mercoledì 7 marzo 2012

Posso chiamarla sfiga?

Felix è in Sudan.

In questo periodo svolazza quà e là per l'Africa: Somalia, Sudafrica, Sudan, Sudan (a distanza di una settimana nello stesso posto, quando si dice economie di scala!).

Tutti con la S comunque...gli manca il Senegal, lo Swaziland e Sao Tomé e siamo a posto.

E io ovviamente resto a casa a tessere la tela e occuparmi della prole.

La prole ha deciso di farsi venire la febbre alta, senza apparente motivo, esattamente quando il papà non c'è, quindi lui va via e uno dei due si ammala, lui torna e stanno tutti bene.

E va bene, uno si organizza, abbiamo il pediatra migliore di Nairobi, la tata che può stare con il malato di turno quando mamma esce per gli approvvigionamenti, la tachipirina e l'ibuprofene (im)portati dall'Italia con spiegazioni più o meno chiare in italiano (ve lo immaginate il bugiardino, che già di per sé ha un nome poco rassicurante, scritto pure in inglese/swahili? Pensate solo agli effetti collaterali...).

Ma se a tutto questo aggiungete che stamattina mamma ha il suo primo colloquio di lavoro a Nairobi e che:

a) Non ha un vestito decente (a parte quelli vintage che poco si addicono ad un colloquio di lavoro) perché gli ultimi tre completi li ha appena regalati alla tata pensando che non avrebbe più fatto un colloquio di lavoro e che comunque ormai ci stava dentro strizzata come un culatello.

b) Non ha assolutamente avuto il tempo di prepararsi e non ricorda nemmeno quale versione del curriculum ha mandato per il colloquio in oggetto. Ieri sera, ultima opportunità per darsi un'occhiata alle cose, si è incasinata tra post e telefonate su skype con internet che funzionava a singhiozzo e non facilitava l'impresa e che poi è crollata senza concludere granché nel lettone accanto a Sveva febbricitante. Alle 4.30 circa è stata svegliata da Filippo con 39 ed ha finito la notte tra misurazione di febbri, medicine, pannolini, collassata sul materasso accanto al lettino di Filippo sulla cui fronte si poteva cuocere un'omelette.

c) E' talmente a secco di benzina che andando al colloquio la Mercedes si fermerà a metà strada e dovrà parcheggiarla alla bell'e meglio e andare al colloquio in pikipiki (l'ultimo che ho preso mi ha fatto quasi giurare che non ne avrei presi più).

d) Non è poi così sicura di voler tornare a lavorare e tutti i segnali del cielo vanno nella stessa direzione, però è proprio il posto dove ricominciare se vuole tornare sulla piazza e non ritrovarsi tra tre anni depressa sul lago a rimpiangere la volta in cui.

e) Si fa pochissime illusioni che non sia un lavoro da lemming.

Insomma, se riuscirò a trovare un vestito non troppo fricchettone o da sera (queste sono le mie categorie di abiti attuali), arrivare a destinazione senza perdere pezzi, non fare la figura della svampita che chiede Ma che posto è questo? Ma davvero vi ho mandato un curriculum??, se alla prole malata all'unisono (non era mai successo!) non vengono le convulsioni che non sono mai venute o altre cose strane per cui la tata mi debba chiamare nelle due orette scarse di colloquio e se non so cos'altro, forse mamma torna al lavoro.

Forse....

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