giovedì 5 luglio 2012

Cup of tea?


Eccoci allora, come promesso, prima di domenica con il post di quello che è successo una settimana fa....

Intorno a Nairobi, soprattutto verso nord, verso la Rift, ci sono le terre fertili, quelle che appartengono alla tribù dei Kikuyo (e un giorno, quando l'avrò capita per bene, spiegherò la storia delle tribù del Kenya e le lotte di potere che hanno portato al casino delle scorse elezioni...) oppure ai figli degli inglesi emigrati (detti anche coloni...) che non hanno fatto una piega quando hanno deciso dove stabilirsi; mica a Nairobi centro, mica a Westlands, Riverside o chessòio, no, si sono equamente divisi tra Karen, il sobborgo figo a sud-ovest, quello dove stava Karen Blixen, mica la prima arrivata, e le terre a nord da Limuru a Laikipia, quella dei lodge per turisti americani (prezzo più basso sui 600 dollari a notte...a cranio, ovvio!), quello deve ci sono tutti i ranch a partire da quello di Kuki Gallmann.

E lì ovviamente cosa fai se hai un po' di terra (non proprio un fazzoletto, via)? 

Metti su una piantagione.

C'è un po' di tutto, ma quello che va per la maggiore è: té (mica sono inglesi per caso), caffé, fiori (ma lo sapete che partono tonnellate di fiori dal Kenya per Amsterdam? Mica credevate ancora alla storia dei tulipani e gli zoccoletti di legno??), ma anche avocado (conosco la figlia del maggior esportatore di avocadi in Inghilterra, tanto per dire), frutta e verduta biologica per i mercati europei e via dicendo.

E appunto gli inglesi hanno il monopolio delle piantagioni di té.

Lo spettacolo delle colline infinite con le piantine di té è impareggiabile o forse è la mia anima da agronoma che ogni tanto si risveglia, fatto sta che sono rimasta affascinata dalla nostra gita fuori porta e penso di aver bevuto il té più delizioso della mia vita. 

La parola delizioso è stata scelta accuratamente per dare l'idea di qualcosa di molto inglese, con l'accento più britannico che potete immaginare che aveva la figlia ormai forse settantenne della fondatrice della piantagione mentre ci spiegava come si coltiva, come si raccoglie e come si manda il té alla Borsa del té di Mombasa.

Sembrava di essere nel secolo scorso, vi giuro, o in un film, fate voi....

Comunque, la spiegazione sul té, nonostante me ne sia persa mezza perché Filippo ha deciso di addormentarsi in macchina giusto cinque minuti prima di arrivare a destinazione, era affascinante ed è stata seguita da una visita guidata della tenuta.

La tenuta non è solo té, ma include animali (mucche e oche, almeno questo è quello che abbiamo visto..) e una parte di foresta piccola, ma veramente incantata, con scimmie che saltavano da un ramo all'altro e Filippo che impazziva gridando Affe, affe (ebbene sì, domenica gli girava di parlare tedesco...).

L'unico neo, se proprio vogliamo essere pignoli, è stato il torpedone di americani in visita proprio alla stessa tea farm, proprio lo stesso giorno che avevamo scelto noi, ma non si può avere tutto dalla vita.

E comunque qualcuno felice del torpedone c'è stato: Filippo ha iniziato a giocare a calcio (sarà stata la concomitanza degli europei?) e per puro caso ha lanciato il pallone ad un ragazzo del gruppone che ha fatto l'errore di rilanciargliela.

Filippo non lo mollava più e noi genitori siamo stati il massimo della perfidia: nonostante il povero malcapitato continuasse a sorridere e ripetere che il torpedone stava andando via e aspettavano solo lui, noi non abbiamo minimamente accennato a trattenere il piccolo calciatore in erba, ma ci siamo goduti almeno un quarto d'ora di babysitter a scrocco.

Sveva invece si è divertita come una matta a salire sulla Land Rover nuova fiammante e bianca come la neve di Simon, il papà di Leah, che è tanto orgoglioso del suo nuovo giocattolo come solo gli uomini sanno fare (per noi l'equivalente cos'è? Un paio di scarpe??).

Comunque non ci sono stati grossi incidenti, danni alla carrozzeria, bimbi caduti dai tetti (solo Filippo è caduto dalle scale - tre, ma di cemento...) o cose che ci inducessero a correre al nostro ospedale preferito.

E ovviamente siamo tornati a casa pieni di bustine di té delizioso....

3 commenti:

  1. ...anche questo è da segnare nel taccuino dei luoghi da visitare casomai capitassi in Kenya...per ora non è in programma ma non si può mai sapere...prendo sempre nota dei posti di cui ci parli :-)
    p.s. da "lettrice fissa ufficiale" mi impegno a darti un segno del mio passaggio ad ogni post!!!

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    1. Caspita; questo vuol dire che avrò un commento per ogni post? Davvero?? Non scherzi? Se mai passi dal Kenya ti faccio da guida!!!

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