E in fondo non siamo neanche in
Tanzania, solo talmente vicini da ricevere i messaggi di benvenuto del gestore
telefonico. Un po’ come quando ci avviciniamo troppo alla Svizzera insomma!
Siamo ad Amboseli per un lungo
fine settimana a sorpresa per il mio compleanno.
Felix ha fatto le cose in grande
e ci ha portati in un super campo tendato, il Tortilis che deve il suo nome all’acacia tortilis tipica di queste parti.
Ma la cosa speciale del Tortilis
è che è l’unico campo tendato ad avere una tenda
famiglia che in pratica sono due tende con un bagno ciascuna ed una veranda
in comune. Il vantaggio impagabile è avere una tenda tutta per noi e non
un’ammucchiata di letti in una sola con annessi russii, sveglie notturne,
sveglie all’alba, bisbigli perché altrimenti Filippo si sveglia, spengi la luce che si svegliano, ma io volevo leggere, sono solo le otto di
sera e via dicendo.
Ora ad esempio, in attesa della
cena, Felix legge comodamente sul letto, io scrivo e i bimbi giocano nella loro
tenda, completamente al buoi per scelta loro e ancora non abbiamo sentito urla
disperate o rumori inquietanti. Da ben venti minuti!
Va detto anche che ce li abbiamo
chiusi dentro con una vasca di patatine, ma questo è un dettaglio.
Ma la cosa che rende la tenda famiglia ancora più speciale è
che Felix ha scoperto la sua anima di giocatore di poker e con una freddezza
siberiana ha negoziato fino all’ultimo secondo ottenendola al prezzo di una
normale. E credetemi, per il livello di questo campo, sono dettagli che
contano!
Siamo partiti stamattina da
Nairobi in perfetto orario (purtroppo a scapito di una serie di cosette
dimenticate nella fretta), lasciandoci dietro un’immensa piscina al posto del nostro
bel pratino, dopo che è piovuto incessantemente per giorni.
D’altra parte la stagione delle
grandi piogge è iniziata e anche se ci sono alcune conseguenze come la piscina
improvvisata o il nostro lago privato che ormai arriva al ginocchio della povera
guardia di turno, era proprio l’ora e si paventava un’altra siccità che magari
dalla nostra condizione privilegiata a Nairobi si vede poco (ci se ne accorge
per esempio perché non c’è più latte UHT o burro sugli scaffali del
supermercato), ma fuori nelle campagne, in certe zone del Kenya ma soprattutto
in posti veramente a rischio come la Somalia, può avere conseguenza drammatiche
come è successo la scorsa estate quando siamo arrivati qui in Africa.
Quindi siamo partiti, abbiamo
lasciato la tata dall’altra parte di Nairobi da sua sorella, armata di computer
ed una serie di commedie per passare le serate tra ragazze, ed abbiamo affrontato quattro ore di strada, in gran
parte sulla Mombasa road che come dice il nome porta a Mombasa e per questo è
un via vai di camion che trasportano di tutto dalla costa alla capitale.
L’arrivo al campo è stato
decisamente all’altezza delle aspettative e la tenda famiglia addirittura superiore (le foto del sito non rendono
giustizia!). Siamo stati accolti dai due manager del campo, Manuela ed Andrea,
italiani di Torino, che erano più stupiti di noi di trovarsi davanti degli
italiani.
Dopo il pranzo tardo e una prima
esplorazione del campo, abbiamo fatto un giretto serale un po’ per tenere i
impegnati i bambini, un po’ per rilassarci (sono incredibilmente buoni quando
siamo in safari!) e abbiamo finito per vedere molti più animali di quello che
ci aspettavamo, incluse tre leonesse, e soprattutto il Kilimangiaro che si è
scoperto per cinque minuti (d’orologio!) da una incredibilmente densa coltre di
nuvoloni grigio neri e ci ha permesso di ammirare il suo cappello bianco di
nevi perenni in tutto il suo splendore.
Inutile dire che lo spettacolo è
stato grandioso!
E per finire, sulla via del
ritorno, abbiamo assistito al tramonto da una parte ed una luna piena
dall’altra che pare fosse in condizioni astronomiche particolare per cui
sembrava grande il doppio.
Rientro al campo coccolati da
ogni attenzione e viziati con una cena deliziosa che, come il pranzo, ha
puntato sulla qualità del cibo (ovviamente c’è un orto biologico dove si
coltiva di tutto…) più che sulla quantità come in altri posti dove ti
abbagliano con montagne di cibo che in fondo ti lascia solo pieno come un uovo
e pure con il senso di colpa per aver mangiato troppo.
Come chicca la cena è stata
allietata da un gufo che ha svolazzato sulle nostre teste e Sveva è
letteralmente impazzita, gridando a tutti che era il suo gufo perché lei è nella classe dei gufi all’asilo.
Siamo addirittura riusciti a finire di mangiare tranquilli mentre la prole era impegnata a disturbare i pesci gatto (i pesci con i filini come dice Sveva…) e le rane del piccolo stagno che c’è dietro la terrazza dove abbiamo mangiato con vista sulla pozza d’acqua dove si stavano abbeverando gli elefanti….
Una bella storia!! mi fa piacere leggere!! misento veramente la' perche tu spieghi tutto in detail!
RispondiEliminaBuon Compleanno Cara ed spero avere sempre le vacanze cosi belle!
Baci
Taraneh
Una bella storia!! mi fa piacere leggere!! misento veramente la' perche tu spieghi tutto in detail!
RispondiEliminaBuon Compleanno Cara ed spero avere sempre le vacanze cosi belle!
Baci
Taraneh