino ovvimente, avendolo lasciato da parte quasi due anni fa. Ma via via credo che le cose torneranno a galla.

Filippo invece sta cominciando a parlare, questa è la notizia del giorno.
Anzi no, la notizia del giorno è che sta cominciando a parlare in inlgese!
Quasi due anni che sente parlarci in italiano e dopo nemmeno due mesi di tate, adesso parla inglese.
Figuriamoci adesso che, secondo la direttrice della scuola tedesca con la quale ho parlato, dobbiamo rispettare uno schema rigoroso per cui io devo parlare sempre italiano, Felix tedesco e la tata inglese e non mescolare niente altrimenti i bambini non capiranno più niente...
Senza contare lo swahili ovviamente.

Svilupperemo un complicatissimo codice di comunicazione con i segni che capiremo solo noi e quando torneremo in Europa saremo completamente incapaci di comunicare con il mondo esterno....